Giovanni 8, 1-11: 1 In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2 Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3 Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo 4 e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6 Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di’ accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7 Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8 E, chinatesi di nuovo, scriveva per terra. 9 Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10 Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11 Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Giovanni 8, 1-11
In quel tempo Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma all`alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell`interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch`io ti condanno; và e d`ora in poi non peccare più».
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
Questa pericope non faceva parte del Vangelo di Giovanni e manca nei più antichi manoscritti greci. Per forma e stile è uguale alle narrazione dei sinottici e tratteggia il contegno di Gesù di fronte ai peccatori in maniera uguale a quella che si osserva nei primi tre Vangeli. Alcuni codici la collocano nel Vangelo di Luca. E’ possibile che il racconto conosciuto dall’inizio non venisse accettato in un Vangelo canonico, data la rigida disciplina ecclesiastica nei confronti dell’adulterio. Il brano è comunque canonico, accolto dai primi tempi nella Chiesa e presente nel decreto sul canone della S. Scrittura del Concilio di Trento.
MONTE DEGLI ULIVI …TEMPIO (1)
Secondo il racconto dei Sinottici durante la settimana della passione Gesù passava la notte sul monte degli Ulivi e la giornata al Tempio ad insegnare. Si può supporre che l’episodio della donna adultera avvenga in quel periodo, e in certi codici lo troviamo nel Vangelo di Luca situato proprio in prossimità della cena pasquale, dopo 21, 38.
SCRIBI E FARISEI (3)
Nel quarto Vangelo gli scribi sono nominati solo in questo episodio, mentre i Sinottici li presentano spesso tra i nemici di Gesù, e li abbinano ai farisei. Scribi e farisei, conoscendo la mitezza di Gesù nei confronti dei peccatori, gli tendono un tranello per metterlo o contro la legge o in contraddizione col suo insegnamento o anche contro le disposizioni romane che aveva vietato ai Giudei le condanne a morte. Da questo punto di vista il racconto assomiglia all’altro del tributo dovuto a Cesare (Mt 22, 15-22)
DONNA SOSPESA IN ADULTERIO (3)
Probabilmente si tratta di una donna sposata. Solo alcuni pensano si tratti di una fidanzata. Forse non era stato ancora pronunziato il giudizio ufficiale del tribunale religioso.
LAPIDARE (5)
Secondo Lv 20 10 e Dt 22, 23-24 era prevista in questi casi la pena di morte, ma se la donna era sposata non era specificato il modo.
SCRIVERE (6)
O è un gesto di disinteresse e di imperturbabilità, oppure è un gesto simbolico che richiama Geremia 17, 13: “ Sulla polvere verrà scritto chi si allontana da te, perché ha abbandonato il Signore, la sorgente di acqua viva”.
CHI DI VOI E’ SENZA PECCATO (7)
I testimoni, seguiti da tutto il popolo, dovevano scagliare le prime pietre. (Dt 17, 7). Gesù riporta il giudizio al cuore dell’uomo e invita gli accusatori a giudicare prima se stessi. Con questo invito il processo è subito svuotato. Poi Gesù scrive di nuovo per terra, lasciando ognuno davanti al tribunale della propria coscienza.
COMINCIANDO DAI PIU’ ANZIANI (9)
Può trattarsi dei più vecchi o di coloro che si erano presentati come giudici, quindi con una responsabilità speciale. Gli inquirenti si accorgono che corrono il pericolo di compromettersi e imbarazzati se la svignano uno dopo l’altro.
RIMASE GESU’ CON LA DONNA (9)
S. Agostino commenta: “Restarono solo due: la misera e la misericordia”.
NESSUNO, SIGNORE (11)
Non c’era stata nessuna sentenza del sinedrio. Il caso era un colpo mancino montato contro Gesù.
