Dagli scritti di Paula Hoesl
Vedendoti camminare, o Vergine, nella gioia della tua bontà che previene, voglio fare sinceramente il mio esame di coscienza.
Per me gli altri esistono veramente? So vedere, sulla scena del mondo, altro che non sia la proiezione del mio io?
Io, ancora io, sempre io, come fossi il centro del mondo. Mi chiudo nella mia casa, nel cerchio delle mie simpatie. «Se non amate che i vostri amici… » ha detto Gesù con tono di rimprovero. Dimentico tanto spesso che esistono gli altri, quelli che io non chiamo « miei amici » e che nondimeno sono di più ancora, « miei fratelli » « mie membra » come dice S. Paolo. Sono là, lontani e vicini. Non ho anch’io una vecchia cugina, che non si trova nella gioia di una bella attesa, ma nella solitudine della sua casa e del suo cuore, in lotta con le difficoltà del presente?… Non ci sono, non a cinque giorni di cammino, ma nella mia stessa via, nella mia casa, esseri che portano il peso della loro vita, come me, e verso i quali sarebbe facile volgere uno
sguardo di attenzione, se il mio orizzonte non fosse così limitato?
O Maria, insegnami ad uscire da me stessa e dalla mia vita per guardare ai miei fratelli, per «vedere» la vecchia sola dalle gambe malate che ho spesso incontrato per le scale; per vedere la bambina che sale con una canzone sulle labbra; la fornaia dietro il suo banco che si arrangia da sola perché ha il marito malato; la donna di servizio che mi fa la pulizia, senza che io sappia ancora se ha dei bambini; e la mia collega dallo sguardo tanto triste di cui non mi sono preoccupata di sapere il motivo; tutti i miei fratelli e le mie sorelle che la vita mi ha dato come
compagni di viaggio.