Giovanni 6, 51-58: 51 In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». 52 Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53 Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cosi anche colui che mangia me vivrà per me. 58 Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Giovanni 6, 51-58
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell`uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell`ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
Il discorso sul pane della vita espone in modo ricco il tema di Gesù pane di vita. Gesù è prima di tutto il datore del pane, il nuovo Mosè. Egli è anche il pane di sapienza e rivelazione, che nutre tutti coloro che vanno a lui nella fede. Egli è infine, la fonte eucaristica di vita eterna per tutti coloro che mangiano e bevano la carne e il sangue del Figlio dell’Uomo. Troviamo in questo capitolo gli elementi essenziali dell’Eucaristia cristiana, la parola e il pane, parola rivelatrice (35-47) e pane sacramentale (48-59).
E’ LA MIA CARNE (51)
Fino ad ora Gesù aveva parlato del pane della vita, di Gesù pane di vita, che il Padre dona. Ora inizia a parlare del pane che Lui stesso darà, cioè della sua carne e del suo sangue, quale condizione per ricevere la vita eterna. Per mezzo della carne, componente dell’uomo, segno della sua fragilità, assunta da Cristo nell’incarnazione, Gesù è pane di vita.
VITA DEL MONDO (51)
Questa vita è offerta in dono a tutti, al mondo intero.
COME PUO’ COSTUI (52)
I Giudei capiscono perfettamente che Gesù parla di mangiare la carne e ritengono impossibile e dissennata una simile eventualità.
E NON BEVETE IL SUO SANGUE (53)
Gesù non esclude lo scandalo per le sue parole e non lo diminuisce. Anzi rincara la dose, aggiungendo anche l’esigenza di bere il sangue, cosa particolarmente scandalosa per gli Ebrei, dato che per essi era proibito bere il sangue.
CHI MANGIA E BEVE (54)
Solo il mangiare la carne e il bere il sangue di Gesù ha in sé la vita eterna, e non l’ha chi non mangia e beve. Ciò che si richiede è un mangiare e un bere effettivo, non una semplice unione spirituale.
CARNE VERO CIBO, SANGUE VERA BEVANDA (55)
Gesù non dà una risposta completa, perché la verità, che enuncia, può esser compresa solo dalle comunità cristiane alle quali è rivolto il Vangelo di Giovanni, mentre è inconcepibile ai Giudei, prima della morte di Gesù. Le due formulazioni “mangiare carne” e “bere sangue” suonano ambedue paradossali, se intese in senso naturale. Solo l’interpretazione sacramentale, che possono fare i credenti, offre un senso plausibile. Nell’Eucaristia è davvero presente Gesù in corpo, sangue, anima e divinità, nel segno del sacramento. Nell’Eucaristia è presente Gesù, persona viva e vera, che dona se stessa, e, come fa il cibo per il corpo, alimenta la vita “vera”, quella più autentica, che non si spegne mai.
DIMORA IN ME E IO IN LUI (56)
Mangiare, ricevere Gesù nell’Eucaristia è un fatto che opera in maniera duratura l’intima unione dei fedeli con Cristo, su cui si fonda per essi il possesso della vita eterna.
COME IL PADRE (57)
Il Figlio vive in grazia al Padre, infatti “ Come il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di aver la vita in se stesso. (5, 26) E chi si ciba di Gesù nell’Eucaristia riceve dal Figlio la vita, che parte dal Padre, fonte originante della vita.
