Matteo 28,16-20: 16 In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17 Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18 Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Matteo 28,16-20
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
Dopo la constatazione del sepolcro vuoto e l’apparizione dell’angelo (28, 1-8), che indicano la risurrezione di colui che era morto sul Golgota e l’incontro sconvolgente di Gesù con le donne (28, 9-10), Matteo conclude il suo vangelo con l’apparizione in Galilea in cui Gesù viene con tutta la potenza della sua gloria e affida alla Chiesa una missione senza limiti di spazio e di tempo.
UNDICI DISCEPOLI (16)
I destinatari dell’apparizione sono gli undici discepoli. Essi sono investiti dei poteri salvifici in vista della loro missione nel mondo. Il tema si trova variamente indicato nell’apparizione del Risorto agli Apostoli, a Gerusalemme, la sera dello stesso giorno della risurrezione, riferita dagli altri evangelisti. (Gv 20, 19; Lc 24, 35)
IN GALILEA (16)
Di apparizioni in Galilea non fanno cenno Luca e Marco, ma Giovanni ricorda un’apparizione del Risorto presso il lago di Tiberiade. (Gv 21). Seguendo la consegna dell’angelo e di Cristo (28, 7.10) che le donne hanno loro trasmesso, i discepoli sono partiti verso la Galilea, territorio aperto al mondo pagano, dove era risuonata per la prima volta parola di annunzio del Regno.
SUL MONTE (16)
Di questo monte non è segnalato il nome, per sottolinearne il carattere simbolico. Su monti Gesù si è trovato altre volte con i discepoli, in momenti decisivi per la loro fede (5, 1; 15, 29; 17, 1) e su un monte ora risuona la parola del Signore glorioso che scopre ai discepoli l’orizzonte della missione universale Inoltre su un monte, il Nebo, sta Mosè, prima che il popolo passi il Giordano, e Gesù, su un monte, manda in missione il nuovo popolo.
NEL LUOGO INDICATO (16)
La precisazione è un riferimento alle parole dell’angelo apparso al sepolcro (28, 7) e a quelle di Gesù stesso apparso alle donne (28,10).
SI PROSTRARONO (17)
Il gesto indica adesione alla divina realtà del Cristo risorto.
DUBITAVANO (17)
Il tema del dubbio, cioè della difficoltà incontrata da alcuni discepoli a rendersi conto della realtà della risurrezione, in Matteo è appena accennato, in Marco e Luca invece è quasi un motivo ricorrente nelle apparizioni del Risorto e Giovanni fa addirittura il nome di un discepolo che dubita, Tommaso.
AVVICINATOSI (18)
Mentre in 28, 9 le donne toccano i piedi di Gesù e in Giovanni 20, 27 il Risorto invita Tommaso a toccarlo, il Cristo glorioso sfugge ad ogni presa umana, ma si avvicina agli uomini, come ha fatto fin dall’Incarnazione, dato che vuole essere sempre con loro.
MI E’ STATO DATO OGNI POTERE (18)
Gesù, essendo Dio ha da sempre ogni potere e lo ha esercitato durante la vita terrena (es. 9, 6 nel rimettere i peccati), ma qui Egli parla della sovranità che ha ricevuto nella Risurrezione. In questa asserzione è ricordata la profezia di Daniele sul figlio dell’uomo, cui “fu dato dominio e gloria e regno” su “tutti i popoli, nazioni e lingue” (7, 14) ed è espressa la fede della Chiesa apostolica nell’intronizzazione di Gesù “alla destra di Dio” (Mc 16, 19).
CIELO E TERRA (18)
Su tutte le creature visibili e invisibili, sulla totalità degli esseri creati (Gn 1, 1). L’estensione del dominio di Cristo è universale. Egli è al di sopra dello spazio e del tempo, mentre i poteri che Gesù dà a Pietro, anche se si ripercuotono nel cielo, si esercitano solo sulla terra (16, 19). La risurrezione ha conferito a Cristo un regno unico ed universale. Ma egli non conserverà solo per sé questo privilegio. Lo condividerà con la Chiesa.