NEANCH’IO TI CONDANNO (11)
Gesù non la condanna, ma l’ammonisce severamente a non peccare più. La misericordia di Gesù non è indifferenza morale. Egli condanna chiaramente quanto ha fatto, comanda di non peccare più, perdona e ridà fiducia.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
PER METTERLO ALLA PROVA
Considerate ora in qual modo la bontà del Signore fu posta alla prova dai suoi nemici. “….per metterlo alla prova, in modo da poterlo accusare” (Gv 8, 6). Accusarlo di cosa? Forse avevano colto anche lui in qual che delitto?… E siccome i suoi nemici, per invidia e per rabbia, non riuscivano a sopportare queste due qualità, cioè la sua dolcezza e la sua verità, cercarono allora di tendergli un tranello sulla terza, cioè sulla giustizia.……..la loro invidia si accresceva, ardeva il loro desiderio di accusarlo, diveniva piú forte la voglia di condannarlo. Cosa li spingeva a parlare in questo modo, e contro chi parlavano? Era la perversità che tramava contro la rettitudine, la menzogna contro la verità, il cuore corrotto contro il cuore retto, la stoltezza contro la sapienza… (Agostino, Comment. in Ioan., 33, 4-8)
RISPOSTA SAGGIA
Cosa rispose il Signore Gesú? Cosa rispose la verità, la sapienza, la stessa giustizia contro la quale era diretta l`insidia?…..Cosa rispose? Considerate quanto la sua risposta sia contemporaneamente carica di giustizia, di mansuetudine e di verità! Disse: “Chi di voi è senza peccato scagli per primo una pietra contro di lei” (Gv 8,7). Risposta piena di saggezza! In che modo li costrinse a guardare dentro se stessi? Essi infatti calunniavano gli altri, ma non scrutavano in se stessi: vedevano l`adulterio della donna, non i loro peccati.….. (Agostino, Comment. in Ioan., 33, 4-8)
GESU SCRIVE PER TERRA
Che cosa ha voluto mostrarvi ancora, quando scriveva con il dito in terra? Ha voluto mostrarvi che la legge è stata scritta col dito di Dio e che, a causa della durezza dei cuori, essa è stata scritta sulla pietra (cf.Es 31,18). E ora il Signore scriveva sulla terra perché cercava il frutto della legge. Voi avete inteso: «si compia la legge», «sia lapidata l`adultera»: ma nel punire la donna, la legge dovrà essere applicata da coloro che a loro volta debbono essere puniti? Ciascuno di voi consideri se stesso, entri in se medesimo, si ponga dinanzi al tribunale della sua anima, si costituisca alla sua coscienza, e obblighi se stesso a confessarsi. Egli solo sa chi è, poiché nessun uomo conosce i segreti di un altro, se non lo spirito medesimo dell`uomo che è dentro di lui. Ciascuno, guardando in se stesso, si scopre peccatore (cf. 1Cor 2,11). Non c`è alcun dubbio su questo….(Agostino, Comment. in Ioan., 33, 4-8)
RESTARONO LA MISERA E LA MISERICORDIA
Essi, colpiti da queste parole come da una freccia grossa quanto una trave, “uno dopo l`altro se ne andarono” (Gv 8,9). Restano solo loro due, la misera e la misericordia. E il Signore, dopo averli colpiti con la freccia della giustizia, non si degna neppure di stare a vedere la loro umiliazione, ma, voltando loro le spalle, “di nuovo col dito scriveva in terra” (Gv 8,8)..Quella donna era dunque rimasta sola, poiché tutti se ne erano andati: Gesú allora levò i suoi occhi su di lei. Abbiamo udito la voce della giustizia, udiamo ora anche quella della dolcezza. Credo che quella donna fosse stata piú degli altri colpita e spaventata dalle parole che avete sentito dire dal Signore: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo una pietra contro di lei». I farisei esaminandosi e con la loro stessa partenza confessandosi colpevoli, avevano lasciato la donna con un cosí grande peccato, insieme a colui che era senza peccato. Ed essa, dopo avere udito: «Chi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei», temeva di essere punita da lui, nel quale non era peccato. Ma egli, dopo avere cacciato i suoi nemici con la voce della giustizia, levando su di lei gli occhi della mansuetudine, le chiese: “Nessuno ti ha condannato?” (Gv 8,10). E quella rispose: “Nessuno, o Signore” (Gv 8,11). Ed egli replicò: “Neppure io ti condannerò (ibid.)”, tu che avevi temuto di essere punita da me, poiché in me non hai trovato peccato. (Agostino, Comm.. in Ioan., 33, 48)
