Gent.le parroco,
[…] il mio matrimonio, purtroppo, ormai comincia a farmi schifo […]. Mi domando che stiamo a fare insieme: lui è un tipo sempre più strambo, ridotto col male a uno straccio, non gli va mai bene niente di niente, si arrabbia, spara cavolate, […] I figli fanno i fatti loro, e io… io sembra che abbia sbagliato tutto nella vita.
Lettera firmata
Gentile Sig.ra,
mi permetta di risponderle con qualche stralcio di una lettera ricevuta 12 anni fa, che non ho avuto il coraggio di cestinare. «… Io questo ho chiesto al Signore, che mi aiutasse a formare una famiglia cristiana dove ci si ama, si prega insieme, si lavora, ci si aiuta e perdona… Ora che ho dovuto tagliare i ponti con la parrocchia, con le amicizie, eccetera… perché devo dedicarmi a mio marito 24 ore su 24, nonostante tutto, sento che lo amo ancora di più, ormai ridotto quasi a un vegetale, sì lo amo di più. Me lo bacio e me lo abbraccio, insieme preghiamo. Sento che la mia vita non è perduta, perché anche questo accompagnare mio marito, accudendolo in ogni sua necessità fisica, lo vedo come una missione e il Signore non mi fa mancare il suo aiuto e anche le gioie. Amarsi, ascoltarsi, aiutarsi, perdonarsi è stato sempre l’obiettivo della mia vita. Amare non vuol dire solo ricevere, ma soprattutto dare, anche quando non si riceve. Chi si sposa con l’idea che se non si va d’accordo ci si separa e buonanotte al secchio, ha già una mina innescata sotto i piedi». Cara signora, ci rifletta e provi a fare qualcosa del genere, chissà che…