ANDATE (19)
L’invio in missione segue la glorificazione di Cristo che fonda, assicura e garantisce la missione della Chiesa. Gesù invia in missione gli undici, che rende suo corpo dopo averli nutriti della sua parola e del suo corpo (26,26).
TUTTE LE NAZIONI (19)
La missione non conosce limiti di spazio (tutte le nazioni) e di tempo (fino alla fine del mondo).
AMMAESTRATE (19)
“Ammaestrate” o anche “fate discepoli“ (dal greco: “mateteuo). Scopo della missione è che tutti gli uomini siano discepoli di Cristo, come lo sono gli undici dopo la Risurrezione.
BATTEZZANDOLE (19)
Gesù dà l’ordine di amministrare il battesimo nello Spirito (3,11) che fa entrare nella morte e risurrezione di Cristo e nella comunità cristiana quelli che vogliono essere discepoli del Signore.
NEL NOME (19)
Il battesimo deve essere amministrato nel nome della Trinità. La formula mette sullo stesso piano le Tre persone divine. Dall’antichità (es. Didaché 7, 1) abbiamo conferma che il battesimo è sempre stato amministrato nel “nome” della Trinità.
INSEGNANDO (20)
Al battesimo va unito l’insegnamento. L’adesione di fede a Cristo e l’appartenenza alla Chiesa sono inseparabili dall’osservanza dei precetti evangelici. Il precetto di “insegnare” precede e segue il Battesimo: (ammaestrate…insegnate). Non basta essere battezzati per salvarsi. Bisogna anche imparare il modo di vivere secondo il Vangelo e i comandamenti di Gesù.
IO SONO CON VOI (20)
L’asserzione che Gesù e con noi apre e chiude il Vangelo di Matteo (vedi 1, 23: “sarà chiamato Emmanule, che significa Dio con noi”), tema che riassume e applica alla nuova realtà cristiana il dogma basilare della teologia biblica e cioè la divina “sekinah”, la presenza di Javhé in mezzo al suo popolo (Dt 4, 7).
Il “voi” comprende tutta la Chiesa. Gesù si presenta come principio vitale e centro propulsore della comunità dei credenti. Cristo è presente a coloro che sono riuniti nel suo nome (18, 20), a coloro che chiama fratelli (28, 10).
TUTTI I GIORNI (20)
Il Cristo risorto assicura la totalità dell’azione di Dio nella totalità dello spazio e del tempo, attraverso tutta la storia della Chiesa. (ogni potere…tutte le nazioni… tutto ciò che….tutti i giorni).
FINO ALLA FINE (20)
Il vangelo termina con la prospettiva della fine del mondo. Tra la risurrezione di Cristo e la fine dei tempi c’è la storia della Chiesa, tempo della presenza e dell’azione missionaria, sostenuta dalla promessa di Cristo.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
UMANITA’ ASSUNTA
Oggi non solo abbiamo ricevuto la conferma di avere il paradiso, ma siamo penetrati con Cristo nell’altezza dei cieli (Leone Magno). Con l’Ascensione l’umanità assunta dal Capo è innalzata accanto a Dio. Anche le membra sono chiamate a partecipare al medesimo destino (Isacco della Stella). Il cristiano, come gli apostoli il giorno dell’Ascensione, tiene lo sguardo fisso al cielo cioè al mondo delle realtà divine, perché là si trova il Salvatore e là è la patria dei suoi seguaci. (S. Leone Magno)
NATURA UMANA NEI CIELI
La natura umana saliva al di sopra delle creature celesti di ogni rango, superava gli ordini angelici e si elevava al di sopra della sublimità degli arcangeli (cf. Ef 1,21), non potendo trovare a livello alcuno, per elevato che fosse, la misura della sua esaltazione fintanto che non venne ammessa a prender posto alla destra dell`eterno Padre, che l`associava al suo trono di gloria dopo averla unita nel Figlio suo alla sua stessa natura. L`Ascensione di Cristo è quindi la nostra stessa elevazione e là dove ci ha preceduti la gloria del capo, è chiamata altresì la speranza del corpo. Lasciamo dunque esplodere la nostra gioia come si deve e rallegriamoci in una fervorosa azione di grazie: oggi, infatti, non solo siamo confermati nel possesso del paradiso, ma siamo anche penetrati con Cristo nelle altezze dei cieli; abbiamo ricevuto piú dalla grazia ineffabile di Cristo di quanto non avevamo perduto per la gelosia del Maligno. Infatti, coloro che quel virulento nemico aveva scacciato dal primo soggiorno di felicità, il Figlio di Dio li ha incorporati a sé per collocarli in seguito alla destra del Padre. (Leone Magno, Sermo 73 [60], 2-4)
