Luca 9, 51-62: 51 Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto. Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme 52 e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. 53 Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54 Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò.56 E si misero in cammino verso un altro villaggio. 57 Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58 E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59 A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60 Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61 Un altro disse: «Ti seguirò. Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62 Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Luca 9, 51-62
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso un altro villaggio. Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell`uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all`aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
Ha inizio con 9, 51 un grande inserto di 10 capitoli conosciuto come il viaggio di Gesù a Gerusalemme. Si tratta della sezione centrale del vangelo di Luca, dedicata agli insegnamenti ai discepoli. Il grande viaggio reale ed ideale insieme di Gesù verso Gerusalemme, meta non solo geografica del viaggio di Gesù che si conclude con la morte. Attraverso la morte si realizza la sua glorificazione presso Dio. La ferma decisione di Gesù di intraprendere questo viaggio è come quella del profeta Isaia inviato da Dio a portare a termine e con perseveranza il suo compito (Is 59, 7). La strada più diretta e rapida dalla Galilea a Gerusalemme attraversa il centro della Palestina, la regione dei samaritani. In 9, 51-62 abbiamo la solenne introduzione a tutta la sezione con le indicazioni di Gesù, segue il rifiuto dei samaritani e tre esortazioni a chi accetta di seguire il Maestro.
STAVANO PER COMPIERSI (51)
Luca inizia con un termine che adopera per altri grandi eventi (la pentecoste: At 2, 1, la decisione di Paolo di andare a Gerusalemme e poi a Roma: At 19, 21) Il termine è sumplerousthai = stavano per compiersi i giorni.
SAREBBE STATO TOLTO (51)
Il greco dice tempo dell’analempsis che significa “assunzione”, e indica certo l’assunzione al cielo, ma anche tutto il mistero pasquale.
SI DIRESSE DECISAMENTE (51)
Letteralmente “fece il muso duro” e l’espressione è presa da un carme del Servo di Iavhé: “Rendo la mia faccia dura come pietra “ (Is 50, 7) e indica la chiaroveggenza del futuro destino, la determinazione di assumerlo, la fiducia in Dio. Gesù è cosciente di ciò che lo aspetta a Gerusalemme (9, 31) e si mette in viaggio.
MANDO’ AVANTI DEI MESSAGGERI (52)
E’ un modo biblico di esprimersi (vedi 5, 53 e 10, 1 in rapporto a Is 50, 7). Il versetto ricorda Ml 3, 1 “ Io manderò il mio messaggero a preparare la via davanti a me”. Luca qui vede i discepoli nella parte che in 7, 27 ha il Battista. Il ruolo di questi messaggeri è di preparare (“per fare i preparativi per lui “) la strada al Signore. (vedi il Battista in 7, 27)
NON VOLLERO RICEVERLI (53)
I Samaritani erano i discendenti dei gruppi asiatici venuti con l’invasione del 722, fusi con gli ebrei dell’antico regno del Nord; erano un gruppo ibrido dal punto di vista culturale e sincretistico dal punto di vista religioso. La separazione dai Giudei divenne completa quando nel 325 costruirono un tempio sul Garizin; e per i Giudei divennero eretici e scismatici. Il rifiuto in questa situazione è comprensibile, dato che Gesù è Giudeo e si reca a Gerusalemme. Ma rifiutare l’accoglienza significa anche rifiutare di essere discepolo di Gesù. Questa scena anticipa il rifiuto di Gesù a Gerusalemme.
SCENDA UN FUOCO DAL CIELO (54)
La richiesta ricorda 2 Re 1, 10-12 in cui Elia invoca il fuoco dal cielo sui due gruppi di 50 uomini inviatigli da Acazia, successore di Acab; il fuoco distrusse i due gruppi. I due fratelli con questa richiesta dimostrano di essere restati ancora discepoli del Battista.