QUESTO E’ IL PANE (58)
L’insegnamento si conclude con la ripetizione di quanto prima asserito: la manna non diede immortalità, ma il pane promesso da Cristo dona la vita eterna.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
TRANSUSTANZIAZIONE, MEMORIALE, CULMINE
Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e il suo Sangue, con la sua anima e la sua divinità. (CCC 1413) L’Eucaristia è il cuore e il culmine della vita della Chiesa, poiché in essa Cristo associa la sua Chiesa e tutti i suoi membri al proprio sacrificio di lode e di rendimento di grazie offerto al Padre una volta per tutte nella croce; mediante questo sacrificio egli effonde le grazie della salvezza sul suo Corpo che è la Chiesa. (CCC 1407) L’Eucaristia è il memoriale della Pasqua di Cristo, cioè dell’opera della salvezza compiuta per mezzo della sua vita, della morte e Risurrezione di Cristo, opera che viene resa presente nell’azione liturgica. (CCC 1409)
CONDIZIONE ED EFFETTI
Chi vuole ricevere Cristo nella Comunione eucaristica deve essere in stato di grazia. Se uno è consapevole di aver peccato mortalmente, non deve accostarsi all’Eucaristia senza prima aver ricevuto l’assoluzione nel Sacramento della Penitenza (CCC 1415). La Santa Comunione al Corpo e Sangue di Cristo accresce in colui che si comunica l’unione col Signore, gli rimette i peccati veniali e lo preserva dai peccati gravi. Poiché vengono rafforzati i vincoli di carità tra colui che si comunica e Cristo, ricevere questo sacramento rafforza l’unità della Chiesa, Corpo mistico di Cristo. (CCC 1416) La partecipazione al Santo Sacrificio…. sostiene le nostre forze lungo il pellegrinaggio di questa vita, ci fa desiderare la vita eterna e già ci unisce alla Chiesa del Cielo, alla Santa Vergine Maria e a tutti i santi. (CCC 1419)
DAL:“LAUDA SION”
E’ il banchetto del nuovo Re, nuova Pasqua, nuova legge e l’antico è giunto al termine, cede al nuovo il rito antico, la realtà disperde l’ombra: luce non più tenebra. Cristo lascia in sua memoria ciò che ha fatto nella cena: noi la rinnoviamo. E’ certezza a noi cristiani: si trasforma il pane in carne, si fa sangue il vino. Tu non vedi, non comprendi, ma la fede ti conferma, oltre la natura. E’ un segno ciò che appare: nasconde nel mistero realtà sublimi. Mangi carne, bevi sangue, ma rimane Cristo intero in ciascuna specie. Vanno i buoni, vanno gli empi, ma diversa ne è la sorte, vita o morte provoca. Vita ai buoni, morte agli empi; nella stessa comunione ben diverso ne è l’esito. (S. Tommaso)
GESU’ DONA SE STESSO
Per dono della sua grazia Cristo distribuisce se stesso a ogni credente mediante quella carne la cui esistenza proviene dal pane e dal vino, fondendosi con i corpi dei credenti per dare la certezza che, mediante questa unione con l’immortale, anche l’uomo può partecipare all’incorruzione (S. Gregorio di Nissa). Il cuore del brano evangelico è una vera e reale comunione con Cristo. Comunichiamo col Padre solo in forza della comunione con Gesù. solo la comunione con Gesù, il rinunziare a possedersi e l’accettare di perdersi, permettono che l’amore di Dio comunicato agli uomini in Gesù continui ad operare nella nostra dedizione. “Cristo che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi”. (Rm 8, 34) è presente in molti modi nella sua Chiesa: nella sua parola, nella preghiera della Chiesa, là dove sono due o più riuniti nel suo nome (Mt 18, 20), nei poveri, nei malati, nei prigionieri, nei sacramenti, nel sacrificio della Messa e nella persona del ministro, ma “ soprattutto nelle specie eucaristiche”.
FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME
