Giovanni 6, 1-15: 1 In quel tempo. Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, 2 e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. 3 Gesù salì sul monte e là si pose sedere con i suoi discepoli. 4 Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5 Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». 6 Diceva cosi per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. 7 Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». 8 Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9 «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». 10 Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. 11 Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. 12 E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». 13 Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. 14 Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, dice- va: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». 15 Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
(Bibbia Cei: Versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Giovanni 6, 1-15
Dopo questi fatti, Gesù andò all`altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C`è qui un ragazzo che ha cinque pani d`orzo e due pesci; ma che cos`è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C`era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d`orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.
(Bibbia Cei: Versione 1971)
Esegesi
Il contenuto del sesto capitolo di Giovanni è vario: il miracolo dei pani (1-15), il cammino sul mare (19), il discorso a Cafarnao (26-59), la crisi (60-61). Tema generale è la presentazione di Gesù come “pane di vita”. Questo capitolo rappresenta una sintesi dell’attività di Gesù in Galilea e contiene una delle più alte rivelazioni su Gesù. È un esempio tipico della scelta di fede che si impone all’uomo. Il capitolo ha inizio con la presentazione del miracolo della moltiplicazione dei pani, che è il solo miracolo raccontato da tutti e quattro gli evangelisti ed è stato considerato un gesto di Gesù molto importante. Matteo e Marco ci offrono di esso anche una seconda versione, che nella sua forma letteraria è molto simile alla prima. Il racconto occupa in tutti i Vangeli un posto particolarmente importante e costituisce, in certo senso, un momento culminante della manifestazione di Gesù.
ANDO’ ALL’ALTRA RIVA (1)
Gesù va verso la riva posta ad oriente dello sbocco del Giordano nel lago, a Betsaida. La denominazione: “lago di Tiberiade” non era usuale presso i Giudei, ma era usata dagli autori pagani.
VEDENDO I SEGNI (2)
Il motivo per cui seguono Gesù non è nobilissimo. In altra circostanza Giovanni asserisce:” molti credettero nel suo nome, vedendo i segni che Egli faceva. Gesù però diffidava di loro, perché conosceva tutti” (Gv 2,23-25).
SALI’ SULLA MONTAGNA (3)
Nella Bibbia la montagna ha un significato religioso. Gesù vi compie molte azioni che manifestano la sua missione. (Es. proclamazione delle beatitudini in Matteo 5). Anche nel V. Testamento è nel Sinai che viene promulgata la Legge e in Isaia 25, 6 si dice che il banchetto degli ultimi tempi sarà imbandito “sulla montagna”. Si tratta quindi di un sito in cui Gesù si rivela.
SI POSE A SEDERE (3)
Come in Matteo 5,. 1 è l’atteggiamento del maestro che insegna.
ERA VICINA LA PASQUA (4)
Quanto ora Gesù fa e dice avviene nel clima della Pasqua ebraica. E con la Pasqua antica emerge il ricordo del passaggio del Mar Rosso e il dono della manna ma si è proiettati verso la Pasqua cristiana e verso il dono dell’Eucaristia.
DISSE A FILIPPO (5)
L’apostolo Filippo abitava nella zona. Gesù si rivolge a lui e lo sottopone alla prova della fede: che cosa Filippo si aspetta da Gesù?
SAPEVA (6)
Gesù intende prendere l’iniziativa, non solo per sfamare la folla, ma per annunciare il suo Vangelo mediante il segno del pane.
DUECENTO DENARI (7)
Un denaro era la paga giornaliera di un operaio.
C’E’ UN RAGAZZO (9)
Forse il ragazzo offriva in vendita i suoi pani di orzo, che era il pane dei poveri, e i pesci. Ma la sua collaborazione, come quella degli apostoli è richiesta da Gesù come sempre è richiesta la collaborazione dei discepoli che Egli associa al suo insegnamento e alla sua opera salvifica.
C’ERA MOLTA ERBA (10)
Era il periodo pasquale, che cadeva in primavera.
E DOPO AVER RESO GRAZIE (11)
Gesù pronunzia la preghiera che era usuale per i Giudei. C’è chi vede nelle espressioni “ prese…rese grazie.…distribuì….raccogliete i pezzi avanzati” cenni anticipatori dell’Eucaristia.
QUANTO NE VOLLERO…PEZZI AVANZATI (12)
E’ sottolineata l’abbondanza del pane messianico. La narrazione propone il confronto con i miracoli alimentari del passato, in particolare col miracolo della manna (Es 16, 16) cui si farà cenno in seguito, per mettere in luce la sovrabbondanza del miracolo di Gesù rispetto a quelli del Vecchio Testamento.