MA GESU’ LI RIMPROVERO’ (55)
Gesù rifiuta di aderire alla richiesta. Si differenzia da Elia e non vuole annunziare il Vangelo in questo modo. Lui è venuto a portare un fuoco sulla terra (12, 49), ma non si tratta del fuoco distruttore. Dopo la sua risurrezione, Filippo avrà la gioia di donare alle popolazioni della Samaria il “fuoco” dello Spirito, mediante l’imposizione delle mani. (At 8, 14-17)
VERSO UN ALTRO VILLAGGIO (57)
Si continua il cammino, sperando di incontrare un villaggio più ospitale.
UN TALE GLI DISSE (57)
C’è chi rifiuta, ma c’è anche chi vuole seguire Gesù e Luca qui introduce una raccolta di detti sul tema della sequela. Il carattere enigmatico delle parole di Gesù suggerisce l’idea che queste esigenze saranno chiare solo nella luce della Pasqua.
TI SEGUIRO (57)
E’ la decisione impulsiva, che aveva avuto anche Pietro (22, 23), ma Gesù lo riporta ad un sano realismo. Seguire Gesù è prima di tutto fare propria l’esperienza di un emarginato, di un perseguitato, di un crocifisso.
NON HA DOVE POSARE IL CAPO (58)
Gesù è un uomo in cammino; ha lasciato tutto partendo per Gerusalemme. Poserà il capo solo sulla croce. Seguire Gesù implica rinunziare ad ogni sicurezza e rimanere povero per tutto il tempo della sequela.
SEGUIMI (59)
Ad un altro è Gesù che fa la proposta della sequela. Il chiamato chiede una dilazione per seppellire il padre e Gesù risponde in modo paradossale, mettendo in opposizione con vigore due mondi: quello dei morti che si preoccupano dei morti, un mondo senza speranza e il mondo dei viventi al quale Gesù invita. Per morti si devono intendere coloro che non hanno ancora trovato la via del regno e perciò la loro vita appartiene al mondo vecchio, non partecipe della risurrezione.
TU VA E ANNUNZIA IL REGNO (60)
Di fronte al primato del Regno il discepolo non può fermarsi a piangere i morti, fossero anche i più cari congiunti, ma deve ricercare e annunziare la vita nuova del mondo nuovo. Così dimostrerà di essere vivo avendo Gesù che è la vita, in mezzo ad una massa di morti, che non hanno la vita vera.
CHE IO CONGEDI (61)
Nelle risposta al terzo personaggio, Gesù sottolinea ancora la necessità di una dedizione incondizionata e indivisa. Più esigente di Elia con Eliseo (1 Re 19, 19-21), Gesù non vuole solo coraggio e prontezza nell’accogliere il suo invito, ma anche costanza; non vuole discepoli nostalgici.
MANO ALL’ARATRO (62)
L’esempio è ancora preso dal mondo agricolo, Nella difficile e sassosa terra della Palestina non fa un buon lavoro chi continuamente si distrae voltandosi indietro. L’insegnamento di tutto il brano è chiaro. Non è lecito creare alternative all’invito di Gesù. Ogni tentativo di sottrarsi alla chiamata, ogni compromesso, ogni stratagemma per differire l’esecuzione, o altri atteggiamenti simili, portano all’esclusione dal regno di Dio.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
TI SEGUIRO’ DOVUNQUE ANDRAI
Uno si offrí per seguirlo ed egli lo riprovò, un altro non osava ed egli lo stimolò; un terzo rimandava e gliene fece una colpa. Il primo disse: “Signore, ti seguirò dovunque andrai” (Lc 9,57). Dove troveresti maggiore prontezza e alacrità e dove troveresti maggiore idoneità di questo, che è pronto a seguire il Signore dovunque andrà? Ti sorprende che il buon Maestro e Signore Gesú Cristo, che invitò i discepoli con la promessa del regno dei cieli, abbia rifiutato uno cosí preparato? Ma, poiché quel Maestro era uno che conosceva il futuro, dobbiamo