Sabato 7 maggio, la nostra parrocchia vivrà il suo giubileo, presso dei luoghi importanti per Roma e per la fede del mondo intero. Sotto trovate il programma, le iscrizioni in Sacrestia. E’ aperto a tutti!
14. Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi. (da “Misericordiae Vultus” – Papa Francesco)
PROGRAMMA
1. PARTENZA: ore 8,30 dal Sagrato della Basilica, in pulman
2. QUO VADIS:inizio del Pellegrinaggio a piedi lungo tutto il viale del Comprensorio Callistiano
3. PORTA SANTA: presso la Basilica di San Sebastiano (ore 10,45)
La Basilica di San Sebastiano si trova al IV miglio dell’antica via Appia. Originariamente denominata Basilica Apostolorum, fu costruita per volere dell’Imperatore Costantino nel IV sec. d.c. in onore degli Apostoli Pietro e Paolo. Infatti, secondo la tradizione della chiesa, durante le persecuzioni di Valeriano del III sec. d.c., le reliquie degli Apostoli furono qui nascoste e venerate per circa cinquant’anni. Nel corso del tempo la venerazione a San Sebastiano, ha prevalso nella denominazione del cimitero e della basilica, oggi a lui dedicata.
4. SANTA MESSA: nella Basilica di San Sebastiano (ore 11,00)
La chiesa è eretta sul luogo dove, secondo un episodio narrato negli Atti di Pietro , l’apostolo Pietro, che fuggiva da Roma per sottrarsi alle persecuzioni di Nerone, avrebbe incontrato in visione Gesù. Secondo questo racconto, Pietro pose a Gesù la domanda “Domine, quo vadis?” (“Signore, dove vai?”), e alla risposta di Gesù, ”Eo Romam iterum crucifigi” (“Vengo a Roma a farmi crocifiggere di nuovo”), Pietro capì che doveva tornare indietro per affrontare il martirio. Sebastiano fu condannato ad essere trafitto dalle frecce. Creduto morto dai soldati, che lo avevano trafitto, fu lasciato lì in pasto agli animali selvatici, ma la nobile Irene che andò a recuperarne il corpo per dargli sepoltura, si accorse che il tribuno non era morto e trasportatolo nella sua casa sul Palatino, prese a curarlo dalle numerose ferite. Miracolosamente Sebastiano riuscì a guarire e poi nonostante il consiglio degli amici di fuggire da Roma, decise di proclamare la sua fede di nuovo davanti a
Diocleziano e al suo associato Massimiano.