RISURREZIONE E ASCENSIONE
In occasione della festività pasquale, la Risurrezione del Signore si presentava come causa della nostra gioia; oggi, ricorre la sua Ascensione al cielo che ci offre nuovi motivi di gioia, in quanto commemoriamo e veneriamo, come si conviene, il giorno in cui l`umiltà della nostra natura è stata elevata in Cristo al di sopra di tutte le schiere celesti, al di sopra di tutti gli ordini angelici e oltre la sublimità di tutte le potenze (cf. Ef 1,21), fino a condividere il trono di Dio Padre. E su questa disposizione delle opere divine che siamo costituiti ed edificati; la grazia di Dio diviene, in verità, piú ammirevole quando fa sí che la fede non dubiti, che la speranza non vacilli, che la carità non si intiepidisca, allorché è scomparso dalla vista degli uomini ciò che, con la sua presenza sensibile, meritava di ispirare loro il rispetto. Tale è in effetti, la forza propria dei grandi spiriti, tale la luce propria delle anime eminentemente fedeli: essa consiste nel credere incrollabilmente ciò che non vedono con gli occhi del corpo e nel fissare il proprio desiderio là dove non può arrivare la vista. (Leone Magno, Sermo 74 [61], 1-3.5)
FEDE FORTIFICATA
Ma una tale pietà come può nascere nei nostri cuori, o come possiamo essere giustificati dalla fede, se la nostra salvezza risiedesse solo in ciò che cade sotto i nostri occhi? Di qui, la parola detta dal Signore a quel tale che sembrava dubitare della Risurrezione di Cristo, ove non gli fosse stata offerta la possibilità di verificare con i propri occhi e di toccare con le proprie mani i segni della Passione nella carne [del Signore]: Perché mi hai veduto, hai creduto: beati coloro che pur non vedendo crederanno (Gv 20,29). Per renderci capaci di questa beatitudine, carissimi, nostro Signore Gesú Cristo, dopo aver realizzato tutto ciò che era conforme alla predicazione del Vangelo e ai misteri della Nuova Alleanza, quaranta giorni dopo la sua Risurrezione, ascese al Cielo alla presenza dei discepoli. Mise cosí termine alla sua presenza corporale, per rimanere alla destra del Padre suo fino a che siano compiuti i tempi divinamente previsti perché si moltiplichino i figli della Chiesa e ritorni a giudicare i vivi e i morti, nella stessa carne nella quale è asceso. ….Ciò che si era potuto vedere del nostro Redentore è passato nei misteri; e, affinché la fede divenga piú eccellente e piú ferma, l`istruzione è succeduta alla visione: è sulla di lui autorità che il coro dei credenti, illuminati dai raggi provenienti dall`alto, ormai faranno leva. Su questa fede, che l`Ascensione del Signore aveva aumentata e che il dono dello Spirito Santo aveva fortificata, né le catene, né le prigioni, né la fame, né il fuoco, né le belve, né i raffinati supplizi di crudeli persecutori potranno prevalere per paura. Per questa fede, in tutto il mondo, non solo gli uomini, ma anche le donne; non solo i fanciulli, ma anche tenere vergini lotteranno fino alla effusione del sangue. Questa fede mise in fuga i demoni, scacciò le malattie, risuscitò i morti. Cosí, gli stessi santi Apostoli che, quantunque fortificati da tanti miracoli e istruiti da tanti discorsi, si erano nondimeno lasciati spaventare dall`atroce Passione del Signore e avevano accettato non senza esitazione la verità della sua Risurrezione, trassero dalla sua