DODICI CANESTRI (13)
Il numero 12 (dodici canestri) forse vuole indicare il numero perfetto, completo, per dire che il pane di Gesù, il pane messianico non è solo per cinquemila, ma per tutti.
VISTO IL SEGNO (14)
Visto il miracolo, i Giudei concludono che in Gesù ha fatto la sua comparsa il profeta annunziato in Deuteronomio 18, 15, che deve venire nel mondo e portare l’era della salvezza.
IL PROFETA CHE DEVE VENIRE (14)
Nella profezia del Deuteronomio questi Giudei ravvisano il salvatore, il re messianico. Infatti subito dopo vogliono farlo re (6, 15) e chiedono che ripeta il miracolo della manna, fatto da Mosè (6, 30).
PER FARLO RE (15)
Procurando un beneficio materiale, Gesù si è esposto a questa reazione della folla. Ma Egli rifiuta il potere e ha un atteggiamento critico verso questo entusiasmo politico della gente.
DI NUOVO SULLA MONTAGNA TUTTO SOLO (15)
Torna sul monte in attesa che la folla si disperda. Il suo è un distacco tra ciò che Egli è e vuole essere e quello che la folla e gli stessi discepoli pensano di Lui.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
GESU’ COINVOLGE I SUOI
Il brano giovanneo presenta Gesù che vede le necessità della gente che lo segue e domanda a Filippo: «Dove potremo comprare dei pani perché costoro abbiano da mangiare?». È Gesù che vede la necessità in cui versa la gente e si preoccupa di essa; nel suo amore premuroso e preveniente va incontro alla fame della gente. Ma Gesù coinvolge la sua comunità, rappresentata da Filippo, in questa sua preoccupazione: come fare? (Antonio Bonora)
LA RISPOSTA DI FILIPPO
Una prima risposta è quella di Filippo: «Duecento denari non bastano, cioè con sei mesi di salario non si può dare neanche un pezzo di pane a ciascuno». La mentalità di Filippo è chiara: secondo le regole economiche della compravendita non è possibile fare nulla. Ci vogliono troppi soldi. Altra risposta, quella di Andrea: «C’è qui un ragazzino con cinque pani d’orzo e due pesci». Quel ragazzino rappresenta la comunità cristiana, povera e socialmente umile: cos’è questo per le necessità della gente? Il pessimismo è evidente: la comunità dei cristiani di fronte al mondo si scopre incapace di aiuto. Gesù rifiuta le vie meramente economiche e non si lascia frenare dalla sfiducia per la povertà dei mezzi. Egli prende i cinque pani e i due pesci, cioè tutto quello che c’era, e li distribuisce. E tutti furono saziati. La proposta di Gesù è che la comunità cristiana riconosca anzitutto che quello che ha è dono di Dio, perciò renda grazie come ha fatto lui. Ciò libera dalla cupidigia, dall’affanno dell’accaparramento. Inoltre Gesù invita a «distribuire» tutto quello che la comunità possiede, a condividerlo. La «Eucaristia» o ringraziamento a Dio ci libera dall’egoistico accaparramento dei beni e ci fa riconoscere che essi sono un dono dell’amore di Dio che ci invita a condividerli generosamente. (Antonio Bonora)
IL DISEGNO DI AMORE DEL PADRE
La conclusione un po’ misteriosa dell’episodio ripropone anche a noi il problema della fede autentica in Gesù Cristo. Corriamo anche noi il rischio di farci un Gesù Cristo su nostra misura: che ci dà sicurezza nelle nostre paure, che riempie i vuoti psicologici del nostro cuore, che ci allontana le disgrazie, che ci dà le grazie. Un Signore che ci serve bene, che ci assicura dagli infortuni e rende più facile e più sicura la vita su questa terra. Se fosse questa la nostra fede in Gesù Cristo, al primo scoglio duro rischierebbe di infrangersi e crollare. Il Signore Gesù non è venuto per questo, ma per proporci il disegno di amore del Padre che siamo chiamati a realizzare ciascuno per la nostra strada giorno per giorno, rinnovando costantemente e concretamente la nostra risposta di amore. Gesù Cristo ci chiede di accettare la volontà del Padre. (Giovanni Nervo)