NEMMENO IO TI CONDANNERO’
«Neppure io ti condannerò». Che vuol dire questo, Signore? Tu favorisci dunque il peccato? No di certo. Sentite ciò che segue: “Va` e d`ora innanzi non peccare più (ibid.)”. In altre parole, il Signore condanna il peccato, non il peccatore. Infatti, se avesse perdonato il peccato, avrebbe detto: Neppure io ti condanno, va` vivi come vuoi, sta` sicura che io ti libererò; per quanto grandi siano i tuoi peccati, io ti libererò da ogni pena e da ogni sofferenza dell`inferno. Ma non disse cosí. Intendano bene coloro che amano nel Signore la mansuetudine e temano la verità. Infatti è insieme “dolce e retto il Signore” (Sal 24,8). Tu lo ami perché è dolce, devi temerlo perché è retto. …….(Agostino, Comment. in Ioan., 33, 4-8)
MISERICORDIOSO E E GIUSTO
Il Signore è mansueto, il Signore è longanime, è misericordioso; ma è anche giusto, è anche verace. Ti dà il tempo di correggerti, ma tu preferisci godere di questa dilazione piuttosto che emendarti. Fosti malvagio ieri? Sii buono oggi. Hai passato nel male la giornata di oggi? Deciditi a cambiare domani. Ma tu aspetti sempre a correggerti, sempre ti riprometti di usufruire della misericordia di Dio, come se colui che ti ha promesso il perdono in cambio del pentimento, ti avesse anche promesso una vita lunghissima. Come fai a sapere che per te ci sarà anche il giorno di domani? Hai ragione quando dici nel tuo cuore: quando mi correggerò, Dio mi rimetterà tutti i peccati. Non possiamo certo negare che Dio ha promesso il perdono a tutti coloro che si correggono e che si convertono. Ma in quella stessa profezia dove tu leggi che Dio promise indulgenza a chi si pente, non puoi leggere che Dio ti ha promesso anche una lunghissima vita. Contro due ostacoli gli uomini rischiano di naufragare la speranza presuntuosa e la disperazione; due ostacoli del tutto opposti, e che derivano da sentimenti diametralmente contrari. Uno dice: Dio è buono, è misericordioso, io posso perciò fare ciò che mi pare e piace, posso lasciare sciolte le briglie alle mie passioni, posso soddisfare tutti i miei desideri. Perché posso farlo? Perché Dio è misericordioso, è buono, è mansueto. Costoro corrono rischi proprio per la loro speranza, perché non si inducono mai a correggersi. Sono invece vittime della disperazione coloro che, avendo commesso gravi peccati, ritengono di non poter essere piú perdonati e, considerandosi, senza dubbio alcuno, destinati alla dannazione, dicono: Saremo certamente dannati; perché non possiamo allora fare ciò che ci pare, come fanno i gladiatori che sanno di non avere scampo e che il loro destino è essere uccisi dalla spada? Per questo i disperati sono anche pericolosi: essi che credono di non avere piú ormai niente da temere, debbono invece essere riguardati con timore. La disperazione li uccide, cosí come la speranza uccide gli altri. L`anima fluttua tra la speranza e la disperazione. Devi temere di essere ucciso dalla speranza, devi cioè temere che, mentre tranquillamente continui a sperare nella misericordia, tu non ti ritrovi d`improvviso di fronte al giudizio; altrettanto devi temere che la disperazione non ti uccida; devi temere cioè, poiché hai ritenuto di non poter ottenere il perdono per i gravi delitti che hai commesso e perciò non te ne sei pentito, di incorrere nel giudizio del tribunale della sapienza, che dice: “E io riderò della vostra sventura” (Pr 1,26). (Agostino, Comment. in Ioan., 33, 4-8)
CONTRO UN DOPPIO RISCHIO
