Salve, le volevo chiedere un consiglio… Vivo una situazione lavorativa molto difficile sono arrivata a non poterne più.. sono continuamente presa di mira dai titolari che istigano contro di me i dipendenti. Forse vogliono che mi dimetta. È una situazione allucinante, sono giunta al limite [...] Vorrei licenziarmi nella speranza di trovare un posto dove possa star bene, ma ho paura […]
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Sig.na,
come cristiani non siamo fatti per arrenderci! “La vita è una lunga pazienza”, ha scritto qualcuno, non si faccia, dunque, rapire dal “limite”… è una brutta bestia. Continui perciò a camminare, ma non verso il precipizio. Se viene presa di mira dai titolari al lavoro o da chi per essi, non dia loro la soddisfazione di averla vinta, perché questo le appesantirebbe il cuore per il resto dei suoi giorni. Le scappatoie sono molte:
- A livello di lavoro i sindacati esistono ancora, la magistratura c’è ancora.
- A livello di coscienza… Ecco: la coscienza non muore eccetto che l’ammazzi chi ce l’ha, cioè lei stessa.
- A livello umano, le porto l’esempio del Cristo, il quale un giorno si è rammaricato che i figli delle tenebre fossero più furbi dei figli della luce!. Insomma ci ha esortato ad essere più scaltri.
- A livello cristiano, Gesù non l’ha data vinta a nessuno, ha sempre detto ciò che doveva dire, fino all’insulto: “Razza di vipere, sepolcri imbiancati, guai a voi ipocriti”, ecc. e la sua fine (la fine di Cristo intendo) è stata una vittoria non una sconfitta, lui stesso ne era consapevole: “Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me!”.
Signorina, se lei in coscienza è convinta di avere ragione e di subire ingiustamente lo stalking di titolari e/o colleghi/e, si armi di quella imperturbabilità che lascia di stucco i molestatori. Fa più effetto la serena inalterabilità di chi è sotto tiro che non la gragnola di sferzate di chi cerca di destabilizzare la vittima di turno. Lasci che si stanchino prima loro che non lei. Non li veda (come fosse cieca), non li senta (come fosse sorda), non ci badi (come fosse insensibile); continui a fare quello che deve, la propria serena imperturbabilità è la risposta migliore. E pensi di avere come invisibile compagno di strada quel “Figlio dell’uomo”, come Gesù si qualificava, che ha smontato la superbia dei superbi e ha dato credito all’umiltà degli umili. E non dimentichi che la superbia è infinitamente più fragile dell’umiltà.