IL NOSTRO GRANDE BISOGNO
II discorso di Gesù costituisce anche per noi un invito a ricercare rincontro con la “sua persona”, superando la tentazione a fermarci alla soglia, delle “sue cose”, dei suoi doni, delle sue grazie. Certo abbiamo bisogno anche dei suoi benefici: la salute, il trovare un lavoro, l’avere una casa in affitto accessibile, la promozione scolastica, l’equilibrio affettivo, la serenità in famiglia… Sono bisogni reali, ancorché limitati, parziali, temporanei. Ma il grande bisogno, la grande fame che nessuna cosa può saziare, è l’incontro con Dio, la sua amicizia, l’approvazione che egli da alla nostra condotta, il poter chiudere ogni giorno con la fiducia della sua conferma. Gesù ha garantito che Dio conosce le nostre necessità materiali – il cibo, il vestito – e i bisogni relazionali, ed è disponibile a concederci tutto ciò che è bene per noi, se noi facciamo spazio a lui nella nostra vita. L’incontro con Dio è reale, se consideriamo il Signore “dono”, fonte di gioia, ricompensa della nostra fatica, del nostro sforzo di vivere onesti. (Giuseppe Pasini)
IL MIRACOLO DEL GOVERNO DEL MONDO
E` certamente un maggiore miracolo il governare tutto il mondo, che saziare cinquemila uomini con cinque pani; e, tuttavia, nessuno se ne stupisce mentre gli uomini si meravigliano di fronte al miracolo dei pani, non perché si tratta di una cosa maggiore dell`altra, ma perché è rara. Chi, infatti, nutre tutto il mondo, se non colui che da pochi chicchi crea le messi? E il Signore agí proprio come agisce Dio. Con la sua potenza divina moltiplica pochi chicchi facendone nascere le messi, e con la stessa potenza moltiplicò nelle sue mani i cinque pani. Vi era potenza infatti nelle mani di Cristo, e quei cinque pani erano come semi di grano che non furono gettati in terra nei solchi, ma furono moltiplicati da colui che aveva creato la terra. (Agostino, Comment. in Ioan., 24, 1 ss.)
I LIBRI DELLA SACRA SCRITTURA
Abbiamo udito quanto fu grande questo miracolo: cerchiamo ora di vedere quanto sia profondo: non lasciamoci attrarre solo da ciò che appare in superficie, ma scrutiamone la sublime altezza……I cinque pani significano i cinque libri di Mosè: giustamente essi non sono di frumento ma d`orzo, poiché essi appartengono al Vecchio Testamento. Voi sapete che l`orzo è, per sua natura, fatto in modo che è difficile arrivare sino al midollo, che è rivestito di un tegumento tenace e molto aderente, che solo a fatica si riesce a togliere. Cosí è la parola del Vecchio Testamento, rivestita di immagini e misteri terreni: ma se si riesce ad arrivare al midollo, ce se ne può nutrire e saziare.…..Quei cinque libri di Mosè, quanti libri produssero quando furono spiegati, cioè quando furono spezzati, vale a dire discussi ed esaminati?.. (Agostino, Comment. in Ioan., 24, 1 ss.)
GESU’ SIGNORE DEGLI ANGELI E DEI PROFETI
Che impressione ricevettero coloro che assistettero al prodigio? “Quella gente” – dice l`evangelista -, “veduto il prodigio che era stato compiuto, diceva: «Questo qui è davvero il profeta»”(Gv 6,14)…….Il Signore è profeta, il Signore è il Verbo di Dio e nessun profeta può profetare senza il Verbo di Dio; il Verbo di Dio è con i profeti ed egli stesso è profeta. I tempi che ci hanno preceduto meritarono di avere profeti ispirati e colmati di verità dal Verbo di Dio: noi abbiamo meritato di avere come profeta lo stesso Verbo di Dio. E Cristo è profeta come è Signore dei profeti,. cosí come è angelo, e Signore degli angeli. Egli stesso è detto angelo del grande consiglio….. In quanto con la sua presenza annunziava, era un angelo; in quanto prediceva il futuro, era un profeta; in quanto Verbo di Dio fatto uomo, era Signore degli angeli e dei profeti. (Agostino, Comment. in Ioan., 24, 1 ss.)