Cosa fa il Signore verso coloro che sono in pericolo per l`una o l`altra di queste due malattie? A coloro che corrono rischi per la troppa speranza dice: “Non tardare a convertirti a Dio, né differire di giorno in giorno; perché d`un tratto scoppia la sua ira e nel giorno del giudizio tu sei spacciato” (Sir 5,7). E a coloro che corrono pericoli per la disperazione, che dice Dio? “In qualunque giorno l`iniquo si sarà convertito, tutte le sue iniquità io dimenticherò” (Ez 18,21.22.27). A coloro dunque che sono in pericolo per la disperazione egli indica il porto dell`indulgenza; per coloro che corrono rischi per la eccessiva speranza e si illudono di avere sempre tempo, fa incerto il giorno della morte. Tu non sai quando verrà l`ultimo giorno. Sei un ingrato, non riconosci la grazia di Dio, che ti ha dato anche il giorno di oggi affinché tu ti corregga. Questo è il senso delle parole che disse a quella donna: «Neppure io ti condannerò»: ora che sei tranquilla a proposito di quanto hai commesso in passato, abbi timore di quanto potrà accadere nel futuro. «Neppure io ti condannerò»: cioè ho distrutto ciò che hai commesso, ma osserva quanto ti ho comandato, al fine di ottenere quanto ti ho promesso. (Agostino, Comment. in Ioan., 33, 4-8)
NON PECCARE PIU’
Alla fine non resta più nessuno se non Gesù e la donna. Ora che l’aria si è ripulita, ora che il furore omicida si è spento, ora che l’agitazione si è dissolta sotto l’urto del pronunciamento di Gesù, rimane libero lo spazio per il dialogo. Non ci sono più molte cose da dire, una volta che la condanna è cancellata. Una sola cosa conta: «Neanch’io ti condanno». Era l’unico che poteva farlo, perché era l’unico senza peccato. Non lo fa, e per la donna è la vera liberazione. Dal silenzio di Gesù è uscita questa parola regale. La condanna avrebbe chiuso ogni spiraglio, forse avrebbe chiuso una vita. Gesù lascia aperta la porta, perché lui stesso si è proclamato la porta. «Va, e d’ora in poi non peccare più». Resta una vita da vivere, e il perdono rimette in cammino. (Domenico Pezzini)
DIMENSIONE DI PECCATORI
Noi non siamo eroi. Talvolta ci creiamo l’illusione di esserlo erigendo il nostro trionfo sul peccato degli altri. Ci sentiamo grandi perché attorno a noi vediamo gente che sbaglia. Gesù, provvidenzialmente, ci distrugge questa illusione e ci rimanda alla nostra dimensione di peccatori. Ma non per umiliarci, solo per dirci, ogni volta, «va, e non peccare più». Perché il primo mezzo per superare il peccato è riconoscerlo e decifrarlo senza maschere e stupide coperture. L’altro passo deriva dalla coscienza di avere un padre che perdona, un fratello. Gesù, che non ci condanna. Proprio perché egli ci vuole in cammino. E in ogni cammino è necessario sapere bene dove si deve andare, e insieme bisogna avere sufficienti risorse ed energie per procedere. (Domenico Pezzini)
ANNUNZIARE IL VANGELO DEL MATRIMONIO
Ai nostri giorni l’adulterio è più frequente di un tempo, è un male che si è dilatato, complici situazioni di vita e lavoro, occasioni dimaggior promiscuità e modelli “facili” che la tv ha esteso. La comunità cristiana ha più forte il compito di annunciare il
“vangelo del matrimonio”, a tutti: agli adolescenti e ai giovani, perché coltivino ideali grandi; ai fidanzati, perché preparino con coscienza e responsabilità la scelta matrimoniale; agli sposi stessi, perché nelle diverse fasi e situazioni diano maturità al loro amore che è segno dell’amore della Trinità. (Giovanni Nervo)
VERSO COLORO CHE SBAGLIANO
Ci sono anche fratelli e sorelle che hanno sbagliato, arrivando al divorzio e quindi rimanendo esclusi dalla piena comunione sacramentale: non sono esclusi però dall’amore di Dio, che sa avvicinarsi ai cuori in modo misterioso. Non possono essere esclusi nemmeno dal nostro amore, che si fa preghiera per loro, aiuto concreto, invito alla riparazione quando necessaria, attenzione privilegiata ai figli che spesso sono le vere vittime delle situazioni di contrasto e rottura. Così pure nei confronti di altri che possono sembrarci “peccatori”. Nella valutazione delle colpe abbiamo bisogno di imparare da Gesù: rispetto della legge ma prima ancora delle persone; attenzione al male compiuto ma anche al bene che si può compiere; apertura al futuro della persona e della comunità. Per questo invochiamo il suo Spirito, che può cambiare i cuori di pietra e renderli di carne, capaci cioè di misericordia e perdono. (Giovanni Nervo)