Ascensione un tal profitto che tutto ciò che prima costituiva motivo di paura ora diveniva soggetto di gioia. Tutta la contemplazione della loro anima li aveva elevati, in effetti, verso la divinità di Colui che sedeva alla destra del Padre; la vista del suo corpo non era piú ormai un ostacolo che potesse attardarli o impedir loro di fissare lo sguardo dello spirito su quella Verità che, scendendo verso di essi, non aveva lasciato il Padre suo, e che, ritornando verso quest`ultimo, non si era allontanata dai suoi discepoli. (Leone Magno, Sermo 74 [61], 1-3.5)
VIGILANZA CRISTIANA
Fratelli dilettissimi, occorre che col cuore ci volgiamo là dove crediamo che Egli sia asceso col corpo. Fuggiamo i desideri terreni, nulla più ci diletti quaggiú, poiché abbiamo un Padre nei cieli. E ciò noi dobbiamo considerare attentamente, poiché Colui che mite salí in cielo tornerà terribile; e tutto ciò che ci insegnò con mansuetudine, esigerà da noi con severità. Nessuno, dunque, tenga in poco conto il tempo dovuto alla penitenza; nessuno, mentre è nel pieno delle proprie forze, trascuri se stesso, poiché il nostro Redentore quando verrà a giudicarci sarà tanto piú severo quanto piú paziente è stato con noi prima del giudizio. Pertanto, fratelli, fate questo tra voi e su questo meditate assiduamente. Sebbene l`animo, sconvolto dalle passioni terrene, sia ancora incerto, tuttavia adesso gettate l`ancora della vostra speranza verso la patria eterna, fortificate nella vera luce i propositi dell`animo. Ecco abbiamo sentito che il Signore è asceso al cielo. Perciò meditiamo sempre su ciò in cui crediamo. E se ancora siamo trattenuti qui dall`impedimento del corpo, tuttavia seguiamo Lui con passi d`amore. Non può lasciare insoddisfatto il nostro desiderio Colui che ce l`ha ispirato, Gesú Cristo Nostro Signore. (Gregorio Magno, Hom. 2, 29, 11)
VIVERE PER LE COSE DI LASSU’
Oggi, come avete sentito, fratelli, Nostro Signore Gesú Cristo è salito in cielo: salga con lui anche il nostro cuore. Ascoltiamo l`Apostolo che dice: Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassú, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassú, non a quelle della terra (Col 3,1-2). Infatti, come egli è salito [in cielo] e non si è allontanato da noi, cosí anche noi siamo già lassú con lui, sebbene nel nostro corpo non sia ancora accaduto ciò che ci viene promesso. Egli ormai è stato innalzato sopra i cieli. In verità, non dobbiamo disperare di raggiungere la perfetta ed angelica dimora celeste, per il fatto che egli ha detto: Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell`uomo che è disceso dal cielo (Gv 3,13). Ma ciò è stato detto perché siamo uniti a lui: egli è infatti il nostro capo e noi il suo corpo. Se, quindi, egli sale in cielo, noi non ci separiamo da lui. Colui che è disceso dal cielo non ci nega il cielo; ma in un certo modo ci dice: «Siate le mie membra, se volete salire in cielo». Dunque fortifichiamoci intanto in ciò che piú desideriamo vivamente. Meditiamo in terra ciò che ci aspettiamo [di trovare] nei cieli. Allora ci
spoglieremo della carne mortale, ora spogliamoci dell`uomo vecchio. Un corpo leggero si alzerà nell`alto dei cieli, se il peso dei peccati non opprimerà lo spirito. (Agostino, Sermo 263,)
SALE AL CIELO E RESTA CON NOI
