CANTO: ECCO IL MIO SERVO
ECCO IL MIO SERVO, L’ELETTO,
CHE IO SOSTENGO,
HO POSTO IN LUI IL MIO SPIRITO
E GUIDERÀ IL MIO POPOLO.
Non griderà, non alzerà il tono,
non farà udire la sua voce,
non spegnerà la fiamma smorta,
non spezzerà la canna incrinata.
Io t’ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano,
t’ho stabilito e formato
come alleanza per le genti.
1. INTRODUZIONE
2. ESPOSIZIONE
CANTO: DAVANTI AL RE
Davanti al Re,
ci inchiniamo insieme
per adorarlo
con tutto il cuor.
Verso di Lui
eleviamo insieme
canti di gloria
al nostro Re dei Re.
3. OGGI LA SALVEZZA E’ ENTRATA IN QUESTA CASA
Dal libro del profeta Isaia (Is 61, 1-4)
Lo Spirito del Signore, di DIO, è su di me, perché il SIGNORE mi ha unto per recare una buona notizia agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l’apertura del carcere ai prigionieri, per proclamare l’anno di grazia del SIGNORE, il giorno di vendetta del nostro Dio; per consolare tutti quelli che sono afflitti; per mettere, per dare agli afflitti di Sion un diadema invece di cenere, olio di gioia invece di dolore, il mantello di lode invece di uno spirito abbattuto, affinché siano chiamati querce di giustizia, la piantagione del SIGNORE per mostrare la sua gloria. Essi ricostruiranno sulle antiche rovine, rialzeranno i luoghi desolati nel passato, rinnoveranno le città devastate, i luoghi desolati delle trascorse generazioni.
CANTO: CANTICO DEI REDENTI
IL SIGNORE E’ LA MIA SALVEZZA
E CON LUI NON TEMO PIU’,
PERCHE’ HO NEL CUORE LA CERTEZZA,
LA SALVEZZA E’ QUI CON ME.
Ti lodo Signore perché
un giorno eri lontano da me,
ora invece sei tornato
e mi hai preso con te.
Berrete con gioia alle fonti,
alle fonti della salvezza
e quel giorno voi direte:
lodate il Signore, invocate il suo Nome.
Fate conoscere ai popoli
tutto quello che lui ha compiuto,
e ricordino per sempre,
ricordino sempre che il suo Nome è grande.
Cantate a chi ha fatto grandezze
e sia fatto sapere nel mondo;
grida forte la tua gioia, abitante di Sion,
perché grande con te è il Signore
Il periodo di Avvento è la preparazione alla venuta del Signore che si incarna per la nostra salvezza. Questa “preparazione” va alimentata dal desiderio dell’incontro, come senso di attesa profonda, come occasione. È una possibilità che Dio ci offre per prepararci alla sua venuta, per avere un primo contatto con Lui. Sta a noi, lasciare che questo incontro – nella Parola, nell’Eucarestia e negli altri diventi concreto, introducendo la “persona” di Gesù in casa nostra, portandolo a contatto con i nostri pensieri, sentimenti, scelte, abitudini, desideri e progetti. La venuta di Cristo coincide con la «pienezza del tempo», quel momento della storia che Dio aveva fissato per la salvezza dell’umanità. Anche nell’esperienza di tutti i giorni esistono un tempo “pieno” e un tempo “vuoto”, un tempo che ci interessa e un tempo che scorre, c’è un tempo che sta fuori di noi e un tempo il cui contenuto ci cambia. Con la venuta di Cristo, lo scorrere dei secoli acquista contenuto e viene ad incidere sull’esistenza di ogni persona. Da allora, ogni essere umano che viene alla luce fa i conti con Gesù: eccola la “pienezza”, il “riempimento”. La profezia della venuta di Cristo è l’annuncio di una grande gioia, un messaggio di attesa di speranza e di salvezza: allunghiamo la nostra mano al Signore e accostiamoci a lui, vivo e vero, con piena fiducia, per ricevere misericordia e trovare grazia insieme con Lui.
Momento musicale
Ti preghiamo con fede dicendo: Ascoltaci, o Signore.