capire che questo uomo, se avesse seguito Cristo, avrebbe cercato il suo interesse e non quello di Gesú Cristo. Gesú stesso disse: “Non tutti quelli che mi dicono: Signore, Signore, entreranno nel regno dei cieli” (Mt 7,21). E questi era uno di quelli, ma non si conosceva, come lo vedeva il medico. Poiché se sapeva di fingere, se tramava un inganno, non sapeva con chi parlava. Di Gesú, infatti, dice l`Evangelista: “Non aveva bisogno che altri lo informasse intorno a qualcuno; sapeva da sé che cosa fosse in ogni uomo” (Gv 2,25). Che cosa rispose, allora? “Le volpi hanno tane e gli uccelli nidi, ma il Figlio dell`uomo non ha dove posare il capo”. Ma dove il Signore non ha posto? Nella tua fede. Le volpi hanno tane nel tuo cuore; sei un ingannatore. Gli uccelli hanno nidi nel tuo cuore; sei superbo. Sei ingannatore e superbo, non mi seguirai. Come può un ingannatore andar dietro alla semplicità? (Agostino, Sermo 100, 1-3)
SEGUIMI
A un altro, che taceva e non prometteva niente, dice: “Seguimi” (Lc 9,59). Quanto male vide in quello, tanto bene vide in questo. “Signore”, vai a dire: Seguimi a uno che non ti pensa? Mi rispondi: Rifiuto quello, perché vedo in lui tane, vi vedo nidi. Ma perché poi vai a infastidire questo? Tu lo stimoli e lui si scusa; lo forzi e non viene, lo esorti e non ti segue. Vedi che ti risponde: “Andrò prima a seppellire mio padre” (Lc 9,59)? La fede del suo cuore si manifestava al Signore; ma la pietà verso il padre gli faceva rimandare l`accettazione dell`invito. Ma il Signore, quando chiama gli uomini per il Vangelo, non vuole che s`interponga nessuna scusa di ordine temporale. Ma qui si tratta della legge di Dio, e il Signore stesso rimproverò i Giudei perché distruggevano i comandamenti di Dio, e anche Paolo dice. “Questo è il primo comandamento confermato da una promessa”. Quale? “Onora tuo padre e tua madre” (Ef 6,2). E` certo Parola di Dio. Dunque, questo giovane voleva obbedire a Dio, seppellendo il padre. Ma si tratta di tempo, luogo e circostanze. Il padre dev`essere onorato e Dio dev`essere obbedito. Il padre dev`essere amato, ma Dio Creatore dev`esser preferito. Io, dice il Signore, ti chiamo per il Vangelo: mi sei necessario per un`altra cosa; questa è piú grande di quella che vuoi fare tu. “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti” (Lc 9,60). Tuo padre è morto; ci son degli altri morti per seppellire i morti. Chi son questi morti che seppelliscono i morti? Può un morto esser seppellito da altri morti? Come possono fasciare, se sono morti? Come piangono, come portano al sepolcro, se son morti? Fasciano, piangono e portano, e son morti, perché sono infedeli. (Agostino, Sermo 100, 1-3)
NON GUARDARSI INDIETRO
Un terzo discepolo ancora, senza che nessuno lo invitasse, venne fuori e disse: “Ti seguirò, Signore; ma prima vado a dirlo a quelli che stanno a casa” (Lc 9,61). Il senso dovrebbe essere: Vado a dirlo ai miei, perché, come di solito avviene, non si mettano a cercarmi. Ma il Signore: “Nessuno che si guardi indietro, dopo aver messo mano all`aratro, è buono per il regno dei cieli” (Lc 9,62). Ti chiama l`Oriente e tu guardi l`Occidente. La lezione di questa pagina è che il Signore scelse chi volle lui. (Agostino, Sermo 100, 1-3)
PERCHE’ FARSI DISCEPOLI
