Marco 6, 7-13: 7 In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. 8 E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9 ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 10 E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11 Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 12 Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13 scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Marco 6, 7-13
Allora (Gesù) chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». E, partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
Gesù invia in coppia nei villaggi i dodici che aveva chiamato con l’incarico di predicare la conversione e di fare gesti di liberazione.
I DODICI A DUE A DUE (7)
I “dodici” sono gli Apostoli che Gesù aveva scelto. Sono inviati “a due a due” secondo l’uso ebraico, praticato anche da Giovanni Battista (Lc 7, 18) e dalla chiesa primitiva (At 13, 2-4). Il vantaggio pratico era il mutuo aiuto e la possibilità di rafforzare il valore della testimonianza
POTERE SUGLI SPIRITI (7)
Il potere che Gesù conferisce è un’estensione del potere che lui stesso possiede, una conferma alla predicazione degli apostoli e un contributo alla costituzione del Regno.
E ORDINO’ LORO (8)
Gli ammaestramenti dei versetti 8-11 si riferiscono all’equipaggiamento e al comportamento degli Apostoli. Essi devono avere il massimo della semplicità e fidarsi del Signore. Pertanto non devono portare con sé viveri e denaro per il viaggio, né avere il “lusso” di un secondo bastone e di una bisaccia. Sottolineando questo stile di semplicità nell’equipaggiamento, Matteo (1,10) e Luca (9, 3) dicono che i missionari non devono portare nemmeno un solo bastone e i sandali.
ENTRATI IN UNA CASA (10)
Consapevole della missione che sta compiendo, l’apostolo accetterà con semplicità l’ospitalità offerta e non andrà in giro a cercare un alloggio migliore.
SCUOTETE LA POLVERE (11)
Scuotere la polvere dai piedi era il gesto che ogni giudeo compiva al rientro da una terra pagana, quasi a lasciarsi dietro ogni impurità legale. Compiendo tale gesto verso gli stessi Israeliti, gli Apostoli offriranno loro motivo di riflessione per un ravvedimento. Sarebbe fatica inutile continuare a fare lunghi tentativi quando i cuori sono chiusi e sordi.
E PARTI (12)
Quale unico argomento della predicazione viene indicato l’invito alla conversione con il quale anche Gesù aveva iniziato la sua predicazione del Regno di Dio. L’unzione con olio per guarire gli ammalati era molto diffusa tra gli Ebrei; per gli Apostoli era solo un segno esteriore delle guarigioni che ottenevano mediate la fede e la preghiera. Non si può ancora vedere in queste unzioni, il sacramento dell’unzione degli infermi, di cui invece parlerà Giacomo 5, 14. Marco non dice nulla del territorio sul quale si estendeva la prima attività missionaria degli Apostoli, ma si trattava certamente della Galilea.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
INVIO DEI DODICI
E’ la prima volta, a quanto risulta dai Vangeli, che Gesù manda i Dodici in missione: finora si erano mossi sempre insieme con lui. Li manda due a due, conforme all’uso giudaico. Dà loro il potere sugli spiriti immondi che essi eserciteranno con successo come è annotato alla fine del brano. Pone un primo requisito essenziale: devono essere uomini liberi e totalmente disponibili per il loro compito: libertà e disponibilità, rese palesi e controllabili dalla mancanza di sicurezza materiale e di protezione umana; le espressioni “non pane, non bisaccia, non denaro nella cintura…” rientrano forse nella forma letteraria del paradosso, ma indicano con evidenza il concetto essenziale: la libertà dell’apostolo. Secondo requisito, devono essere liberi dal giudizio della gente e dalla preoccupazione del consenso: chi non accoglie l’apostolo non mette in crisi l’apostolo ma è lui il perdente, lo sconfitto. Infine il contenuto del messaggio: «Partiti, predicavano la conversione». (Giovanni Nervo)
ANNUNZIATORI DI UN MESSAGGIO
Condizioni di efficacia sono: il conservare la coscienza di essere dei mandati, cioè portatori di un messaggio non proprio, che va custodito in tutta la sua integrità e purezza; conseguentemente il dovere di evitare ogni tipo di compromesso, di non mortificare lo spirito, il cuore del messaggio, allo scopo di acquistare consensi; fare attenzione perciò a non annacquare la “violenza” della parola per paura di emarginazioni; svolgere la missione in libertà e povertà non solo interiore – nel senso di affidare l’esito totalmente a Dio e alla sua provvidenza e nel senso di sentirsi provvisori – ma anche esteriore, escludendo l’attaccamento alle cose superflue. (Giuseppe Pasini)
AUTORITA DEL SERVIZIO
