Nell’acqua corrente non si vedono le stelle. I fiori artificiali si fanno in un giorno solo ma restano sempre senza profumo. Insomma, la fretta ci fa lo sgambetto! La fretta insidia tutto, a partire dall’educazione. Solo le pause costruiscono. A condizione che siano intelligenti, come le quattro che proponiamo.
La pausa tavola
È incredibile la valenza educativa del mangiare seduti attorno ad una tavola!
• A tavola si esperimenta la bellezza dello stare ‘insieme’ e non solo ‘accanto’ come le sedie.
• A tavola si parla. Per questo non si invita mai la televisione, né a pranzo né a cena.
• Ancora per questo si disattivano tutti gli strumenti della comunicazione digitale (telefonini, tablet, iPad, smartphone…).
• A tavola ci si rilassa. Non si fa l’interrogatorio di sesto grado per indagare su un insuccesso scolastico.
• A tavola si ride. Si mettono tra parentesi fastidi e preoccupazioni.
• A tavola ci si colloca l’uno davanti all’altro perché gli occhi possano incrociarsi e parlarsi.
• A tavola non ci si accorge solo se la minestra è cattiva, ma anche quando è buona, per ringraziare chi l’ha preparata.
• A tavola i cibi si gustano, non si trangugiano.
In una parola, a tavola si comprende che non è per nulla esagerato ciò che dice il nostro regista cinematografico Ermanno Olmi (1931): “Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico!”.
La conclusione si impone: la pausa tavola è da salvare ad ogni modo, almeno una volta al giorno, preferibilmente di sera, per la cena! Dunque ci mettiamo d’accordo perché nessuno manchi, anche a costo di qualche sacrificio.
La famiglia si costruisce di sera, seduti attorno al tavolo! Quello di casa, in primo luogo, e, di tanto in tanto, attorno a quello della pizzeria. Il portafoglio potrà forse essere un po’ dissanguato, ma l’incremento della tenuta della famiglia e del suo potere educativo è assicurato!
La pausa panchina
Sedersi su una panchina, estrarre un libro dalla tasca e mettersi a leggerlo è una seconda pausa intelligente. Com’è intelligente la lettura! La lettura sfama lo spirito. La lettura è l’antiruggine del cervello. È uscire da sé e incontrare qualcuno. Chi legge vive due vite: la sua e quella dello scrittore. In una parola: la lettura è la medicina più efficace per le anime anoressiche e rachitiche. Che cosa vogliamo di più per convincerci del potenziale educativo della pausa panchina?
La pausa ecologica
Fanno paura i ragazzi che conoscono ogni cosa del computer, ma non sanno nulla della poesia del chiarore della luna, del profumo del glicine, della simmetria delle stelle marine, della raffinatezza delle libellule. Sono ragazzi disincantati, aridi, senza vibrazioni interiori. Ragazzi che non hanno mai sperimentato la pausa ecologica. Pausa necessaria! Abbiamo bisogno di sentire il tonfo delle castagne, di contemplare il mare, di accarezzare un fiore. La pausa ecologica è terapeutica. È provato che gli ammalati che vedono alberi dalla loro camera guariscono prima degli ammalati chiusi in camere cieche. È accertato che il contatto con la natura abbassa la tensione, attenua l’aggressività, rende piacevole la vita. Il valore umanizzante della pausa ecologica è così sicuro che qualcuno è arrivato a dire che contemplare il tramonto dovrebbe essere prescritto dal medico!
Da parte nostra siamo certi che i ragazzi che non possono godere della pausa ecologica, non ringrazieranno mai d’essere nati!
La pausa preghiera
Lo scrittore fiorentino Giovanni Papini (1881-1956) era solito dire che “per innalzarsi (il che è come dire: ‘per educarsi’) l’uomo ha bisogno di inginocchiarsi”. No, nessuna esagerazione! La pausa preghiera è una pausa superiore. La preghiera ingentilisce l’io (ricorda che esiste il “Grazie”) tonifica l’io (è una vera e propria forza) dilata l’io (invita a decentrarsi, ad uscire da sé) lo rende profondo (pregare è indagare sullo stato della propria salute spirituale). Sono brevi cenni, comunque tutti rigorosamente giustificabili, come abbiamo fatto altrove. Brevi cenni ma forse sufficienti per convincerci che chi decide di camminare con la schiena dritta dal mattino alla sera non può fare a meno di ritagliarsi un quarto d’ora di tempo ogni giorno per bisbigliare con Dio.
È inutile remare, se non si sa dove andare
Ecco le nostre quattro preziose pause pedagogiche concentrate al massimo, per avere un breve spazio ancora per una confidenza. Molti lettori, forse, stanno pensando all’ingenuità delle nostre proposte che appaiono mille miglia lontane dalla realtà concreta. Impraticabili! Sì, avete ragione! Facile è scrivere, difficile è vivere! Può sembrare ironico suggerire di contemplare il tramonto quando, di fatto, si è circondati da muri di cemento armato! Ingenuo il richiamo alla preghiera quando le menti sono cariche di mille preoccupazioni…Sì: facile è dire, difficile è agire! Però ci pare di poter subito aggiungere che anche il “dire” ha la sua importanza insostituibile. Le parole indicano una meta ideale da raggiungere. Guai se mancasse tale segnaletica. Le nostre parole non vogliono colpevolizzare alcuno; tanto meno scoraggiare.
I genitori non sono da rifare: sono da aiutare!
(Tratto da IL BOLLETTINO SALESIANO – Autore PINO PELLEGRINO)