MISERICORDIA DI GESU’ VERSO I PECCATORI
Il passo evangelico è una nuova proposizione della misericordia di Gesù verso i peccatori. Come espressione della misericordia di Dio che in Gesù si attua e si rende visibile; è una caratteristica della trascendenza di Dio e una dimostrazione della sua infinita perfezione, la perfetta congiunzione dell’avversione verso il male e dell’amore verso la persona che se ne rende colpevole; solo Dio, perché è Dio, in quanto è Dio, può unire in se stesso questi due sentimenti. Noi possiamo tendere all’imitazione, Gesù ne è l’incarnazione e ne è la manifestazione in mezzo al genere umano. (G.Ferraro)
IL PERDONO CRISTIANO
La realtà del perdono praticamente non esiste nelle religioni, Nell’ebraismo il tema del perdono è pressoché assente; nell’islamismo si esige la giustizia o la riparazione; nell’induismo e nel buddhismo vige la legge del valore eterno dell’azione e della espiazione eterna di ogni azione, il famoso principio del Karma e del Sansara, cioè ogni azione fruttifica nell’eternità e quindi il suo prodotto deve essere in qualche modo ricuperato da azioni successive. Il perdono diventa tanto più clamoroso in quanto viene dato in un caso che l’antichità ignorava del tutto, il caso della donna colpevole (Babilonesi, Greci, Romani, prevedevano per l’adultera la pena di morte). Il caso del perdono di una donna adultera appariva così clamoroso che questo brano, lo sappiamo dalla storia del testo del Nuovo Testamento, veniva spesso omesso nelle letture ecclesiastiche e lo si ometteva persino nei codici. Ciò conferma con quanta sorpresa e con quanta riluttanza la stessa coscienza cristiana abbia dovuto essere educata a questo tipo di comportamento. Infatti il perdono è una realtà nuova, perché non consiste soltanto nel passare sopra la colpa, ma suppone la creazione di uno spirito nuovo, di un uomo nuovo, di un principio nuovo che solo Dio può dare. E’ lo Spirito il perdono dei peccati. Solo quando riceviamo il perdono veniamo trasformati, e, trasformati da Dio, possiamo dare il perdono. Il perdono suppone l’estirpazione delle radice del desiderio perverso, suppone uno spirito nuovo, un cuore nuovo, quel cuore nuovo che anche Israele e tutta la tradizione cristiana invoca. (Pietro Rossano)
GENTE NUOVA CHE GUARDA AVANTI
Dio libera e salva, ma ogni volta lo fa in modo meraviglioso. E’ sempre la stessa cosa, ma insieme è sempre “una cosa nuova”. Al culmine c’è quella liberazione suprema che viene dall’innesto nella Pasqua di Cristo. E’ la liberazione ultima che non invecchia mai; se fa della vita una corsa avanti che non conosce soste. Si butta alle spalle ciò che sta dietro per protendersi in un futuro sempre più bello e più pieno (1 Lettura). Il cristiano non appartiene a quella categoria di gente che guarda sempre indietro, diventando prigioniero del passato, ma a quella dei coraggiosi che guardano avanti e si aprono con fiducia ed entusiasmo all’avvenire. Il passato, anche se segnato dalla miseria e dal peccato, fa da trampolino di lancio per un futuro più bello. E’ Cristo con la sua presenza misteriosa, che rende possibile questo ardimento. E’ il suo perdono che ci fa “nuovi” e ci permette di guardare avanti, cioè di ricominciare ogni giorno. Questo è vero per chiunque crede. (M.Magrassi)
RIFLESSIONI VARIE
C’è tanta gente capacissima di fare l’esame di coscienza agli altri, ma incapace di riconoscersi colpevole, sempre pronta a scagliare pietre contro gli altri, ma restia di chiedere perdono a Dio e ai fratelli. Siamo forse anche noi portati a vedere solo i peccati degli altri e a gettare la prima pietra? Perché teniamo gli occhi chiusi dinanzi alle nostre mancanze? Alcuni sono segnati a dito perché le loro colpe vengono notate, mentre altri, che forse hanno colpe maggior, salvano l’apparenza, sono considerati persone perbene e si sentono autorizzati a giudicare gli altri.
