Caro padre,
… vivo un periodo particolare della mia vita, il rapporto con Cristo sembra irrimediabilmente compromesso… Da 23 anni lo supplico affinché mi aiuti a trovare un lavoro. In questa mia affannosa ricerca non ho mai fatto affidamento sugli uomini, non ho mai chiesto nessuna “raccomandazione”. Nonostante una laurea, non sono mai riuscito a concludere niente. Ho lavorato solo per brevi periodi ma quando arrivava il momento di una vera assunzione: “ci spiace ma non possiamo farci niente” e veniva assunto un altro. Tutto questo ha disintegrato la mia fede [… ] Due volte la settimana vado in un santuario per fare il mio turno di Adorazione Eucaristica. Non vado per Cristo ma per me stesso: mi riposo, non penso a niente. È come se Cristo non esistesse, il mio unico fine è assaporare la quiete interiore… Sono stanco perché è come se portassi tante croci … Il risultato è che mi sono allontanato da Cristo, sono diventato tiepido.
Questa email è generata dal form della pagina “Lettere al parroco” del sito della Parrocchia Don Bosco
Caro signore,
non comprendo il suo modo di rapportarsi con il Signore, attendendo che Lui che si dia da fare per un posto di lavoro a suo favore. Non ho mai realizzato che Cristo potesse essere un funzionario del Padre Eterno addetto a trovar lavoro alla gente. Allora a che ci serve la testa? (leggi intelligenza) che Dio ci ha regalato, munita di un’infinita serie di capacità?… È lei che deve gestire la sua vita, che deve darsi d’attorno per cercare un lavoro, che deve, chiedere, individuare, inseguire, esplorare, scandagliare, insistere, fino a importunare (è Vangelo!). Cristo non è un impiegato dell’Ufficio del Lavoro. Glielo ripeto: il Vangelo chiede di chiedere fino a disturbare, chiede di inventare, di far valere i propri talenti, non di pretendere che Dio che glieli ha dati poi debba prendersi la briga di farli fruttificare… Si muova, si agiti, passi all’azione, s’infiammi, inventi, si accalori, protesti…