1. Per coloro che soffrono, perché abbiano la certezza che Cristo continua la sua opera nel mondo, prediligendo ancora i poveri e gli ultimi, preghiamo
2. Per la Chiesa, perché possa realizzare sulla terra il disegno di salvezza che il Dio della gioia le ha consegnato, preghiamo.
3. Per i nostri sacerdoti, gli evangelizzatori e i missionari, perché, fortificati dalla grazia divina e uniti nel segno del Signore, siano le rocce alle quali i deboli si possono appoggiare, preghiamo.
4. Per tutti i battezzati, perché sappiano conservare intatta la loro fede perseverando nella pazienza e nella fiducia, nell’attesa del Signore che viene, certi che il regno di Dio si costruisce giorno per giorno, preghiamo.
5. Per le nostre comunità cristiane, perché sappiano riconoscerTi nel Bambino che aspettiamo e siano gruppi nei quali la Parola è vissuta, non solo celebrata, preghiamo
4. POTRA’ MAI VENIRE QUALCOSA DI BUONO DA NAZARET?
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1, 40-46)
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)». Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
CANTO: IL DESERTO FIORIRA’
IL DESERTO FIORIRÀ,
COME UN CAMPO FIORIRÀ:
CORAGGIO, NON TEMETE,
EGLI VIENE A SALVARVI.
Esulti e fiorisca la steppa,
come fiore fiorisca;
ecanti con gioia e giubilo:
l’è data la gloria del Libano.
Vedranno la gloria del Signore,
lo splendore di Dio.
Rendete salde le ginocchia
e forti le vostre mani.
E gli occhi dei ciechi s’apriranno
e gli orecchi dei sordi;
allora lo zoppo salterà
e si udranno i canti di gioia.
Palude sarà la terra arsa
e sorgente il deserto.
Farò una strada nella steppa:
la via dei Redenti.
Nazareth era un villaggio della Galilea assolutamente insignificante dove regnava la corruzione e la divisione, ma è stato il luogo scelto da Dio per l’evento che ha cambiato il volto della storia: lì Cristo si è fatto fratello degli uomini. Ma perché proprio Nazareth? Perché è nel peccato e nella povertà che si vede l’opera Dio. Egli, come disse Don Bosco, vede il bene anche nell’essere più corrotto e la rinascita di Nazareth è operata quasi come più tardi avverrà la rinascita di Saulo, San Paolo, che da persecutore del Signore viene chiamato a diffondere la sua Parola: Paolo e Nazareth scelti da Dio come suoi strumenti. Dio riconosce a tutti la dignità di essere amati da Lui, di essere salvati nonostante la povertà umana, non crea eletti ma figli, tutti amati in egual misura. Infatti la nostra origine di peccatori non è ostacolo, non ci classifica come “indegni alla salvezza”, proprio perché Cristo pone su noi un nome nuovo, ci dona una provenienza diversa: la nostra vera “genealogia” diventa allora la fede in Lui, ci fa “rinascere” in Dio e ci dà la consapevolezza che solo Lui trasforma la nostra debolezza in spezia che dà sapore. Così come Nazareth, il cui nome significa germoglio, si trasforma in “fiore della Galilea”, così ogni uomo che accogliendo la parola di Dio rinnova il proprio cuore, si scopre inaspettatamente luce per gli altri.
Momento musicale
Ti preghiamo con fede dicendo: Ascoltaci, o Signore.
1. Gesù, che hai trasformato le nostre vite rinsaldando il nostro legame con Te, permettici di rimanere aperti alla tua novità, come San Paolo, tuo strumento, chiamato ad annunciarti nel mondo, preghiamo.
2. Tu, che ogni giorno, instancabilmente ci chiami alla tua sequela, nonostante la nostra imperfezione, fa’ che il sentirci desiderati e amati da Te possa permetterci di essere luce per gli altri, preghiamo.
3. Concedi, ai fidanzati, ai futuri sposi e a tutte le famiglie di ispirarsi a Nazareth, imitando le stesse virtù e lo stesso amore della Santa famiglia, essendo nel mondo il segno vivo della tua presenza, preghiamo.
4. Intercedi per noi o Dio, affinché, seguendo l’esempio dei martiri, possiamo riscoprire l’autenticità della fede e proclamare sempre la nostra fede in Gesù, esultando nello spirito per la Sua venuta, preghiamo.
