Fraternamente
don Giancarlo
Dicembre il mese della santa festa che ha fatto cristiane anche le nevi: (ne parla il vento con sussurri brevi
ai sassi del ruscello, alla foresta)…
La terra tutta è un gran presepe in festa.
Questa notte Gesù fa compagnia al povero, al fringuello, al camminante che come foglia fluttua per la via.
Cari fratelli,
questi pochi versi di don Cesare Angelini prete/poeta ci immergono delicatamente nella Notte Santa, cantata da cento poeti, suonata da cento musicisti, esaltata da cento pittori, scolpita da cento scultori… Rappresenta un presepe speciale, grande quanto il mondo.
Sì, la terra può essere un presepe, ma, ahimè, non è così. Vorremmo che quella Notte abbagliasse con il suo splendore ogni parte del globo, soprattutto là dove, al posto dei canti degli angeli, tuonano tragiche le bocche dei cannoni e deflagrano le bombe. Tutti lo vorremmo, pur sapendo che è solo un sogno. Ma a Natale è permesso sognare, è permesso chiedere un miracolo al miracolo della nascita di un Dio che si fa uomo: evento da brivido… di speranza non di disperazione, di gioia non di paura.
È Natale e gli auguri sono d’obbligo. Li faccio con slancio gioioso a tutti voi rubando due semplici versi a un altro poeta, Carlo Betocchi:” Nella tristezza dell’esistere – Sotto il notturno lembo di Natale – Ecco una luce che non ha l’eguale!”
Buon Natale a tutti voi.
Il parroco