Gesù scrive per terra. Dice Geremia 17, 13: “ Sulla polvere verrà scritto chi si allontana da te, perché ha abbandonato il Signore, la sorgente di acqua viva!”.
Gesù nel caso dell’adultera non sorvola sulla colpa, eludendo il problema. Solo che con la sua misericordia perdona, cancella il fallimento, invita alla conversione apre ad un futuro nuovo.
Ragione della speranza cristiana: la misericordia di Dio. La potenza della grazia e del perdono raggiunge chiunque accetta l’invito rivolto da Gesù all’adultera: “ Va e d’ora in poi non peccare più”. Gesù libera la donna dalla condanna e dalla colpa, E il suo è un perdono che impegna. “Va e non peccare più” è anche invito a tutti ad impegnarsi per un cambio di una società che banalizza atteggiamenti terribili e distruttivi. E’ invito a operare per rettificare idee, concezioni, giudizi.
Come l’adultera accolta e perdonata anche noi non abbiamo alibi o scuse per il peccato, ma necessità della misericordia di Dio che libera. Il Signore è mansueto, è longanime, è misericordioso; ma è anche giusto. Se ti seduce con il suo amore, tu non deriderlo. (Agostino)
PREGHIERA (pregare la parola)
•Signore, quando i peccati degli altri ci fanno dimenticare i nostri peccati vieni a togliere la nebbia della nostra mente con il ricordo della tua croce, dove hai pagato per tutti.
•Salvaci, Padre, sii misericordioso con noi e rinnovaci col tuo perdono.
•Signore, tu ci inviti a cambiare, a rinnovare la nostra vita per renderla conforme allo spirito del vangelo. Fa che siamo più generosi e non esitiamo a camminare, al seguito del tuo Figlio, sulla via della giustizia e della verità.
•Dio di bontà, che rinnovi in Cristo tutte le cose, davanti a te sta la nostra miseria; tu hai mandato tuo Figlio unigenito non per condannare, ma per salvare il mondo, perdona ogni nostra colpa e fa che fiorisca nel nostro cuore il canto della gratitudine e della gioia. (Colletta della 5 di Quaresima C)
•La luce della tua verità, o Padre, ci faccia avanzare nella via della conversione e ci impedisca di lasciar cadere le tue parole.
•E’ veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, Padre santo, unico Dio vivo e vero: prima del tempo e in eterno tu sei, nel tuo regno di luce infinita. Tu solo sei buono e fonte di vita, e hai dato origine all’universo, per effondere il tuo amore su tutte le creature e allietarle con gli splendori della tua luce. (IV preghiera liturgica)
•La nostra bocca si aprì al sorriso, la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmati di gioia. (Salmo 125)
•Noi ti supplichiamo e t`imploriamo con i sospiri e le lacrime dell`anima, o Creatore glorioso, Spirito incorruttibile e increato, eterno e compassionevole; Tu che sei nostro Avvocato con gemiti indicibili (cf. Rm 8,26) presso il Padre misericordioso; Tu che sui santi vigili, e purifichi i peccatori facendone dei Templi (cf. 1Cor 3,16) vivi e vivificanti per il beneplacito del Padre altissimo.