E mentre cenavano, prendendo in mano il pane, lo spezzò. Per quale motivo ha celebrato questo mistero precisamente nel tempo della Pasqua? Affinché tu scopra in ogni luogo che Lui era il Legislatore dell`Antico Testamento, e che quanto è in esso contenuto è stato scritto per raffigurare questa realtà. Ed è per questo motivo che Egli ha collocato la verità al posto della figura. La sera, per suo conto, significava la pienezza dei tempi, e che gli avvenimenti erano vicini ormai al loro termine. Egli, inoltre, rende grazie, insegnandoci così come si deve celebrare questo mistero, dimostrandoci che Egli non cammina verso la Passione involontariamente, insegnandoci a portar avanti con gratitudine tutte le nostre sofferenze e proponendoci tante buone speranze. Poiché se la figura è stata un frutto di libertà da una cosí grande schiavitú, quanto piú lo sarà la verità che darà libertà a tutta la terra e verrà data per il bene della nostra natura! Ed è per questo motivo che Egli non ci ha donato il mistero fino a questo momento, ma soltanto quando le istituzioni legali dovevano cessare. Egli distrugge infine la principale di tutte le sue feste, trasportando ad un`altra mensa terribile, ed esclama: Prendete, mangiate: questo è il mio corpo, il quale viene spezzato per molti (1Cor 11,24). E come mai, all`udire questo, non ne furono turbati? Perché già in anticipo Egli aveva loro predetto su tale argomento molte e grandi cose. Per cui non le ribadisce ora, perché essi avevano già inteso parlare abbastanza sull`argomento, ma riporta la causa della sua passione, che era la remissione dei peccati. Egli chiama poi il suo sangue del Nuovo Testamento, vale a dire, della promessa, dell`annuncio della nuova legge. Infatti, ciò era stato promesso dai tempi antichi e viene confermato dal Testamento della legge nuova. E cosi come l`Antico Testamento usava pecore e vitelli, il Nuovo ha il sangue del Signore. ……Così come quello anteriore – dice ad essi – lo facevate in memoria delle meraviglie di Egitto, ora fate questo in memoria di me. (Giovanni Crisostomo, In Matth., 82, 1)
CIBO E BEVANDA DI VITA ETERNA
Quelli che, cadendo nelle insidie loro tese, hanno preso il veleno, ne estinguono il potere mortifero con un altro farmaco. Allo stesso modo, come è entrato nelle viscere dell`uomo il principio esiziale, deve entrarvi anche il principio salutare, affinché si distribuisca in tutte le parti del suo corpo la virtù salvifica. Avendo noi gustato il cibo dissolvitore della nostra natura, ci fu necessario un altro cibo, che riunisce ciò che è dissolto, perché, entrato in noi, questo medicamento di salvezza agisse da antidoto contro la forza distruggitrice presente nel nostro corpo. E cos`è questo cibo? Null`altro che quel Corpo che si rivelò piú possente della morte e fu l`inizio della nostra vita. Come un po` di lievito, secondo quanto dice l`Apostolo (cf. 1Cor 5,5), rende simile a sé tutto l`impasto, cosí quel Corpo, dotato da Dio dell`immortalità, entrato nel nostro, lo trasforma e lo tramuta tutto in sé. Come, infatti, il principio salutare mescolato al principio mortifero toglie il potere esiziale al miscuglio, cosí il Corpo immortale una volta dentro colui che lo ha ricevuto, lo tramuta tutto nella propria natura……Solo il Corpo, ricettacolo di Dio, ricevette la grazia dell`immortalità, ed è dimostrato che non è
possibile, per il nostro corpo vivere nell`immortalità, se non partecipandovi per la comunione a quel Corpo. (Gregorio di Nissa, Catech. M., 37)
CREDERE PER CAPIRE
Ciò che dunque vedete è pane e vino; ed è ciò che anche i vostri occhi vi fanno vedere: ma la vostra fede vuol essere istruita, il pane è il corpo di Cristo, il vino è il sangue di Cristo. Veramente quello che è stato detto in poche parole forse basta alla fede: ma la fede desidera essere istruita. Dice infatti il profeta: Se non crederete, non capirete (Is 7,9). …..Queste cose, fratelli, si chiamano Sacramenti, poiché in essi una cosa si vede, un`altra si intende. Ciò che si vede ha un aspetto corporeo, ciò che si intende ha sostanza spirituale. Se dunque vuoi farti una idea del corpo di Cristo, ascolta l`Apostolo che dice ai fedeli: Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra (1Cor 12,27). Perciò se voi siete il corpo e le membra di Cristo, il vostro mistero risiede nella mensa del Signore: voi accettate il vostro mistero. A ciò che siete voi rispondete Amen, e cosí rispondendo voi l`approvate. Infatti tu senti: «Il Corpo di Cristo»; e rispondi Amen. Sii membro del corpo di Cristo, perché sia vero quell`Amen. Perché dunque nel pane? Qui non aggiungiamo nulla di nostro, ascoltiamo sempre lo stesso Apostolo che, parlando di questo sacramento, dice: Poiché c`è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo (1Cor 10,17): comprendete e gioite; unità, verità, pietà, carità. Un pane solo: che cos`è questo solo