Sono da pochi giorni stati resi noti i risultati delle elezioni politiche 2013. L’Italia si è svegliata con un nuovo quadro politico, dalla composizione inattesa e sorprendente. I dati definitivi danno una netta vittoria del Movimento 5 Stelle, una vittoria contenuta del PD ed una significativa tenuta del PDL. I titoli di giornali parlano dVoto Choc (Il Corriere della Sera) e Scontento Stellare (Avvenire) tutti a cercare di dare ragionevolezza e razionalità ad un quadro che non l’ha per niente. Gli italiani questa volta hanno dato ascolto al loro mal di pancia, al malessere che pervade da molti anni la nostra società e che le promesse della politica non ha risolto, ma solo aggravato. Il voto che è uscito dalle urne, grida di rabbia, di stanchezza e di richiesta di ascolto. Il divario tra la politica e la gente negli ultimi anni era divenuto sempre più ampio e Grillo ha saputo cogliere e dare voce a questo malessere.
NE VINTI NE VINCITORI
Ma il voto dato a Grillo se da una parte, da voce a chi non riusciva più ad essere considerati dai palazzi della politica, dall’altra parte ci pone di fronte ad una serie di perplessità: – non si basa su progetti di lungo periodo, ma solo risposte a problemi concreti, dunque mancanza di progettualità; – è un movimento nato su internet, dove i requisiti per accedere ed iscriversi erano compilare un modulo, e il resto degli Italiani che non sono sulla rete che rappresentatività hanno avuto? – Non abbiamo avuto modo di conoscere i volti ed il pensiero dei candidati, ed anzi non è loro data possibilità di esprimere altri pareri se non quelli del movimento.
NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE
- Non intende scendere a patti con i partiti politici e si pone in posizione di osservazione al parlamento “valutazione ed eventuale appoggio riforma per riforma”. La storia insegna che è facile distruggere rapidamente, molto più difficile è ricostruire dalle macerie. Ben venga cambiare il sistema, ma il metodo Grillo mi ricorda qualche cosa nella storia dell’ultimo secolo molto vicina a forme dittatoriali piuttosto che democratiche. Ben vengano nuovi parlamentari, facce nuove, sconosciute, ma non bastano le facce nuove per ricostruire un paese e ridargli futuro. Ci vogliono idee, progetti e valori. Ci vuole senso civico e passione per il bene comune. Se vogliamo veramente cambiare questo paese non è con le parolacce e le volgarità che si diventa più incisivi. Ed in questo niente di nuovo pare sia cambiato.
Emma Ciccarelli
Presidente del Forum
delle Associazioni Familiari
del Lazio