Matteo 5, 1-12: In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
UNA MOLTITUDINE IMMENSA DI SANTI
I santi sono come i fiori che esprimono la vitalità dell’albero secolare della Chiesa. Questa nostra Madre ci appare come “Madre di Santi”: essi non le sono mai mancati e non le mancheranno mai, perché lo Spirito non abbandona mai la sua Sposa. Essi sono quella “moltitudine immensa che nessuno poteva contare”, di cui parla l’Apocalisse. Una folla in cammino, pellegrinante verso la patria: come nelle processioni, una parte di essi è già entrata nel tempio ( sono i Santi ) e un’altra è ancora in cammino (siamo noi). L’itinerario è quello delle Beatitudini, tracciato una volta per tutte da Cristo. In questa folla ci sono gli eroi canonizzati e ci sono anche gli umili anonimi, senza aureola in terra, che hanno vissuto le beatitudini senza scalpore, con il materiale mediocre della vita quotidiana. Potessimo vederli riconosceremmo il volto di molte persone care, che sono già passate dalle “beatitudini” alla “beatitudine” del cielo. ( Mariano Magrassi )
LA CHIESA CELEBRA SE STESSA
Nella solennità di “ Tutti i santi” la Chiesa celebra se stessa. Festeggia la sua dignità di madre dei santi. Canta la propria bellezza di sposa immacolata del Verbo, modello, sorgente e autore di ogni santità. Esprime la sua gioia nel riconoscersi assemblea dei figli di Dio, fratelli di Cristo, ospiti dello Spirito Santo. La Chiesa è ben conscia di avere nel suo seno dei peccatori. Lo sa per una dolorosa esperienza quotidiana. E’ convinta però che i peccatori non possono alterare la sua natura e contaminare irrimediabilmente la sua veste bianca. Nonostante tutto, la Chiesa è, e rimane nella sua identità di corpo mistico di Cristo. Gesù, il suo capo è santo di santità infinita e perenne, il principio vitale, colui che ne è l’anima, lo Spirito Santo è dono di santità da parte di Dio, la Chiesa si nutre e vive della parola santa di Dio e dei Sacramenti, che sono mezzi di santificazione. E molti suoi figli sono santi. Essi sono nostri amici, ci vogliono bene ci aiutano, rafforzano la nostra speranza e ci stimolano ad affrettare il passo per raggiungerli. I peccatori poi rimangono nella Chiesa non per il loro peccato ma per quanto hanno di santo : il sigillo del battesimo, la fede nella parola santa, i vincoli col Re eterno. ( Vincenzo Raffa )
SANTITA’ E GIOIA
La santità non è tristezza, sottrazione di umanità, mortificazione di quanto è vitale. E’ esattamente il contrario. Basti pensare ai santi più o meno famosi della storia recente del cristianesimo, che sono altrettanti testimoni di vitalità, di gioia, di entusiasmo di esistere. Tra i Santi più noti si può citare S. Francesco, il grande poverello di Assisi, dalla gioia serena e schietta, ammiratore di ogni realtà del mondo, vista con gli occhi di Dio e amata col suo cuore, o Caterina da Siena, santa modernissima, protagonista, senza complessi, anche di fronte alle supreme autorità della Chiesa, o Teresa di Lisieux, giovane santa dal cuore traboccante di amore e di gioia, o Filippo Neri, o Giovanni Bosco, o Teresa di Calcutta…. o Domenico Savio che poteva asserire : “ Noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”.
SANTI PERCHE’ DIO E’ SANTO
Parlare di “santi” significa anzitutto parlare di santità. Significa, in concreto, fare riferimento alla caratteristica che la Sacra Scrittura attribuisce propriamente a Dio. E’ Lui il “Santo” per eccellenza. E questo significa che Dio e 1’ ”Altro”, il “Differente”, Colui che supera, che va oltre ogni limite, colui che è perfetto, che si identifica con la pienezza della vita. Egli è il “vivente”, il Padre dell’amore e della misericordia. Ogni altro essere è imperfetto. Tuttavia, ogni uomo e ogni donna, creati ad immagine di Dio, redenti e irrobustiti dalla grazia meritata da Cristo e dal dono dello Spirito Santo, possono e devono aspirare alla “santità” di Dio. ( L Pedovese)
PREGHIERA (pregare la parola)
- Dio onnipotente ed eterno, che doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare in un’unica festa i meriti e la gloria di tutti i Santi, concedi al tuo popolo, per la comune intercessione di tanti nostri fratelli, l’abbondanza della tua misericordia. (Colletta della Solennità di Tutti i Santi )
- Il Vangelo delle beatitudini rimanga sempre per noi “bella notizia” che ci porti a vedere il mondo e la vita con i tuoi occhi, o Signore, e a trovare nelle proposte di Gesù la via della libertà e della gioia. ( D. Pezzini )
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Lasciamoci plasmare dallo Spirito Santo, che ci renderà conformi all’immagine del Figlio di Dio , capaci di rivelare in noi il volto del Padre.