pane? Pur essendo molti siamo un corpo solo. Ricordatevi che il pane non si ottiene da un solo chicco di grano, ma da molti. Quando venivate esorcizzati era come se foste macinati. Quando siete stati battezzati, come se foste impastati. Quando avete ricevuto il fuoco dello Spirito Santo, come se foste cotti. Siate ciò che vedete e accettate quello che siete. Questo ha detto del pane l`Apostolo. Quindi quello che intendiamo col calice, anche se non è stato detto, lo ha mostrato sufficientemente. Infatti come molti chicchi si fondono in uno solo per avere la forma visibile del pane, cosí avvenga ciò che la Sacra Scrittura dice dei fedeli: Essi avevano un cuor solo e un`anima sola rivolti verso Dio (At 4,32): ed è così anche per quanto riguarda il vino. Fratelli, ricordate da che cosa si ricava il vino. Molti sono i chicchi che pendono dal grappolo, ma poi tutti si mescolano in un solo liquido. Cristo Signore ha voluto che noi fossimo così, ha voluto che noi gli appartenessimo, ha consacrato alla sua mensa il mistero della pace e della nostra unità. Chi accoglie il mistero dell`unità, ma non mantiene il vincolo della pace, non accoglie il mistero in suo favore, ma una prova contro di sè. (Agostino, Sermo 272)
IL DONO INEFFABILE DI CRISTO
Tali sono i gloriosi misteri della santa Chiesa, e tale è l`ordine nel quale sono celebrati dai sacerdoti. Felice colui che ha il cuore puro, nel momento in cui sono consacrati i misteri tremendi del Corpo di nostro Signore. Gli angeli del Cielo giudicano molto fortunati i figli della Chiesa che sono stati resi degni di ricevere il corpo e il sangue di Gesú Cristo nostro Signore. Gloria al tuo nome per il tuo dono ineffabile! E chi può adeguatamente rendere gloria alla tua divinità? Vieni, dunque, tu, che sei ammesso al sacramento dei figli della Chiesa, ad imparare secondo quella prescrizione che ti puoi avvicinare ai sacerdoti, purché te ne accosti secondo il modo che l`apostolo Paolo ha deciso. Avvicinati con cuore puro al corpo e al sangue di nostro Signore, che ti purificheranno dalle macchie dei peccati che tu hai commesso. I sacerdoti non allontanino il peccatore che viene a pentirsi, né l`impuro che si lamenta e che si affligge di essere impuro. Ma essi accolgono e gli impuri e i peccatori a condizione che essi facciano il proposito di non piú ritornare al male. Prega, allora, con amore, insieme col sacerdote, affinché colui che dà la vita e perdona i peccati ti accolga! Stai attento, tuttavia, a non uscire dalla nave per andare al di fuori, nel momento in cui sono consacrati i tremendi misteri! Chi è colui che volontariamente, rifiuterebbe questo pasto al quale sono invitati gli angeli e gli uomini? Chi è colui che, dal momento che è stato inserito nelle file della Chiesa, preferirebbe il posto degli estranei che la Chiesa ha allontanato? E` il momento in cui occorre comportarsi come un angelo in questo momento in cui lo Spirito Santo dimora. Questo istante dà la vita a colui che vi è presente, e condivide dei doni con colui che l`accoglie. Felice colui che vi crede, e riceve questi doni, poiché se egli è morto rivivrà, e se è vivo, non morrà per aver peccato! (Narsai il Lebbroso, Expositio Myster., passim)
IL DONO DELL’EUCARISTIA
Avendo amato i suoi ch`erano nel mondo, li amò fino alla fine (Gv 13,1). Allora diffuse sui suoi amici quasi tutta la forza del suo amore, prima di effondersi egli stesso, come acque per gli amici. Allora diede loro il sacramento del suo corpo e del suo sangue e ne istituí la celebrazione. Non so se piú ammirare la sua potenza o il suo amore! Per consolarli della sua partenza, inventò questo nuovo modo di presenza; cosí, anche lasciandoli e togliendo loro la sua presenza corporale, egli restava non solo con loro, ma in loro, per virtù del sacramento Allora, come se avesse completamente dimenticato la sua maestà e facesse oltraggio a se stesso – ma è un vanto per chi ama abbassarsi per gli amici – con una degnazione ineffabile il Signore – quel Signore! – lavò i piedi dei servi. Così, allo stesso tempo, diede loro un modello di umiltà e il sacramento del perdono (Guerric d`Igny, Sermo in Ascens., 1)
EUCARISTIA CAUSA DI UNITA’ DEI FEDELI