Molti si fanno discepoli per fregiarsi del nome di Cristo e non per onorare Cristo; si lasciano ingaggiare da lui per rimanere nei piaceri corporei e non per portare le austerità dei suoi comandamenti. Altri si avvicinano a questa regola che esige rinuncia, spinti dal desiderio di Mammona, e per acquistare fuori dal mondo quello che non possono avere standovi dentro. Attraverso quell`unico discepolo di cui parla il Vangelo del nostro Salvatore, Gesú ha stigmatizzato questo pensiero iniquo in tutti gli altri: “Maestro, ti seguirò dovunque andrai; e Gesú gli rispose: Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell`uomo non ha dove posare il capo” (Mt 8,20; Lc 9,58). Lungi da me, discepolo d`iniquità! Io non posso darti quello che tu desideri e tu non puoi ricevere quello che io ti do; conosco ciò che chiedi e io non ti do ciò che cerchi; hai creduto di venire a me per amore della ricchezza; sei andato a cercare le tenebre nella luce, la povertà nel possesso autentico, e la morte nella vita; tu vuoi acquistare venendo a me quanto io chiedo a tutti di lasciare per seguirmi; la porta per la quale sei spinto ad entrare per seguirmi è la stessa per la quale voglio farti uscire. Ecco perché non ti accolgo. Io sono povero per la mia condizione pubblica, e, per tal motivo, non detengo pubbliche ricchezze da elargire nel mondo in cui sono venuto. Io sono visto come uno straniero e non ho né casa né tetto, e chi vuole essere mio discepolo eredita da me la povertà: perché vuoi acquistare da me ciò che ti faccio rinunciare a possedere? (Filosseno di Mabbug, Hom., 9, 306-307.312-313)
VIRTU’ PERFETTA
Il Signore agisce mirabilmente in tutte le sue opere. Egli non accoglie colui che si offre con presunzione, mentre non si adira contro coloro che, senza nessun riguardo, respingono il Signore. Egli vuole cosí dimostrare che la virtù perfetta non ha alcun desiderio di vendetta, che non c`è alcun posto per la collera laddove c`è la pienezza della carità, e che, infine, non bisogna respingere la debolezza ma aiutarla. L`indignazione stia lungi dalle anime pie, il desiderio della vendetta sia lontano dalle anime grandi; e altrettanto lontano stia dai sapienti l`amicizia sconsiderata e l`incauta semplicità. Perciò egli dice a quello: «Le volpi hanno tane»; il suo ossequio non è accettato perché non è trovato effettivo. Con circospezione si usi dell`ospitalità della fede, nel timore che aprendo agli infedeli l`intimità della nostra dimora si finisca col cadere, per la nostra imprevidente credulità, nella rete della cattiva fede altrui. (Ambrogio, In Luc., 7, 27 s.)
SEQUELA DI CRISTO
Il cristiano è per definizione uno che fa di Cristo la sua suprema ragione di vivere. Vive di lui: e perciò si sforza di vivere come lui. Nel vangelo di oggi un tale incontrando Gesù dice: “Ti seguirà dovunque vada”. E’ una formula meravigliosa che riassume tutto l’itinerario di fede. Se vissuta basta da sola a renderci autentici. In fondo gli apostoli non hanno fatto altro. L’invito iniziale, che segna una svolta decisiva nella loro esistenza, è invariabilmente: “Seguimi”. Ciò che essi traducono in atto senza esitazione. Famiglia, mestiere, interessi, passano immediatamente in secondo piano. Tutto lasciano per seguire il Maestro. Sarà la legge di tutti i seguaci di Cristo: andare dietro di lui, cioè concretamente sul piano morale “fate quello che ho fatto io”. Tutto quello che è accaduto a Cristo deve accadere ad ogni cristiano. (Mariano Magrassi)
RADICALISMO EVANGELICO