In questo brano evangelico tutto mette in risalto come Gesù, chiamando gli apostoli, li ha presi totalmente al suo servizio: li chiama, li manda, conferisce loro la potestà sui demoni; egli esige da loro una libertà perfetta per il messaggio che portano. Ma proprio in questo, nel fatto cioè che essi si sono in tutto e per tutto sottomessi al suo servizio, si fonda la loro autorità. Perché in tale maniera egli stesso parla e agisce attraverso di loro; per essi il messaggio di Gesù sulla signoria di Dio e la sua azione potente si rivolge agli uomini ed esige una pronta accettazione che decide sulla salvezza eterna. La cosa più vistosa di questo passo è da una parte la perfetta dipendenza degli apostoli da Gesù, e dall’altra la loro uguaglianza con lui quanto alla parola, all’attività, all’esigenza. Esseremandati allora vuol dire dare a Cristo la possibilità di eseguire la sua missione anche attraverso gli uomini che sceglie; e questi debbono realizzare un essere con lui tale che dal totale spogliamento dalle cose si evidenzi l’unico possesso legittimo: il messaggio ed i poteri del proprio Signore. (Ernesto Menichelli)
DIO SCEGLIE PER INVIARE
Dio sceglie solo per inviare. Gesù è il primo inviato del Padre. A sua volta ha inviato i Dodici, come mostra il Vangelo odierno. Ed ha presentato questa missione come un prolungamento della sua: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi “ (Gv 20, 21). E come Gesù ha reso presente il Padre in mezzo a noi, così quelli che Gesù ha inviato lo rendono presente in mezzo ai fratelli. L’”apostolo” (così il greco chiama l’inviato) è colui che con la sua obbedienza e la sua fedeltà unisce in modo vivo Colui che lo manda a coloro a cui è inviato. Più ancora lo rende presente. La sua persona diventa un segno sensibile della presenza di Cristo. Senza questa missione, che si prolunga nel tempo, la Chiesa non potrebbe sussistere. Non è « sul fondamento degli apostoli » che essa è fondata? L’apostolo, chiamato a fare da legame vivente tra il Signore e i fratelli, deve essere profondamente unito all’uno e agli altri. È anzitutto qualcuno per cui « vivere è Cristo ». Deve modellarsi su di Lui. Tradisce la sua missione se è molto “come loro”, ma troppo poco come Cristo. Il Vangelo di questa domenica ci dice ad esempio quali esigenze di radicale povertà comporti la missione. (Mariano Magrassi)
NUOVA EVANGELIZZAZIONE
Il brano evangelico di questa domenica invita a riflettere e a misurarci particolarmente riguardo il tema della missione. Se infatti appare evidente che questa dimensione appartiene costitutivamente all’esperienza cristiana di ogni tempo, tuttavia è altrettanto vero che oggi essa acquista una nuova rilevanza e una nuova urgenza. All’inizio del terzo millennio la chiesa è invitata a una nuova evangelizzazione e il compito principale, a cui non solo i ministri ordinati ma anche i laici sono chiamati, «è la testimonianza di Cristo, che devono rendere con la vita e con la parola nella famiglia, nel ceto sociale cui appartengono e nell’ambito della professione che esercitano» (Ad gentes, n. 21) (A. Bellandi)
UNA CHIESA LIBERA PER UN MONDO SCHIAVO
Una Chiesa che si presenti fedele alle indicazioni del suo Maestro, quale speranza può avere di trovare risposta e di incidere nella società di oggi? Da quanti sarà accolta? Da quanti dovrà andarsene «scuotendo la polvere dai piedi in testimonianza contro di loro»? Occorre rendersi conto che la nostra non è una società cristiana, è largamente una società idolatrica (gli idoli sono il denaro, il potere, il sesso, ecc.), è schiava degli spiriti immondi che sono dentro questi idoli. Però è una società che ha un bisogno immenso, anche se inconsapevole o non confessato, di conversione: priva di Dio, ne soffre la mancanza. I segni sono evidenti: la disperazione, perfino dei giovani, la fuga nella droga e nella discoteca…. Del resto Agostino l’aveva sperimentato molti secoli fa: «Tu ci hai fatti, o Signore, per te il nostro cuore è inquieto fino a che non riposa in te». Ma questo mondo senza speranza ha bisogno di incontrare una Chiesa libera dalle cose e dal potere per essere sicuro di essere amato con amore vero e disinteressato, quello del cuore di Cristo. Soltanto se la Chiesa ha una forte carica di amore può dire qualche cosa al mondo d’oggi e predicare la conversione. (G. Nervo)
DISCEPOLI CON I POTERI DI GESU
«Benevolo e clemente, il Signore e maestro non rifiuta ai servi e ai discepoli i suoi poteri, e, come egli aveva curato ogni malattia e ogni debolezza, cosí dà agli apostoli il potere di curare ogni malattia ed ogni infermità. Ma c`è molta differenza tra l`avere e il distribuire, il donare e il ricevere. Gesú, quando opera, lo fa col potere di un padrone; gli apostoli, se compiono qualcosa, dichiarano la loro nullità e la potenza del Signore con le parole: “Nel nome di Gesú, alzati e cammina”». (S. Girolamo).