L’Eucaristia è il fattore massimo della comunione intima e profonda dei fedeli. Assumere il pane e il vino consacrati è comunicare, unirsi con Cristo,
partecipare alla sua condizione divina, diventare “concorporali” con Cristo. Si stabilisce una comunità misteriosa di vita, quella data dallo Spirito Santo, che è il medesimo che ha trasfigurato il capo e trasfigura le membra. Ma l’unione con Cristo porta all’appartenenza vicendevole degli uni con gli altri, mediante i legami del medesimo Spirito. Poiché Cristo è un solo e unico pane, di cui tutti si cibano, tutti vengono a formare un solo corpo. “L’Eucaristia è vera comunione perché noi per essa siamo uniti al Cristo e partecipiamo alla sua carne e divinità.. E’ comunione perché noi per essa siamo uniti tra noi.. membra gli uni degli altri, concorporei con Cristo. (S. G. Damasceno)
CHI LO RICEVE HA LA VITA ETERNA
Dice Gesù: “ Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita eterna”. Egli stesso è il pane: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”. Chi si alimenta con Gesù non muore, anzi vive sempre, vive una vita come la sua. Gesù è l’unico pane che impedisce di morire per sempre: “ Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. L’Eucaristia è il pane del cielo, che ci fa vivere e morire con Gesù e come lui, che ci salva persino dalla morte. “Noi non siamo già al di là della morte, tuttavia già adesso iniziamo a partecipare alla risurrezione del Signore, vivendo qui sulla terra, nella fede, nella carità, e nella speranza. Infatti Gesù ha detto: “ Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha (già adesso) la vita eterna”. La vita eterna è quella che ci fa vivere lo Spirito datoci da Gesù, quella vita che sboccerà pienamente, alla fine, in paradiso. (Antonio Bonora)
L’EUCARISTIA
Cristo nel «mirabile Sacramento ci ha lasciato il memoriale della sua Pasqua» e la Chiesa, attraverso i secoli, celebrando l`Eucaristia, «annuncia la morte del Signore, proclama la sua Risurrezione ed attende la sua venuta nella gloria». Cristo in modo mirabile rimane in mezzo a noi: ci fa partecipare al suo Sacrificio di Redenzione e si fa cibo per noi. Egli offre il suo Corpo per noi; il suo Sangue comporta la remissione dei peccati. Il Sacrificio di Gesú porta pace e salvezza a tutto il mondo. La Chiesa si nutre del Corpo e del Sangue del Signore: e allora tutti i suoi figli diventano «un solo corpo e un solo spirito in Cristo». La potenza dello Spirito Santo riveste tutti i credenti e fa sí che essi diventino in Cristo il sacrificio vivente a gloria di Dio Padre. L`Eucaristia diviene per chi crede il preannunzio della piena partecipazione alla vita di Dio nell`eternità, è il pegno della vita eterna. «Chi mangia il mio Corpo e beve il mio Sangue avrà la vita «eterna», disse il Signore. Cristo Signore è presente in mezzo a noi nel Santissimo Sacramento. La coscienza di ciò porta all`adorazione e alla lode, specialmente nella Solennità del Corpo e del Sangue del Signore.
EUCARISTIA CIBO E BEVANDA
L’Eucaristia è il sacramento del corpo e del sangue di Cristo dato come cibo e bevanda di salvezza eterna. E’ un convito nel quale si mangia Gesù, che trasforma chi lo riceve. E’ un pane donato per la vita di tutti gli uomini che produce la vita eterna: “Chi mangerà di questo pane vivrà in eterno”; ed è indispensabile per la vita: “Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete in voi la vita”. E’ germe di risurrezione. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. (G. Nervo)
EUCARISTIA E UNITA DELLA CHIESA
Il Signore Gesù viene a vivere in noi e ci assimila a sé: “ La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui”. Unendoci a sé Gesù ci unisce anche tra di noi. I molti diventano un unico corpo in virtù dell’unico pane: “ Mistero di amore. Simbolo di unità. Vincolo di carità”. Come i chicchi di grano si fondono in un solo pane e gli acini di uva in un solo vino, così noi diventiamo uno in Cristo. L’Eucaristia presuppone, rafforza e manifesta l’unità della Chiesa. Esige l’unità della fede e impegna a superare le divisioni contrarie alla carità (CdA)
L’EUCARISTIA FA LA CHIESA