Si è soliti indicare con questo termine un complesso di esigenze avanzate da Gesù, che sembrano apparentemente alla sfera dell’eroismo. Nel Vangelo di oggi: seguire il Cristo nella sua vita randagia, rinunziare anche ad andare a seppellire i genitori, quando urgono gli interessi del Regno “lasciando che i morti seppelliscano i loro morti”, “non voltarsi indietro dopo aver messo la mano all’aratro”; e ognuno ricorda altri comportamenti altrettanto radicali espressi in altre parti del Vangelo. Il significato globale di queste esigenze, al di là del loro dettato letterale, può essere espresso così: ogni cristiano deve essere pronto alle decisioni e ai distacchi anche più radicali, quando la fedeltà al Regno è messa in causa nella propria vita. Questo lo capisce e lo accetta solo chi ha intuito che il Regno è l’unico necessario: tutto il resto impallidisce e diventa relativo. E il Regno è Gesù: lui basta a riempire la vita e davanti a Lui tutto il resto impallidisce e diventa relativo. Solo quando è così, posso dire con Paolo: “ per me vivere è Cristo”. (Mariano Magrassi)
L’ANNUNZIO DEL REGNO ORDINA OGNI VALORE
Accompagnare Gesù nel “viaggio verso Gerusalemme” significa accettare la prospettiva della “via crucis”. Le tre brevi scene di un uomo che desidera seguire Gesù ovunque, di un altro chiamato quando ha appena sofferto la morte del padre, e di un terzo che pure si offre spontaneamente alla sola condizione di poter almeno “baciare” i genitori, sono mirate a far capire che cosa significhi mettersi al seguito di un Messia che va a Gerusalemme per esservi “innalzato”, ma passando attraverso l”essere tolto” dal mondo. E’ richiesto l’abbandono di ogni sicurezza per il donarsi, non è concessa alcuna dilazione non si ammettono ritardi. Insomma non è tollerato chi si volta indietro. Il discorso è duro, ma non può sorprendere quando si legge che Gesù “fece dura la faccia”, perché ha la sua logica. Il Cristo di Dio conduce la vita del viandante e dello straniero: i suoi testimoni sono “stranieri e pellegrini” (1 Pt 2, 11). L’annunzio del Regno viene prima di ogni altro valore pur sacro e umano che sia, e nessuna garanzia è assicurata quaggiù. I testimoni sono persone libere, a disposizione dell’Evangelo, perciò distaccate da tutti gli interessi e gli affetti, perseveranti nella dedizione senza più alcuna nostalgia per ciò che si è lasciato. Mettere il servizio del Regno al primo posto significa mettere in ordine tutto il resto e permettere che esso sia compiuto bene e fruttifichi bene. La stessa preoccupazione per i “morti” va così ordinata, dal momento che si segue colui che ha spezzato i chiavistelli della morte, aprendo le persone alla vita per sé e per quelli che lo seguono. A Gerusalemme si va per salire in croce così da far salire alla risurrezione l’umanità. La chiesa, i cristiani esistono per salire in croce con Cristo e per la forza del suo Spirito, affinché quanto lo vogliano possano anch’essi salire in cielo. (Giovanni Saldarini)
UOMINI LIBERI
E’ impressione normale che la Chiesa sia piena di leggi, precetti e appelli all’autorità, ma la verità è che il cristiano è un uomo libero e chiamato a restare libero. “Cristo ci ha liberati”: il richiamo a Cristo è determinante. E’ il richiamo al suo amore, spinto fino alla morte, a un amore grande, fedele, generoso, tendete a formare una forte comunione di amore con lui e tra di noi: è quell’amore di cui celebriamo il memoriale nella Messa. Cristo col suo amore ci libera dal peso della vecchia legge e di qualsiasi legge, struttura, istituzione, ecc.. Al posto di tutte queste cose sta lui, il suo amore, il suo Spirito.