•Liberaci da tutte le azioni impure, ripugnanti alla tua inabitazione in noi; non siano estinti da noi gli splendori della tua grazia che illumina la vista degli occhi interiori! Siamo, in effetti, edotti che Tu ti unisci a noi grazie alla preghiera e ad una condotta di vita irreprensibile e santa (cf. 1Cor 6,17).
•E poiché Uno della Trinità in sacrificio è offerto, e un Altro lo riceve e propizio verso noi si mostra per riguardo al Sangue riconciliatore del suo Primogenito, voglia Tu accettare le nostre suppliche e disporci in dimore onorevoli e ben pronte, affinché assaporiamo e mangiamo l`Agnello celeste, e riceviamo senza castigo e condanna (cf. 1Cor 11,29) la manna che dà vita immortale, e una salvezza nuova.
•Le nostre colpe fondi per questo fuoco, come quelle del Profeta, purificate dal carbone ardente con pinzette appoggiato alle sue labbra (cf. Is 6,5-7), perché sia proclamata ovunque la tua compassione, e al pari, attraverso il Figlio, la soavità del Padre; Lui che riammise il figlio prodigo all`eredità del padre e avviò al Regno le cattive donne (cf. Lc 7,3650; 8,2; Gv 4,1-42), nella Beatitudine dei giusti.
•Sí, sì, anch`io uno di questi sono; con loro dunque anche me accogli, come uno che ha gran bisogno della benignità tua, io che dalla tua grazia fui salvato, dal Sangue di Cristo riscattato; affinché, in tutto questo, sempre e ovunque la tua Divinità sia conosciuta e sia glorificata con il Padre in un eguale onore in un`unica Volontà e nell`unica beata Sovranità lodata. A Te, invero, appartiene la Compassione, la Potenza, e l`Amore degli uomini, la Forza e la Gloria, nei secoli dei secoli. Amen. (Gregorio di Narek, Liber orat., 33, 5)
•Signore, tu ci inviti a cambiare, a rinnovare la nostra vita per renderla conforme allo spirito del Vangelo. Fa’ che siamo più generosi e non esitiamo a camminare, al seguito del tuo Figlio, sulla via della giustizia e della verità, anche se talvolta si tratta della via della croce. (C. Berthes)
•Signore, aiutaci ad aprirci alla misericordia e al perdono e a saper accusare noi stessi anziché condannare gli altri senza appello.
•Signore, quando i peccati degli altri ci fanno dimenticare i nostri, vieni a togliere la nebbia dalla nostra mente con il ricordo della tua croce, dove hai pagato per tutti.
•Signore, quando i peccati degli altri ci sembrano molto più gravi dei nostri, vieni a ricordarci che nel nostro occhio rimane pur sempre una trave.
•Signore, quando i peccati degli altri ci fanno sentire giusti e autorizzati a giudicare e a condannare, vieni ad allargare il nostro cuore con la gioia del tuo perdono, e rendici capaci di donarlo gratuitamente, come gratuitamente lo riceviamo. (preghiere di Domenico Pezzini)
•Nessuno, anche oggi, pensa come te di una adultera. Signore. Anche oggi, pure se abbiamo perso perfino la nozione di peccato, siamo sempre pronti ad accusare: Signore, vorremmo dirti grazie con il cuore stesso dell’adultera e sentirci tutti come lei quando le dicesti: «Donna, va’ in pace… ». (David Maria Turoldo)
•O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi, affidiamo a te la causa della vita: guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere, di poveri cui è reso difficile vivere, di uomini e donne vittime di disumana violenza, di anziani e malati uccisi dall’indifferenza o da una presunta pietà. Fa’ che quanti credono nel tuo Figlio sappiano annunciare con franchezza e amore agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita. Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo, la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza, e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire insieme con tutti gli uomini di buona volontà la civiltà della verità e dell’amore a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita. (Giovanni Paolo II)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Teniamo sempre desta la fiducia nella misericordia di Dio che può rinnovare ogni uomo, anche quando sembra che il peccato lo abbia per sempre distrutto.