Cari studenti,
sono appena tornato dalla 48ª Settimana Sociale dei cattolici in Italia che si è svolta a Cagliari sul tema del lavoro.
In queste intense giornate ho pensato tanto a voi, alle vostre attese e ai vostri progetti.
Molti dei vostri amici sono delusi, molti non si impegnano più nello studio perché demotivati. Forse anche tu in alcuni momenti della tua vita ti sei posto la domanda: “ma a cosa serve?”.
Cari amici,
di fronte a questa decisiva domanda sulla nostra esistenza molti restano attoniti, impauriti e cercano di rimandare la risposta a tempi migliori. E nel frattempo?
Navigo nel buio! Navigare nel buio è la soluzione peggiore perché ti abitua a non pensare più, a perdere la tua identità, ad essere un’ombra priva di ogni consistenza. In fondo è meglio non lasciarsi interrogare che fare esperienza di non
saper rispondere! Non saper rispondere!
Cari amici,
è la vera tristezza della vita: non saper rispondere. Non voglio essere interrogato perché non so rispondere! Sabato 11 novembre saremo a Pompei. Nel Santuario, Maria, la Madre di Gesù, ci aiuterà a superare la paura di rispondere. Anche Lei non sapeva rispondere di fronte a ciò che stava vivendo. Anche Lei si chiedeva: “ma a cosa serve?” Aveva però scelto la via per non restare nel buio: cercava il Signore. Lei che era la Mamma di Gesù, lo cercava. Non lo conosceva? Eppure lo cercava! Molte volte vogliamo evitare di essere interrogati perché non abbiamo risposte chiare e distinte. Ma non esistono! È utopia.
Tu comincia a rispondere con ciò che sai e poi arriverai a risposte più definite. È il cammino della vita! La scelta è impegnativa: seguire le scelte chiare e distinte o saper costruire giorno per giorno accogliendo la novità della vita? Maria non ha confuso la certezza dell’essere Madre con l’omologazione della vita. Molti confondono che essere certi significa entrare nella monotonia della vita. Certezza e novità! Questo è il binomio della vita! Quando noi separiamo la certezza dalla novità allora ci nascondiamo nel buio e non vogliamo rispondere alle domande degli altri. Maria aveva la certezza della sua identità, essere Madre di Gesù, ma la sua vita non era nella sua mente, nelle sue idee chiare e distinte. Anche Lei ha sentito il bisogno di far sapere a Gesù che lei era di fuori e Lo cercava (Mc 3,31-35). È il desiderio di chi non si rassegna all’omologazione e alla monotonia: vuole la novità.
Cari amici,
la vita universitaria deve aiutarci a coniugare insieme certezza e novità imparando a non evitare di essere interrogati. Quando qualcuno ti interroga, tu rispondi! Non aver paura perché è la via per crescere, per costruire la tua esistenza e la comunità.
Pensare al futuro, anche lavorativo, non significa inseguire le idee chiare e distinte, ma avere la capacità progettuale che è sintesi di certezza e novità. Senza certezza non c’è novità, ma senza novità non c’è certezza. Ma tutto ciò è possibile? Sì, perché il Signore sa trasformare la novità in certezza e la certezza in novità. Perché è Lui il fondamento di un’esistenza vissuta nella certezza e nella novità! Maria ha unito in sé certezza e novità! È ciò che desideriamo nel profondo del nostro cuore.
A Pompei voglio presentare a Gesù la stessa richiesta di Maria: gli universitari sono qui con Lei e ti cercano! Sono certo che tra questi ci sarai anche tu!
Non avere paura. Entra nel Santuario insieme a Maria e ascolta ciò che il Signore ti dirà: la tua vita non sarà più omologata e monotona. Ma soprattutto imparerai a non aver paura di essere interrogato, perché avrai da comunicare la gioia di aver incontrato il Signore. Ripartirai a progettare la tua vita non più con le idee chiare e distinte che conducono alla morte, ma con la certezza e la novità di essere qualcuno al quale gli è stata affidata la responsabilità di essere costruttore della storia.
Vi aspetto a Pompei.
Vostro
+ Lorenzo