Dagli scritti di Paula Hoesl
Amerò la mia croce, mio Dio, perché Voi avete amato la vostra. Cos’è l’amore se non un grande desiderio di assomigliare? Quando siete venuto sulla terra avevate la possibilità della scelta e non avete scelto né la ricchezza, né il successo né la felicità.
Le mani che hanno sofferto sono le più dolci per curare. Gli occhi che hanno pianto sanno vedere più chiaramente. I cuori che hanno distrutto in se stessi la felicità e l’egoismo possono aprirsi meglio agli altri. Ma non basta soffrire, bisogna soffrire bene. Perché erano in due ai lati di Gesù sulla cima del Golgota. Il buono ed il cattivo ladrone, e le loro sofferenze erano uguali.
Ma l’uno osservava Gesù e capiva, e le parole di rivolta, le bestemmie, le mormorazioni si sono fermate sulle sue labbra. Egli ha capito che se l’innocenza soffriva, il peccatore doveva accettare la sua sofferenza. Ha guardato Gesù ed ha imitato la sua dolcezza, la sua accettazione, il suo abbandono.
Egli ci ama. Senza sosta ci stringe tra le braccia del suo amore.
Quale gioia amare e sentirsi amati in questo modo. Santa Maria, Madre di Dio, aiutami a capire che la mia croce, se la stringo con amore al cuore, un giorno fiorirà tra le mie braccia come un cespuglio di rose.