L’ascensione è il termine finale di una parabola ascendente che introduce Gesù nella gloria del Padre. Egli “siede alla destra del Padre”, dice il Credo. Bisogna intendere bene questa espressione figurata, la destra del Padre non è un luogo, perché il “cielo” non è uno spazio tra le stelle: è Qualcuno, è Dio nella sua vita intima. Cristo salendo al Padre non supera una distanza spaziale: entra nell’intimità di Dio, di quel Dio in cui anche noi “viviamo, ci muoviamo e siamo”, dice l’Apostolo. Per questo non ci abbandona, salendo al Padre, ma rimane con noi, fino alla fine del mondo. La sua vicenda Gesù l’ha espressa in questi termini: “Ero nel Padre e sono venuto nel mondo, ora lascio il mondo e vado al Padre”. Ma non ha abbandonato il Padre, scendendo in mezzo a noi, così non abbandona noi, salendo al Padre. Pur essendo “là”, è anche “qua”, con noi; e noi, pur essendo quaggiù, siamo anche lassù con lui. Paolo osa affermare che Dio ci ha fatti “sedere con lui”, alla destra del Padre. Per ora nella speranza, un giorno nella realtà. (Mariano Magrassi)
COSA E’ PER NOI L’ASCENSIONE
E’ anche la nostra elevazione. In Cristo la fragilità della nostra natura umana è innalzata accanto a Dio nella gloria. Può il “Capo” salire senza trascinare con sé anche il “corpo”? Ora il suo corpo siamo noi. Per ora tutto questo si attua nella speranza, un giorno nella realtà. Di qui sgorga una gioia quasi trasognata. Paolo ci spinge a guardare “ a quale speranza ci ha chiamati, e quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità tra i santi”. La speranza spinge il nostro desiderio verso quella pienezza, che supererà ogni attesa. (M. Magrassi)
MISSIONE DELLA CHIESA
L’ascensione ci mette nel cuore un desiderio struggente della Patria celeste. Ma questo desiderio del cielo non spinge al disimpegno nei compiti terrestri, non smobilita le nostre forze, anzi le stimola. E curioso vedere come termina il Vangelo di Matteo. Neppure un accenno all’Ascensione. Il Vangelo era iniziato con una promesse dell’Emmanuele (Dio con noi) e termina con la promessa. “Sarò con voi fino alla fine del mondo”. Di conseguenza una chiara consegna: “Andate, dunque”. E’ la missione della Chiesa. La speranza di un mondo nuovo è uno stimolo e per il discepoli di Cristo uno stimolo potente per l’impegno in questo mondo. Il cristiano coerente non è mai un estraneo ai problemi degli uomini: li assume tutti in proprio, s’impegna secondo le sue forze, nei vari campi dove si gioca il destino umano: famiglia, scuola, arte, cultura. (Mariano Magrassi)
ASCENSIONE
L’ascensione introduce la comunità cristiana sulla scena del mondo e della storia e la invita ad essere la continuazione nel tempo e nello spazio dell’azione salvifica di Cristo. Il tempo della Chiesa si caratterizza come piena disponibilità e fiducia nello Spirito, come testimonianza di Cristo e come apertura a tutti gli uomini in atteggiamento missionario.
TENSIONE VERSO IL CIELO
“Dove si trova il nostro tesoro là pure è il nostro cuore” (Mt 6, 21). I santi sentono potentemente l’attrattiva del cielo, perché il loro cuore è nel Cristo, in compagnia del quale bramano di entrare al più presto. Su questa terra è già possibile godere la compagnia di Cristo e si gode effettivamente, ma quella del cielo sarà più intima e gloriosa, definitiva e piena. “ Se dunque celebriamo come si deve da buoni fedeli, devotamente, santamente e piamente l’ascensione del Signore, saliamo con lui e teniamo il nostro cuore in alto. Dobbiamo tenere il nostro cuore in alto, ma presso il Signore. (S. Agostino) Dono soprannaturale della festa dell’Ascensione è una più soprannaturale valutazione delle cose terrene alla luce delle cose celesti. E’ un dono di sapienza essere capaci di orientare il pellegrinaggio terreno verso la vera meta. Mantenere costantemente su questa rotta il timone della nostra vita tra tante burrasche e venti contrari è dono che invochiamo dal Signore: “ Suscita in noi il desiderio delle patria eterna, dove Cristo ha innalzato l’uomo accanto a te nella gloria” (orazione della festa). Cristo, che è via, che impedisce di camminare nella tenebre, che resta con noi fino alla fine dei tempi è la nostra guida e ci orienta alla meta celeste. (V. Raffa)
AVRETE FORZA DALLO SPIRITO