E chi condivide un amore come il suo, chi cerca di restare in comunione con questo tipo di amore, non ha bisogno di avere leggi, istituzioni, autorità che gli dicano: tu devi amare, rispettare, donare, essere leale, fedele, generoso, non devi trattare gli altri come cose, non devi cedere ai tuoi capricci, non devi cercare il tuo interesse e il tuo piacere. Chi ama Cristo e s’ispira lui può diventare, a poco a poco, davvero, un uomo libero da tutto questo! Al più le leggi e le parole umane potranno aiutarlo, in modo relativo e mai in maniera decisiva, a vivere nel suo “oggi e qui” la carità. Decisivo sarà sempre l’appello a Cristo e al suo amore. Cristo dunque è fonte e forza di libertà: della libertà di amare, di mettersi, per amore, a servizio gli uni degli altri, anche quando gli altri non ci piacciono, non ci servono, non ci interessano, non hanno diritti su di noi, ci chiedono del nostro tempo, del nostro pane, delle nostre energie. Cristo può diventare origine di una società (familiare, comunale, nazionale…) in cui al gelo dei rapporti limitati al diritto-dovere pur validi, si sostituisce la gioia e il calore della fraternità, dell’amore, dell’autentica comunità. Quella che ha nella Messa il suo “segno”. (Giovanni Giovini)
CROCE E LIBERTA’
Il brano evangelico comincia ricordando l’inizio del cammino di Gesù verso la croce. Egli si avvia verso il suo cammino doloroso, cammina verso la passione. In questo cammino, passa per luoghi abitati dagli uomini, accolto o rifiutato, seguito o abbandonato; e a tutti propone la sua via esigente, senza lasciare spazio a compromessi o indugi. Gesù capisce bene a che cosa va incontro e intravede l’ombra della croce. Tuttavia affronta questo destino doloroso, va liberamente incontro alla morte, quasi fissandola negli occhi. Questa straordinaria libertà di Gesù di fronte alla propria morte deve essere da noi meditata e riletta con gratitudine: è infatti in forza di questa suprema libertà dell’uomo Gesù, che anche noi uomini possiamo accettare è più serenamente il nostro destino e guardare in faccia le nostre croci e persino la nostra morte con maggior limpidezza. La libertà di Cristo ci deve contagiare dentro. Gesù affronta il suo destino di dolore nella certezza che un progetto più grande lo sostiene. Anche i credenti affrontano i difficili problemi e interrogativi quotidiani sorretti dal dono della libertà interiore, certi di far parte di una storia più grande, operosi e insieme sereni anche di fonte alle incertezze e alla devastazioni. Il Vangelo chiede spesso questa serena semplicità, questa libertà di cuore, come abbandono alla Provvidenza di Dio, anche sotto la minaccia della vita. La croce di Gesù è una sorgente di serena libertà: mentre per il pensiero puramente umano è solo fallimento, per chi riceve da Gesù l’intelligenza dello Spirito, essa è vittoria gioiosa e liberante. (U. Proch)
SEQUELA VERA
L’idea di seguire Gesù è suggestiva e affascinante, ma può contenere motivazioni deboli, distorte, ambigue, che vengono subito messe a dura prova, quando si deve seguire Gesù fino alla croce. Seguire Gesù è un invito da accogliere adesso, e non da rimandare a domani, o a quando saranno sistemati eredità o esigenze di parentela. Tentazione ricorrente anche per noi è quella di far sopravvivere compromessi nascosti e ritardi interiori nella scelta del regno, o di vivere facili momenti di entusiasmo, che si spengono presto,
RIFLESSIONI VARIE
“Ti seguirò dovunque vada”. E’ una formula meravigliosa che riassume tutto l’itinerario di fede. (M. Magrassi)
Gesù è il “Cristo di Dio” sempre in cammino, il Cristo che passa vicino ad ogni uomo, che viene annunziato e portato dagli Apostoli e dalla Chiesa in ogni tempo. E’ il Cristo che anche oggi propone la sua croce ed esige di essere seguito con prontezza e decisione (Umberto Proch)
Egli andò incontro alla sua passione di propria volontà. Pieno di gioia dentro di sé per il frutto che avrebbe dato, cioè la salvezza degli uomini. (Cirillo di Gerusalemme)
Gesù, perché Dio, si mostra esigentissimo nel suo diritto di essere preferito a qualsiasi persona o cosa. Chi lo segue deve darsi a lui in modo incondizionato ed assoluto. E’ la lezione che dà alle tre diverse persone che si offrono come discepoli. (G. F. Chantal) Quando si riceve un’offesa, la tentazione più facile ed istintiva sarebbe quella di Giacomo e Giovanni, i quali invocano un’immediata condanna. Gesù ha una logica diversa: il giudizio che egli opera andando a Gerusalemme, è un giudizio di misericordia. (Giovanni Saldarini)
Gesù si mostra esempio di mitezza, tollerando lo sgarbo fattogli dai Samaritani. Giacomo e Giovanni invece si ispirano allo pseudo diritto della vendetta e per questo ebbero la disapprovazione di Gesù. (Arredo)
Discepoli di Cristo, abbiamo capito che dobbiamo lasciarci condurre da lui, e andare anche dove non saremmo mai andati di nostra spontanea volontà?
