Scrivo perché vorrei un suo parere […] (Moglie e mamma di due figli) e tanti tradimenti […]. Ho sopportato in silenzio. A un certo punto sembrava potesse essere tutto risolto… macché! Dopo qualche pausa tutto è ricominciato come prima, addirittura con una persona anziana […] che schifo! […].
(via e-mail)
Gentile Signora,
Mi scuso prima di tutto di aver drasticamente sunteggiato la sua lunga lettera. Le storie di tradimenti, ripensamenti, ritorni, ricadute, ecc. condite di perdoni e giuramenti tipo “Amo solo te!”, ma se la spassa con un’altra, è minestra antica. Chi ama sa perdonare, chi tradisce sa solo ferire. Col tempo, purtroppo la ferita incancrenisce e il dolore, la confusione, la delusione e un po’ anche la rabbia aumentano a livello esponenziale. Ahimè, “niente di nuovo sotto il sole!”, come afferma il biblico Qoelet. Il quale, però, non vuole comunicare l’inevitabilità della resa. L’uomo ha dentro di sé una riserva di energie che, sfruttate a dovere, anche e soprattutto con l’aiuto della fede, possono non solo permettere di sopravvivere ma anche di cambiare la situazione, fortificando prima di tutto lei stessa e incidendo in modo positivo sul partner.
L’imperativo è non arrendersi. Abbandonarsi alle circostanze avverse è come aver perso la battaglia, e quel che è peggio, è come se lei stessa fosse la causa di quel disastro. “A ciascuno il suo”, predica uno dei principali precetti del diritto romano, perciò lasci la colpa a chi è colpevole, lei continui a vivere, lottare e sperare. È meglio e bello combattere. Chi combatte è ben vivo, chi s’arrende è più che morto.