Dagli scritti di Igino Giordani
Nessuna creatura ha mai raggiunto l’altezza spirituale della Vergine; e nessuna l’ha fatto con più semplicità. Non ci sono stati corsi complicati d’ascetica e di mistica, nella sua carriera; c’è stata la cucina, il pollaio, la lavanderia, la bottega, c’è stato il lavoro e il dolore, elementi di cui ella ha fatto, attimo per attimo, i motivi della elevazione a Dio. Parole e cose di provenienza divina erano da Maria conservate e meditate nel suo cuore. Le sue mani lavoravano; la sua anima pregava: amando, si avvicinava ogni giorno di più a Dio, per le scale della preghiera e del lavoro.
Imitare Maria è farsi santi nella propria condizione,
in qualunque situazione, di continuo tra fatti, parole, sentimenti, e cioè le offese e i dolori, l’amore e le gioie, le fatiche e i malanni, in materiali d’ascesi: gradini di pietra per salire a Dio, corone di spine per imitare Cristo, penitenze d’ogni sorta per nobilitare il cuore.
L’amore di Dio, la sua grazia, consentono di continuo il cambiamento del mediocre in sublime, della bruttura in bellezza; un ricondurre in Dio ogni rivolo di storia; un superare con la vita la morte.