Siamo invitati dalle letture a cogliere la dimensione ecclesiale del “pane di vita”, di cui parla Gesù nel Vangelo. Agostino l’ha detto con una formula scultorea: “ Non può comunicare la vita se non a quelle membra che trova unite al Corpo che Egli anima e vivifica”. Se è l’Eucaristia il Corpo di Cristo, lo è inseparabilmente anche la Chiesa. Per questo oggi viene rievocata l’esperienza del deserto: lì appare un Dio vicino, che moltiplica i prodigi della sua bontà. E’ l’epoca d’oro in cui Israele forgia la sua coscienza comunitaria: era una “accozzaglia di tribù” e diventa il “Popolo di Dio”. La Gerusalemme che il salmo invita alla lode è la Chiesa che scopre in sé un cumulo di benefici divini. Paolo vede nell’unico pane spezzato la radice ultima della nostra unità: pur essendo molti entriamo tutti in quella misteriosa “comunione” che è la Chiesa, Corpo del Risorto. E’ l’Eucaristia che fa la Chiesa… Se l’Eucaristia è Gesù Cristo, evidentemente è Lui che fa la Chiesa… L’unico “Corpo di Cristo”, quello che è nato dalla Vergine ed è risorto, si rende presente nel Sacramento proprio per realizzarsi nella comunione ecclesiale. L’Eucaristia è l’evento più intenso della Chiesa. (M. Magrassi)
EUCARISTIA COEFFICIENTE DI COMPATTEZZA
L’Eucaristia è il segno e il coefficiente di ogni autentica compattezza spirituale cristiana in ogni gruppo di persone che convivono. La forza amalgamatrice che viene dall’Eucaristia non è costituita dall’interesse, dalla naturale affinità di caratteri, dall’amicizia naturale, dalla simpatia, dalle qualità fisiche o psichiche, ma da quell’omogeneità che ha la sua radice nella paternità divina e che si realizza nella solidarietà mistica con Cristo. (V.Raffa)
VIVERE DELLA VITA DI DIO
Dio ci nutre con una pane che viene dal cielo; ma questo pane non è solo un nutrimento materiale o spirituale; è Dio stesso che si dona a noi nel suo Figlio: “il pane che io vi darò è la mia carne per la vita del mondo”. Gesù presenta la sua vita come un dono, capace di procurare la salvezza del mondo; e offre questo dono sotto forma di pane, di nutrimento messo a disposizione del credente. Non è possibile all’uomo possedere la sua vita se non come dono. Certo l’uomo possiede per qualche anno la vita biologica e psichica; la può difendere e arricchire, curare e prolungare; ma prima o poi è costretto a perderla irrimediabilmente. Questo è un segno eloquente. Al di là dell’esistenza naturale vale la pena aprirsi a un altro tipo di esistenza, quella che viene da Dio, e di cui Gesù è il portatore e il donatore. Gesù possiede la vita eterna, e questa vita eterna la dona. E’ in comunione perfetta col Padre e di questa comunione ci rende partecipi. “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui”. Per Gesù vivere significa vivere “per” il Padre. Lo stesso vale per il cristiano: egli riceve la sua vita autentica da Gesù: non può dunque altro che vivere “per” Gesù. S’illude chi pensa alla vita cristiana come a un progetto stupendo di vita che l’uomo dovrebbe realizzare con il suo impegno
coraggioso. L’esistenza cristiana è prima di tutto un dono da ricevere in modo permanente e continuo. (S. Sibroni)
L’ONORE E L’ONERE DI UN DONO
Le comunità e i singoli sono chiamati a interrogarsi concretamente e nei dettagli se e come mangiano, quanto comunicano alla vita di Cristo e che incidenza abbia questo fatto nella loro vita. Il discorso di Gesù è chiaro e categorico, e in esso non vi è spazio per i compromessi e superficialità. Forse il problema maggiore è, oggi, di aver perso fame e sete di vivande spirituali: si abbia allora il coraggio di dirci che davvero “l’uomo non vive soltanto di pane” e che la nostra “era di abbondanza” e del generalizzato benessere ci lascia denutriti di troppi valori e spesso preda dell’insoddisfazione. Sono anche chiamati a interrogarsi sull’unità tra tutti i partecipanti all’Eucaristia. E’ proprio della “comunione” all’unico Signore Gesù Cristo “creare comunione tra noi, e dono dell’Eucaristia è l’unita. Ma spesso ci troviamo in assemblee senza mordente, caratterizzate da isolamento, passività o devozionismo. Basti solo notare che non si pensa nemmeno a fare gesti di accoglienza eucaristica e che non si dà molta importanza al “segno di pace”. Ma per chi partecipa all’Eucaristia dovrebbe verificarsi quanto dice Paolo: “Noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo, quando partecipiamo dell’unico pane”.
