Dagli scritti di don Adolfo L’Arco
Pascal insegna che bisogna aver cura di compiere le piccole cose come se fossero grandi per rispetto alla presenza di Dio che le crea con noi; nello stesso tempo dobbiamo compiere le grandi cose come se fossero piccole, considerando la sua onnipotenza. In altri termini:
dobbiamo lavorare col massimo impegno perché collaboriamo con Dio e con la somma umiltà, perché siamo semplici suoi strumenti.
La forma più pratica per lavorare secondo questo spirito è lavorare con Maria. La sua presenza nobilita ogni nostra azione; il suo aiuto genera in noi una gioiosa umiltà e moltiplica le forze. L’abate Chautard aveva applicato all’astuccio degli occhiali una immaginetta della Vergine, a cui durante la conferenza rivolge va spesso lo sguardo. Così con disinvoltura e senza richiamare l’attenzione dell’uditorio incrociava gli sguardi con quelli della Madonna. Don
Orione portava sempre con sé un’immagine della Madonna ed a Lei si raccomandava di continuo con la sua caratteristica giaculatoria: « Ave Maria, e sempre avanti! »
Accorgimenti minuscoli? Anche il trampolino di lancio è poca cosa!
Un povero fruttivendolo offrì la sua cesta di frutta ai muratori che erigevano il tempio di Maria Ausiliatrice, ma non volle accettare un invito a pranzo rivoltogli da Don Bosco per non vedersi, come egli diceva, restituito quanto aveva offerto. E siccome Don Bosco obiettava che l’offerta era stata fatta alla Madonna, mentre il pranzo era offerto da lui, il buon uomo rispose: «Forse non capisco io che il portafogli di Don Bosco è il portafogli della Madonna?»
Scrive Don Albera: «Non si cancellerà mai dalla mia memoria l’impressione che provavo nel vedere il nostro buon Padre dare la benedizione di Maria Ausiliatrice agli infermi. Mentre recitava l’Ave Maria e le parole della benedizione, si sarebbe detto che il suo volto si trasfigurasse: i suoi occhi si riempivano di lacrime e la voce gli tremava sul labbro».