MIRACOLO PER SPINGERE A CREDERE
Mi sembra inoltre che Gesú moltiplichi quei pochi pani che gli portano i discepoli, piuttosto che crearne altri dal niente, per spinger loro a credere, dato che la loro fede è ancora molto debole. Anche per questo il Signore leva gli occhi al cielo. Degli altri miracoli essi avevano molti esempi, ma del miracolo che ora sta per compiere, nessuno. Presi e spezzati i pani, li distribuisce per mano dei discepoli, onorandoli con tale incarico. Ma non solo intende render loro questo onore; vuole pure che al momento del miracolo non dubitino e che in seguito non se ne dimentichino, in quanto le loro stesse mani ne sono state testimoni. Per tale motivo permette anche, prima del miracolo, che la folla senta fame, e attende che gli apostoli si avvicinino e gli parlino. …Gesú ordina alla folla di sedersi sull`erba, dando cosí una lezione di vita semplice, senza tante esigenze, poiché non vuole solo nutrire i corpi ma anche istruire le anime. (Giovanni Crisostomo, Comment. in Matth., 49, 2)
DONI GRATUITI
Nel deserto, Nostro Signore moltiplicò il pane (cf. Mt 14,13-21; 15,32-38; Gv 6,113), e a Cana mutò l`acqua in vino (cf. Gv 2,1-11). Abituò cosí la loro bocca al suo pane e al suo vino per il tempo in cui avrebbe dato loro il suo corpo e il suo sangue. Fece loro gustare un pane e un vino caduchi per suscitare in loro il desiderio del suo corpo e sangue che danno la vita. Diede loro con liberalità queste piccole cose perché sapessero che il suo dono supremo sarebbe stato gratuito. Le diede loro gratuitamente, sebbene avessero potuto acquistarle da lui, affinché sapessero che non sarebbe stato loro richiesto il pagamento di una cosa inestimabile; infatti, se potevano pagare il prezzo del pane e del vino, non avrebbero certamente potuto pagare il suo corpo e il suo sangue. Non soltanto ci ha colmato gratuitamente dei suoi doni, ma ancor piú ci ha vezzeggiati affettuosamente. Infatti, ci ha donato queste piccole cose gratuitamente per attirarci, affinché andassimo e ricevessimo gratuitamente quella cosa sì grande che è l`Eucaristia. (Efrem, Diatessaron, 12, 1-4)
PREGHIERA (pregare la parola)
•Per l`Eucaristia ringraziate cosí: Prima sul calice: «Ti ringraziamo, o Padre nostro, per la santa vite di David tuo servo che a noi rivelasti per mezzo di Gesú tuo Figlio. A te la gloria nei secoli». Per il pane spezzato: «Ti ringraziamo, Padre nostro, per la vita e la conoscenza che a noi rivelasti per mezzo di Gesú tuo Figlio. A te la gloria nei secoli. Come questo pane spezzato era sparso sui colli e raccolto divenne una cosa sola cosí la tua Chiesa si raccolga dai confini della terra nel tuo regno poiché tua è la gloria e la potenza per Gesú Cristo nei secoli». Nessuno mangi né beva della vostra Eucaristia, tranne i battezzati nel nome del Signore. Per questo il Signore disse: non date le cose sante ai cani (cf. Mt 7,6). (Didachè, X).
•Dopo esservi saziati ringraziate cosí: «Ti rendiamo grazie, o Padre santo, per il tuo santo nome che hai fatto abitare nei nostri cuori per la conoscenza, la fede e l`immortalità che rivelasti a noi per mezzo di Gesú tuo Figlio. A te la gloria nei secoli. Tu, Signore onnipotente, hai creato ogni cosa per il tuo nome e hai dato agli uomini a piacere cibo e bevanda perché ti rendano grazie e a noi donasti un cibo spirituale una bevanda e una vita eterna per mezzo di tuo figlio. Prima di tutto ti ringraziamo perché sei potente; a te la gloria nei secoli (Didacbè,IX).
•Ricordati, Signore, della tua Chiesa, liberala da ogni male rendila perfetta nel tuo amore e santificata raccoglila dai quattro venti (cf. Mt 24,31) nel tuo regno che ad essa preparasti perché tua è la potenza e la gloria nei secoli. Venga la grazia e passi questo mondo. Osanna al Dio di David. Chi è fedele venga chi non lo è si converte Maran athà (cf. 1Cor 16,22; Ap 22,20). Amen. (Didacbè, IX ss.)
•Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. (Colletta 17 perannum B)
•Ti benediciamo, Padre, perché ci inviti a sederci alla mensa dove tuo Figlio, Gesù Cristo, moltiplica il pane per gli affamati del mondo. Dacci, Signore, fame di te, pane della vita, e saziaci abbondantemente con il tuo corpo immolato, che cambi il nostro deserto in splendente primavera. Il cancro dell’egoismo invade le nostre vite meschine facendo avvizzire tutto con la sua atroce voracità. Fa’ che siamo generosi nel servire i più poveri e disposti a dividere quello che abbiamo con i nostri fratelli più bisognosi, come hai fatto tu. (Basilio Ballestrero)
•Detesto l’inutile ricercatezza, detesto le parole e i capoversi, quando a ogni passo ci sorprendono volti morti di disperazione, angoscia, suicidio. O Dio, perché siamo cosi vagabondi? Perché ci sono tanti poveri e orfani ? Perché il tuo santo popolo erra nel deserto del mondo, eterno e immenso ? Conosco soltanto la gioia del dare, per estinguere il dolore del mondo, perché il fuoco e l’urlo delle albe di sangue siano affogati in un pianto di compassione. (Mat’ Marija)
•Ci chiedi di uscire da noi stessi, di non ripiegarci sull’evidenza dei fatti, ma di credere a te, nonostante tutto e oltre ogni apparenza. «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma cos’è questo per tanta gente?» Come siamo bravi, Gesù, a fare i conti! «Non capite ancora?» (Mc 7,18), hai detto una volta. No, noi non capiamo ancora. Ti seguiamo da anni, siamo fedeli ad ogni incontro, leggiamo sempre la Bibbia, ce la spiegano, ma non capiamo ancora: «Cos’è questo per tanta gente?». Noi non capiamo ancora che l’affamato sei tu! Tu hai fame del nostro amore, tu hai fame della nostra capacità a lasciarci saziare di te, del tuo pane. Tu hai fame di fare Pasqua con noi e ci inviti a «sedere sull’erba» della stagione nuova che sta germogliando ora e di cui noi, così chiusi in noi stessi, non ce ne accorgiamo. (Suore Clarisse)
•Il tuo pane, Gesù, ci sazia di quell’amore che unisce e ci fa sentire «un solo corpo, un solo spirito»; concedici che tutto non si esaurisca nell’euforia di un momento, ma che in noi sempre viva canti «la speranza alla quale tu ci hai chiamati». Non ti nascondere ai nostri occhi desiderosi di vederti e di incontrarti in una Parola che si fa Pane. «Apri la tua mano e sazia la nostra fame di te» perché «ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza». Visita il tuo popolo, la folla confusa e senza volto che ogni giorno viene a te, affamata di quel «cibo che non perisce, ma che dà la vita eterna». Che tu sia il nostro «re», l’unico Signore della nostra esistenza e con te, crocifisso e risorto, regneremo alla destra di Dio, «Padre di tutti, che è di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti» (Suore Clarisse)
•Signore, tutto viene da te. Tu metti a nostra disposizione le ricchezze dell’universo. Sii benedetto e ringraziato per la tua munificenza. Insegnaci a fare buon uso dei beni che tu ci affidi, affinché, lungi dall’intralciare il nostro cammino verso di te, lo facilitino, e ci aiutino a conseguire i beni dell’eternità, dove noi parteciperemo alla tua gloria per i secoli dei secoli. (C. Berthes)
•Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli Dicano la gloria del tuo regno e parlino della tua potenza. Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa e tu provvedi loro il cibo a suo tempo. Tu apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente. Giusto è il Signore in tutte le sue vie, santo in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a quanti lo invocano, a quanti lo cercano con cuore sincero. (Salmo 134)
•Signore, è il mare a volte monotono e immoto del grigiore della quotidianità priva di mordente che non ci appaga; e noi dobbiamo attraversarlo con il desiderio irresistibile di conoscere te, che ci sei passato accanto lasciando «i segni» della tua presenza. Noi siamo quella «folla» che ti ha visto compiere «cose grandi» ai piccoli abbattuti e «infermi», e la tua presenza in noi ha svegliato la nostalgia nascosta nelle profondità del cuore. È la fame di te che ci spinge ad andare oltre ogni mare, oltre ogni paura, oltre noi stessi, oltre ciò che ci accade attorno. E l’aver «visto con i nostri occhi» ciò che hai compiuto. Ti vogliamo seguire, Gesù, «all’altra riva» dove tutto si presenta nuovo e sconosciuto, dove tu ci inviti a «salire sulla montagna» nella solitudine di un «tu per tu», dove tutto svanisce e lascia posto alla tua voce che ora risuona chiara. Davvero «il Signore è vicino a quanti lo cercano con cuore sincero». (Suore Clarisse)
•Vergine Santa, Madre nostra tenerissima, col cuore pieno di fiducia ti rivolgiamo la nostra preghiera. Tu che vivesti con Gesù e con Giuseppe nella Santa Casa in umiltà, povertà e obbedienza, ottienici la grazia di santificarci nella nostra casa, in mezzo alle quotidiane occupazioni, operando sempre sotto lo sguardo di Dio e per suo amore. Fa’ che la nostra vita sia gioioso servizio a Dio e ai fratelli, impegno cristiano nel bene, risposta fedele alle ispirazioni dello Spirito Santo. (Anonimo)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Collaboriamo anche noi come il ragazzo del Vangelo: offriamo al Signore e portiamo alla mensa eucaristica il frutto del nostro lavoro.