Quando Gesù risorto apparve agli apostoli, questi gli domandarono: “Signore, è questo il tempo in cui ricostruirai il regno di Israele”? Questa domanda tradisce il desiderio e la speranza degli apostoli che Gesù mettesse fine, in quel tempo, alla storia di fatiche e di dolori, di miserie e di tribolazioni del suo popolo. Il regno di Israele che essi attendevano è una specie di paradiso in terra, uno stato di benessere e di felicità mai sperimentato sulla terra. Questa era forse la loro speranza messianica. Gesù risorto invece risponde: “ Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e laSamaria e fino ai confini della terra”. Non avverrà nessuna trasformazione magicadel mondo. Gesù manderà lo Spirito Santo che abiliterà i suoi discepoli ad essergli testimoni su tutta la terra. La sua ascensione inaugura il tempo della testimonianza dei suoi discepoli: essi dovranno far presente nel mondo quel modo di vivere che Gesù ha mostrato come possibile e attraente per ogni uomo. (A. Bonora)
TESTIMONIARE GESU’
Testimoniare Gesù, con la forza del suo Spirito, significa continuare a fare quello che ha fatto lui, far valere i valori e le scelte vissute da lui, prolungare la sua “causa” con un impegno di vita concreto. Gesù sale al cielo, ma non pone fine, con questo, alla vita del mondo. Non finisce nemmeno la sua presenza nel mondo, che invece continuerà attraverso i suoi discepoli. E la continuazione è garantita dal dono dello Spirito che fa da legame tra Gesù e i suoi discepoli. “ Perché state a guardare il cielo?”. Gli apostoli forse avrebbero desiderato essere trasportati con Gesù in cielo, evadere da questo mondo triste e faticoso, salire in paradiso subito. Ma Gesù li “inchioda” al loro posto nel mondo, alla loro terra, al loro mestiere di uomini. Tuttavia dona lo Spirito perché vivano sulla terra un’esperienza umana nuova, simile alla sua. Così Gesù vuol rimanere presente nel mondo e continuare a fare ad ogni uomo la sua proposta di vita. (A. Bonora)
TRA CRISTO E IL MONDO
L’Ascensione è il termine della manifestazione privilegiata di Gesù ed è orientata verso la Pentecoste. Viene affidata agli apostoli la missione di annunziare il Vangelo, una missione che, partendo da Gerusalemme, dovrà giungere “fino agli estremi confini della terra”. Si apre così il tempo della Chiesa. Tempo curioso a dire il vero. Da una parte è il tempo dell’annunzio del Vangelo al mondo intero. Dall’altra il traguardo di questo tempo, la meta della missione è già presente dall’inizio: “ Questo Gesù, che è stato tra di voi assunto in cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”. La storia della Chiesa non produce perciò qualcosa di radicalmente nuovo, ma dilata quello di cui già abbiamo esperienza. Non si dovrà andare oltre Gesù; bisognerà invece che Cristo diventi effettivamente il Signore del mondo e della storia. Lo farà attraverso la Chiesa che è “ la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose”. (L. Monari)
INTERROGATIVI
Cristo, di cui oggi celebriamo la gloriosa ascensione al cielo chi è per noi? Un personaggio della storia o un vivente? Siamo coscienti che è sempre presente nel mondo, nella Chiesa e in noi? “Andate in tutto il mondo” ha detto Gesù. Ci sentiamo chiamati in causa da quest’ordine o pensiamo che non ci riguardi? Ci sentiamo inviati da Gesù a testimoniarlo nel nostro ambiente di vita, nella nostra famiglia, nel nostro lavoro, nel nostro studio, nella società, ovunque ci troviamo?
PREGHIERA (pregare la parola)
•Gloria a te, Signore Gesù, che sei stato inchiodato sulla croce, sei morto e sei risuscitato, sei stato annunziato agli uomini risorto e vivo per sempre, che sei salito al cielo, siedi alla destra del Padre e ritornerai con gli angeli e i santi a giudicare l’umanità.
