La preghiera dopo la comunione conclude l’azione eucaristica. Con Cristo nel cuore e il ringraziamento al Padre abbiamo ottenuto tutto e tutto donato. L’assemblea può sciogliersi e questo avviene dopo i riti di conclusione, che comprendono:
Brevi avvisi
La Santa Messa è anche un momento importate d’incontro del sacerdote con i fedeli. E’ naturale che egli approfitti dell’occasione per qualche comunicazione di carattere pastorale. Gli avvisi naturalmente devono essere brevi.
Benedizione e saluto
La benedizione, con cui si conclude la Messa, è preceduta dal saluto augurale: “Il Signore sia con voi”, cui l’assemblea risponde : “E con il tuo spirito”. Viene impartita a braccia allargate, quale segno di affezione con l’intenzione di abbracciare tutti, con un largo segno di croce e con la formula: “Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo” , cui il popolo risponde: “Amen”. In alcuni giorni e in certe circostanze si può arricchire con l’orazione sopra il popolo o con un’altra forma più solenne.
Congedo del popolo
L’ultima frase della Santa Messa è: “La Messa è finita, andate in pace”, che è la traduzione dell’ “Ite missa est“, antico invito proveniente dalla tradizione romana, che nell’ambito civile serviva come formula conclusiva delle assemblee, specialmente parlamentari; fu presa e trasferita nell’assemblea del popolo di Dio e fu impiegata quando si congedavano i catecumeni, poi fu trasferita al termine della celebrazione eucaristica. E’ l’unica volta che nella celebrazione eucaristica la Cena del Signore viene chiamata “Messa”, ma forse si tratta di una traduzione non esatta, perché il termine latino “missa” indica piuttosto “missio”, ossia congedo e allora la traduzione migliore sarebbe: “Andate è (il momento del) congedo”. E’ un invito a rientrare nella vita quotidiana, alle sue opere di bene, lodando e benedicendo Dio, con la pace apportata dall’Eucaristia. All’invito del sacerdote, il popolo risponde: “Rendiamo grazie a Dio”. All’invito e alla risposta, nel periodo pasquale, si aggiunge: “Alleluia”.
Congedo del sacerdote
Il sacerdote si congeda dall’altare baciandolo e facendo la riverenza alla croce e al tabernacolo se questo è collocato nello spazio del presbiterio. L’altare rappresenta Cristo, in quanto luogo del sacrificio consumato e del banchetto offerto, perciò il sacerdote come lo ha baciato all’inizio, fa lo stesso nel congedarsi. Poi il sacerdote, e, se ci sono, gli altri ministri, che hanno anche essi fatto un atto di riverenza all’altare e alla croce, tornano in sacrestia.
L’assemblea si scioglie in maniera molto sobria. La pietà popolare ha aggiunto un canto finale, segno di gioia, omaggio e ringraziamento, che si canta muovendosi.
Bibliografia
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Redentionis sacramentum L.E.V. 2004
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T. Schnitzler Il significato della Messa C. N. 1993
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