FIDUCIA IN DIO
«Tanto grande dev`essere nel predicatore la fiducia in Dio che, sebbene non si preoccupi delle necessità della vita presente, tuttavia deve sapere con certezza che non gli mancherà niente. E questo per evitare che, se la sua mente è presa da preoccupazioni terrene, egli non rallenti nell`impegno di comunicare agli altri le parole eterne. (S. Gregorio Magno)
CARATTERISTICHE DELL’ANNUNZIATORE
Gli insegnamenti del Vangelo indicano come deve essere colui che annunzia il Regno di Dio: senza bastone, senza bisaccia, senza calzature, senza pane, senza denaro, cioè a dire non preoccupato di cercare l`appoggio dei beni di questo mondo, stando sicuro nella sua fede che quanto meno cercherà i beni temporali tanto piú essi gli basteranno. Chi vuole, può intendere tutto questo passo nel senso che esso ha lo scopo di formare uno stato d`animo tutto spirituale, come di chi si è spogliato del corpo a mo` d`un vestito, non soltanto rinunziando a ogni forma di potere e disprezzando le ricchezze, ma ignorando anche ogni bisogno della carne. A costoro è fatta, prima di tutto, una raccomandazione generale che riguarda la pace e la costanza: essi porteranno ovunque la pace, andranno con costanza, osserveranno le norme e gli usi dell`ospitalità, poiché non si addice al predicatore del regno celeste correre di casa in casa e mutare con ciò le leggi inviolabili appunto dell`ospitalità. (S. Ambrogio)
NON PORTATE DUE TUNICHE
“Non portate per via due tuniche” (Mt 10,10). Sta di fatto che questi due abiti, dei quali uno serve a vestirci e l`altro ci vien consigliato di darlo a chi non ne ha, hanno un altro significato. Insomma il Salvatore, cosí come noi «non dobbiamo servire due padroni» (cf. Mt 6,24), vuole che non possediamo due tuniche e non siamo avvolti in un duplice abito, in quanto uno è l`abito del vecchio uomo e l`altro l`abito dell`uomo nuovo. Egli al contrario desidera vivamente che noi «ci spogliamo del vecchio uomo per rivestirci dell`uomo nuovo» (cf. Col 3,9-10). Fin qui la spiegazione è facile. Ma ci si chiede soprattutto perché, alla luce di questa interpretazione, venga ordinato di dare una tunica a chi non ne ha. Qual è l`uomo che non ha sul suo corpo neppure un abito, che è nudo, che non è coperto assolutamente da nessuna veste? Io non dico in verità che con questo precetto non ci venga comandato di essere generosi, di avere pietà per i poveri e di possedere una bontà illimitata, tanto da spingerci a coprire coloro che sono nudi coll`altra nostra tunica; ma affermo che questo passo ammette un`interpretazione piú profonda. Noi dobbiamo donare una tunica a chi ne è completamente sprovvisto: chi è quest`uomo senza tunica? E` colui che è assolutamente privo di Dio. (Origene, In Evang. Luc., 23, 3)
UNZIONE DI OLIO
Guarivano i malati ungendoli di olio è un particolare del solo Marco (Mc 6,13), ma c`è qualcosa di simile nella lettera Cattolica di Giacomo ove dice: “Sta male qualcuno in mezzo a voi, ecc.” (Gc 5,14-15). L`olio è un rimedio per la stanchezza ed è fonte di luce e di gioia.
L`unzione dell`olio, quindi, significa la misericordia di Dio, il rimedio delle malattie e l`illuminazione del cuore. Che la preghiera faccia tutto questo lo sanno tutti; l`olio, come credo, è simbolo di queste cose. (S. G. Crisostomo)
PREGHIERA (pregare la parola)
•Dio, benedetto nel secoli, «che ci hai scelti per essere santi e immacolati al tuo cospetto nella carità» (Ef 1,4), mostraci il volto del tuo amore, il tuo Cristo, il solo specchio che da a noi la nostra vera immagine, perché ci lasciamo conformare a lui che ci chiama ad essere suoi discepoli, poveri in lui, potenti in lui, liberi di portare al mondo l’annuncio profetico del regno. (Dalla Liturgia)
•Benedetto sei tu che mi chiami, Signore, benedetto sei tu, benedetto il tuo nome. Benedetto nel Figlio, ogni figlio redento e benedetto il suo sangue prezioso.