Per paura di dover rinunziare alla nostre comodità e dover soffrire per la verità, non consideriamo talvolta la nostra pigrizia con considerazione puramente umane? (C. Bréthes)
PREGHIERA (pregare la parola)
•Signore, è difficile per noi venire dietro a te con quella totale agilità del cuore che tu ci richiedi: insegnaci a trarre profitto delle situazioni in cui siamo costretti a staccarsi da cose o persone che ci sono molto care, trovando in te la pace di cui abbiamo bisogno. (Domenico Pezzini)
•Signore, quando il nostro istinto ci spinge a voltarci indietro, aiutaci a guardare avanti, e a lasciarci affascinare dall’esempio di chi è più generoso di noi.
•Signore Gesù tu ci inviti a camminare con te nella fedeltà e nella gioia. Non permettere che cediamo alle attrattive delle comodità e dell’egoismo, ma rendici docili alle ispirazioni dello Spirito. (C. Bréthès)
•O Dio, sostieni la nostra libertà con la forza e la dolcezza del tuo amore, perché non venga mai meno la nostra fedeltà a Cristo nel generoso servizio dei fratelli. (Colletta 13 durante anno)
•Concedici, o Padre, di attingere ogni giorno la forza per seguire Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore.
•Proteggimi, o Dio, in te mi rifugio. Ho detto a Dio: “ Sei tu il mio Signore, senza di te non c’è alcun bene”. Il Signore è mia parte e mia eredità nelle tue mani è la mia vita. (Dal salmo 15)
•Donaci Signore il tuo sostegno perché siamo fedeli nel seguire il tuo Figlio Gesù, pazienti con gli uomini ed esigenti con noi stessi fino all’eroismo.
•Signore Gesù, che ci hai chiamati a seguirti, concedi a noi di restare fedeli, di essere protesi in avanti di non riprenderci ciò che abbiamo lasciato, fino al giorno in cui ti verremo incontro, per essere sempre con te.
•Sostienici, o Signore, perché sappiamo considerare tutto una perdita di fronte al sommo valore che è la piena comunione con te.
•Non ho ascoltato la voce che vivifica che non permette di seppellire il padre; ma ancora sono morto con la morte per le opere di morte del Maligno. All`aratro della parola posi mano, però non come il lavoratore; egli, infatti, non si gira indietro ma verso il solco che gli sta davanti. Da parte mia, il consiglio dall`alto, ho trascurato la retta via che conduce al cielo; di nuovo alla terra vile mi son volto, dalla qual m`avevi tratto con la tua venuta. Ora, nuovamente elevami, verso di Te nel ciel dei cieli io ascenda; non permettermi di rivolgermi al Nemico, per tema che non mi getti nelle tenebre. (Nerses Snorhalí, Jesus, 502-505)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Seguiamo sempre Gesù, consapevoli che la sua via porta alla risurrezione passando per la croce.