LA DOMENICA A MESSA
Partiamo dalle nostre case e veniamo a Messa con la nostra fame. Forse quella di un cuore ingordo, del desiderio delle cose materiali, sempre insoddisfatto, una fame di cui magari ci vergogniamo un poco, e di cui, se siamo saggi, chiediamo perdono a Dio. Ma soprattutto veniamo in chiesa con la fame e il desidero di Dio, di cose pulite, di una vita in armonia con gli altri, di un incontro con Gesù Cristo che ci nutre e ci rende migliori. Gesù ci attende nell’Eucaristia, un mistero così luminoso che ci aiuta a capire il senso della vita, di uomini incamminati verso Dio. E ci incoraggia a vivere con li altri, per gli altri, nella nostra famiglia, nella società, da fratelli riscattati dal sangue di Cristo. Gesù si dona a noi, ci unisce a sé, ci unisce ai fratelli, viene come dono di vita eterna, come germe di risurrezione, come potenza che trasforma. Torniamo a casa, in famiglia, agli amici, al lavoro, alla vita di ogni giorno. Con una vita nuova, una forza in più, una missione da compiere, una testimonianza da realizzare. (Enzo Bianco)
INTERROGATIVI
Apprezziamo nel giusto valore il dono dell’Eucaristia, che il Signore ci ha fatto alla vigilia della sua morte? Ci facciamo un dovere, anzi una gioia, di partecipare regolarmente alla Santa Messa con le dovute disposizioni? Nel ricevere la comunione abbiamo il sincero desiderio di unirci a Cristo, per trasformarci progressivamente in lui e vivere della sua vita?
PREGHIERA (pregare la parola)
•Buon pastore, pane vero, o Gesù pietà di noi: nutrici, difendici, portaci ai beni eterni, nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei beati. (S. Tommaso: Lauda Sion)
•Cibo e bevanda di vita, balsamo, veste, dimora, forza, rifugio, conforto, in te speriamo. Illumina col tuo Spirito l’oscura notte le male, orienta il nostro cammino incontro al Padre. (Da Inno Ufficio lettura Corpus Domini)
•O pane vivo, memoriale della passione del Signore, fa ch’io gusti quanto è soave di te vivere, in te sperare. (Da Inno lodi C. Domini)
•Frumento di Cristo noi siamo cresciuti nel sole di Dio, nell’acqua del fonte impastati, segnati dal crisma divino. In pane trasformaci o Padre, per il sacramento di pace; un pane, uno Spirito, un Corpo, la Chiesa una santa, o Signore. (Da Inno Vespri Corpus Domini)
•Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. (Orazione C. Domini)
•Dio fedele, che nutri il tuo popolo con amore di Padre, ravviva in noi il desiderio di te, fonte inesauribile di ogni bene: fa che, sostenuti dal sacramento del Corpo e Sangue di Cristo, compiamo il viaggio della nostra vita, fino ad entrare nella gioia dei santi, tuoi convitati alla mensa del Regno. (Colletta Corpus Domini: A)
•O Dio, nostro Padre, tu che nutri i credenti con il corpo e Sangue del tuo Figlio, aiutaci a fare dell’eucaristia il centro della nostra vita, cosicché le nostre comunità crescano nell’amore per te e per i fratelli. (Messalino ed paoline)
•Guarda, Signore il pane della sofferenza, il pane impastato nelle nostre mani di miseria, il pane della morte, il pane della guerra: dacci oggi, Signore, il nostro pane quotidiano. Che diventi il pane della festa, che diventi il pane dell’amore! Che diventi il canto della gioia sulla terra, che diventi il tuo corpo, Signore. (L. Denis)
•Ci aiuti il Signore a donare la nostra vita ai fratelli, come egli spezza continuamente per noi il suo pane in ogni eucaristia.
•Il Signore edifichi la sua Chiesa nell’unità di un solo corpo, attraverso la partecipazione all’unico pane e all’unico calice, e susciti in tutte le membra la volontà di vicendevole servizio. (G. Covagnoli)
•Mistero della Cena! Ci nutriamo di Cristo, si fa memoria della sua passione, l`anima è ricolma di grazia, ci è donato il pegno della gloria. (Liturgia Horarum, III)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Interroghiamoci su come riceviamo l’Eucaristia e su quale incidenza abbia nella nostra vita.