5. Fa’, o Signore Dio, che non lasciamo cadere a vuoto nessuna Tua parola, incamminandoci con cuore libero e ardente incontro a Te, che hai posto la tua dimora in mezzo a noi, preghiamo
5. I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEI CIELI
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1Corinzi 15, 45-49)
Il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l’uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste.
CANTO: RALLEGRATEVI FRATELLI
RALLEGRATEVI, FRATELLI,
I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEL CIELO.
Siamo uniti nel suo amore:
lui ci ha scelti dall’eternità.
Il suo sguardo ci ha afferrati,
la sua gioia ritma i nostri passi.
È un cammino di speranza:
stiamo saldi sulla sua parola.
Se ci assale la stanchezza,
ci ristora con la sua presenza.
Annunciamo pace ai poveri,
una pace che non ha confini.
Il Signore ha mandato suo figlio unigenito sulla Terra per salvarci una seconda volta. Non possiamo limitarci a vivere la nostra vita da “uomini di terra” sull’esempio di Adamo, dal quale discendiamo, poiché l’avvento di Gesù ha completato il nostro essere uomini anche se spesso ci allontaniamo da lui. L’uomo, macchiandosi del peccato, ha perso la propria dignita’, ma Dio, padre buono e misericordioso, ha scritto i nostri nomi nei cieli. Dio ha sempre avuto un progetto di salvezza per noi, che ha portato a compimento mandando suo figlio sulla terra e ristabilendo cosi’ la nuova alleanza. Il fine ultimo della nostra vita è il ricongiungerci col Padre, ma ciò non è possibile se non riusciamo ad innalzarci a Lui, seguendo l’immagine dell’uomo celeste, che povero tra i poveri è il portatore di nuova vita.
Momento musicale
Ti preghiamo con fede dicendo: Ascoltaci, o Signore.
1. Che lo spirito vivificante di Cristo dia speranza a quanti lo cercano con cuore sincero, ricordando loro che l’amore di Dio è più grande di ogni nostro errore, preghiamo
2. Gesù, vivente primizia per il mondo, rassicurati dalla certezza che la morte è stata vinta attraverso Te, fa’ che il nostro cammino nella fede resti saldo e irremovibilmente legato a Te, preghiamo
3. Il tuo amore verso tutti noi, che ha ridato a noi la dignità, ci permetta di essere altrettanto misericordiosi nei confronti di chi consideriamo indegno nella nostra benevolenza, ricordandoci quanto Tu hai fatto e continui a fare per noi, preghiamo
4. Gesù, tu che hai sempre accolto i piccoli e ti sei fatto povero tra i poveri, insegnaci ad avere fiducia in Te e a vivere nella consapevolezza che non ci abbandonerai mai, preghiamo
5. Fa’, o Signore, che possiamo rifletterci come in uno specchio con la tua gloria, affinché veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito, preghiamo
6. REPOSIZIONE
Preghiere personali
Preghiera universale
CANTO: TANTUM ERGO
Tantum ergo Sacraméntum
venerémur cérnui:
et antícuum documéntum
novo cedat rítui:
praestet fides suppleméntum
sénsuum deféctui.
Un così grande sacramento
veneriamo, dunque, chini
e il vecchio rito
ceda [il posto] al nuovo.
Supplisca la fede
all’insufficienza dei sensi.
Genitóri, Genitóque
laus et jubilátio,
salus, hónor, virtus quoque
sit et benedíctio:
procedénti ad utróque
cómpar sit laudátio. Amen
Al Genitore (il Padre)
ed al Generato (il Figlio)
sia lode e giubilo,
acclamazione, onore, virtù e benedizione.
A Colui che procede da entrambi (lo Spirito Santo),
sia rivolta pari lode. Amen
BENEDIZIONE
CANTO: GRANDI COSE
GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI,
HA FATTO GERMOGLIARE I FIORI FRA LE ROCCE.
GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI,
CI HA RIPORTATI LIBERI ALLA NOSTRA TERRA.
ED ORA POSSIAMO CANTARE, POSSIAMO GRIDARE
L’AMORE CHE DIO HA VERSATO SU NOI.
Tu che sai strappare dalla morte,
hai sollevato il nostro viso dalla polvere.
Tu che hai sentito il nostro pianto,
nel nostro cuore hai messo
un seme di felicità.