•Tu sei l’Uno che tutti contiene, la lode e la gloria all’amore del Padre, all’amore di lui che ci ha destinati a portare nel nostro corpo di carne il sigillo indelebile di figli e fratelli, ad avere il tuo volto, ad essere lode e gloria al suo nome nell’unica chiesa che vive il mistero di grazia e di amore: gioiosa speranza che fa di noi tutti una nuova famiglia chiamata a portare l’annuncio festoso di te, il Risorto, il Signore del mondo.
•Non per noi stessi tu ci hai affidato il prezioso tesoro della tua grazia, ma per seguirti dietro il tuo andare, rifare i tuoi passi lungo le strade dell’uomo che soffre, che attende, che spera; per seminare dentro le zone inaridite del mondo il seme del regno, segreta sorgente di vita. Ci chiami, ci unisci, ci mandi: la tua fiducia è il nostro sostegno. Rendici forti della Parola che libera e salva, aperti al sorriso che scaccia ogni male dal cuore; liberi dentro, ricolmi di pace.
•Non vuoi che portiamo denaro e bisaccia, ma solo fiducia nel tuo potere. Tu sei la nostra ricchezza, il solo pane che sazia, la veste che offre il riparo, la borsa per ogni soccorso. Donaci quanto ci basta: il bastone, segno di fede, i calzari della speranza, il compagno di viaggio che dica la carità del tuo amore tra noi. Segnaci il passo e la strada verso l’incontro con l’uomo.
•Parleremo di te, del tuo regno, ti doneremo con gioia versando nei cuori l’olio che sana e consola. affinché la chiesa, crescendo nella consapevolezza della sua natura missionaria, si apra al soffio creatore che spalanca nuovi e sconosciuti orizzonti offerti a chi crede per l’annuncio del regno; affinché la chiesa non si stanchi di invocare con preghiera incessante il dono della vita consacrata all’annunzio, alla testimonianza e al servizio ai più poveri; affinché la chiesa non perda il coraggio della povertà e della gioia, per proclamare, anche tra l’incomprensione e la derisione, l’annuncio della salvezza.
•Signore Gesù, ho bisogno di franchezza per annunciarti. Concedimi la fedeltà alla tua missione, lo splendore della castità, la pienezza della gioia nella povertà, il coraggio dell’amore per te e i fratelli, Signore Gesù, lo Spirito Santo renda la mia anima contemplativa e missionaria per amare e servire la chiesa universale. (Suore Clasisse)
•Ti benediciamo, Dio degli apostoli e dei profeti, per Gesù Cristo, tuo primo inviato in missione di pace ad annunciare ai poveri la gioia della liberazione, a guarire i malati e a raccogliere la messe abbondante. Cristo delegò la propria missione ai suoi, a noi; da allora evangelizzare è la missione del tuo popolo. Egli ci vuole disponibili, con la libertà della povertà per dividere con gli altri ciò che tu ci regali. Liberaci, Signore, da tanto bagaglio inutile che intorbida l’annuncio del regno, affinché non si spenga in noi lo spirito della missione. (Basilio Caballero)
•Signore rendi disponibili alla tua chiamata gli annunciatori del vangelo affinché si mostrino distaccati da ogni interesse personale, preoccupati solo della gloria di Dio e del bene delle anime, e così il loro messaggio abbia veramente un valore inoppugnabile.
•Signore, rendi tutti noi disponibili alla tua chiamata. Colmaci di forza e di generosità affinché, trionfando sul nostro egoismo e sulle nostre paure, cerchiamo solo i tuoi interessi e quelli dei nostri fratelli. Aiutaci a sacrificare i nostri comodi alle esigenze del tuo regno. Nostra sola ambizione sia farti conoscere e amare. (C.Berthes)
•Regina nostra, inclita Madre di Dio, ti preghiamo: fa’ che i nostri cuori siano ricolmi della grazia divina e risplendano di sapienza celeste. Rendili forti con la tua fortezza e ricchi di virtù. Su noi effondi il dono della misericordia perché otteniamo il perdono dei nostri peccati. Aiutaci a vivere in modo da meritare la gloria e la beatitudine del cielo. Questo ci conceda Gesù Cristo tuo Figlio, che ti ha esaltata al di sopra degli angeli, ti ha incoronata regina, e ti ha fatta assidere in eterno sul fulgido tuo trono. A Cristo onore e gloria nei secoli. Amen. (S. Antonio da Padova)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Chiamati ad esser missionari, annunziando sempre al mondo il Vangelo con le parole e con la vita.