•Tu, che nella tua ascensione hai colmato di gioia il gruppo degli apostoli, rendi degni anche noi della gioia degli eletti, per le loro preghiere e la tua grande misericordia. (Liturgia orientale)
•E’ asceso il buon pastore alla destra del Padre, veglia il piccolo gregge con Maria nel cenacolo. Dagli splendori eterni scende il crisma profetico che consacra gli apostoli araldi del Vangelo. Vieni o Divino Spirito con i tuoi santi doni e rendi i nostri cuori tempio della tua gloria. (Inno dei Vespri dell’Ascensione)
•Il tuo potere, Signore non è come il nostro potere, come la tua pace non è la nostra pace: è il potere del sole che sprigiona la vita, è la gloria dell’umile esaltato davanti a tutta la creazione, è il potere di amare e perdonare e salvare. Signore, fa che almeno la tua chiesa non conosca altri poteri, in attesa di essere anche lei partecipe della tua Ascensione.
•Padre santo, ti ringraziamo per aver fatto sedere il tuo Unigenito alla tua destra e per averci fatto scoprire la tua presenza in mezzo a noi.
•Signore che hai portato in cielo la nostra fragile umanità, distruggi in noi la colpa antica e ridonaci la dignità perduta. (Vespri Ascensione)
•Signore sei disceso a noi per la via dell’amore, per essa guidaci tutti dove tu sei. Ci hai preceduto nella casa del Padre, donaci di abitarvi fin d’ora col cuore. (Invocazioni Vespri Ascensione)
•Tu che hai promesso di attirare ogni cosa a te, non permettere che ci separiamo dalla Chiesa che è il tuo corpo. (Vespri Ascensione)
•Signore che hai promesso ai discepoli lo Spirito Santo, per renderli tuoi testimoni sino ai confini della terra, rafforza la nostra testimonianza con la potenza dello Spirito Santo. (Intercessioni Lodi Ascensione)
•Applaudite, popoli tutti, acclamate a Dio con voci di gioia; perché terribile è il signore, re grande su tutta la terra. Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. Cantate inni a Dio, cantate inni; cantate inni al nostro re, cantate inni. (Dal salmo 46)
•Padre giusto e santo, da te procede il Verbo della vita nella comunione del tuo Spirito; fa che il popolo da te redento formi una perfetta unità nel vincolo del tuo amore, perché il mondo creda in Colui che hai mandato, Gesù Cristo, principio e termine di tutta la creazione. (Colletta Ascensione)
•Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero dell’Ascensione, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del tuo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo nostro capo nella gloria. (Colletta Ascensione)
•Padre che sei nei cieli, fonte e meta del nostro cammino, esaudisci le nostre preghiere: effondi nei nostri cuori la rugiada dello Spirito, perché si sviluppino in tutti i credenti i germi di vita eterna ricevuti nei sacramenti.
•Signore Gesù, tu hai detto: “ Andate e ammaestrate tutte le genti”. Fa che comprendiamo che questa è la missione di ognuno di noi. Tu ci mandi presso i nostri fratelli a rivelare loro il tuo amore. Aiutaci a compiere questa missione con disinteresse, con coraggio e con spirito di sacrificio. (Carles Brethes)
•Signore, hai inviato i tuoi discepoli a battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: la vita sacramentale della Chiesa non si riduca a sterile ripetizione di riti, ma sia sempre trasmissione di una fede e di una esperienza vissuta. (Domenico Pezzini)
•Eterno, Altissimo Signore, che hai redento il mondo; tu, distrutto il regno della morte, hai fatto trionfar la grazia. Alla destra del Padre tu sali, o Gesú, quale giudice tu siedi; non dalla terra, ma dal ciel tu hai ricevuto ogni tuo potere. Quaggiú rimasti, noi ti supplichiamo, le nostre colpe nell`oblio perdona, in alto i cuori verso te solleva, porgi l`aiuto di tua superna grazia. (Da: Aeterne Rex altissime)
•Cristo, scendendo dal cielo in terra, come Dio facesti risorgere con te il genere umano dalla schiavitú dell`inferno cui soggiaceva, e per la sua Ascensione lo riconducesti al cielo facendolo sedere con te sul trono del Padre tuo, perché sei misericordioso ed amante degli uomini. (Liturgia Bizantina, EE, n. 3151)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Attendiamo il Signore Gesù nella fede, annunziamolo come proposta di vita, testimoniamolo con la forza dello Spirito.