XXII Giornata Mondiale del Malato
11 febbraio 2014
Fede e carità. “…anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1Gv 3,16)
Liturgia della Parola
Canto di inizio
C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
C. Il Dio della speranza, che ci riempie di ogni gioia e pace nella fede,
per la potenza dello Spirito Santo, sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
C. Fratelli e sorelle, quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio perché anche noi diventassimo figli per mezzo del suo sangue offerto sulla croce. Sull’esempio del Cristo che donò la sua vita per noi, vogliamo chiedere al Signore il dono del Suo Spirito perché anche noi possiamo dare la vita per i nostri fratelli. Prepariamoci ad ascoltare con cuore sincero la Parola di Dio, chiedendo perdono dei nostri peccati.
Atto penitenziale
C. Signore, pietà.
R. Signore, pietà.
C. Cristo, pietà.
R. Cristo, pietà.
C. Signore, pietà.
R. Signore, pietà.
C. Preghiamo
O Dio, che nell’incarnazione del tuo Figlio hai allietato il mondo intero, concedi a noi che veneriamo Maria, causa della nostra letizia, di camminare costantemente nella via dei tuoi precetti e di tenere fissi i nostri cuori dove è la vera gioia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
Ascoltiamo la Parola del Signore
Dalla Prima lettera di San Giovanni Apostolo (1Gv 3,16-24)
In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
Salmo responsoriale (Sal 19)
Rit. La legge del Signore è la mia gioia.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R/.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R/.
Il timore del Signore è puro, rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti,
più preziosi dell’oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante. R/.
Per la riflessione
Dal “Messaggio” di Papa Francesco per la XXII Giornata Mondiale del Malato
Il Figlio di Dio fatto uomo non ha tolto dall’esperienza umana la malattia e la sofferenza, ma, assumendole in sé, le ha trasformate e ridimensionate. Ridimensionate, perché non hanno più l’ultima parola, che invece è la vita nuova in pienezza; trasformate, perché in unione a Cristo da negative possono diventare positive. Gesù è la via, e con il suo Spirito possiamo seguirlo. Come il Padre ha donato il Figlio per amore, e il Figlio ha donato se stesso per lo stesso amore, anche noi possiamo amare gli altri come Dio ha amato noi, dando la vita per i fratelli. La fede nel Dio buono diventa bontà, la fede nel Cristo Crocifisso diventa forza di amare fino alla fine e anche i nemici. La prova della fede autentica in Cristo è il dono di sé, il diffondersi dell’amore per il prossimo, specialmente per chi non lo merita, per chi soffre, per chi è emarginato…
In forza del Battesimo e della Confermazione siamo chiamati a conformarci a Cristo, Buon Samaritano di tutti i sofferenti. «In questo abbiamo conosciuto l’amore; nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3,16). Quando ci accostiamo con tenerezza a coloro che sono bisognosi di cure, portiamo la speranza e il sorriso di Dio nelle contraddizioni del mondo. Quando la dedizione generosa verso gli altri diventa lo stile delle nostre azioni, facciamo spazio al Cuore di Cristo e ne siamo riscaldati, offrendo così il nostro contributo all’avvento del Regno di Dio.
Oppure
“Educati dal Vangelo alla cultura del dono”
(Dal sussidio per l’animazione della XXII Giornata Mondiale del Malato, a cura dell’UNPS – CEI)
Il tema della XXII Giornata Mondiale del Malato «Fede e carità – “…anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”» sottolinea l’importanza di educare alla cultura del dono operatori pastorali e sanitari, persone ammalate e sofferenti, famiglie e tutta la comunità cristiana. La vita dell’uomo è un dono ricevuto che trova la sua pienezza e il suo completamento solo quando viene ridonata con generosità ai fratelli. Ma perché questo sia possibile, occorre che ci lasciamo formare dallo Spirito del Vangelo alla carità e alla misericordia, vera profezia in una società che conosce
forti accenti di egocentrismo, e che talvolta è segnata fortemente dalla cultura dell’avere, del consumare e dello sprecare…
Non possiamo negare che oggi l’esercizio del dono debba sovente incontrarsi e forse
scontrarsi con concezioni utilitaristiche, dove l’interesse diventa fattore decisivo di scelte e progetti. Ha affermato Papa Francesco: «La cultura dello scarto tende a diventare una mentalità comune, che contagia tutti. La vita umana, la persona, non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora – come il nascituro –, o non serve più – come l’anziano. Vorrei che prendessimo l’impegno contro la cultura dello spreco, per
una cultura della solidarietà e dell’incontro…. » (Udienza generale del 5 giugno 2013) …
Nel tempo dell’Incarnazione, la vita del Figlio di Dio è stata totale auto-donazione. Dopo aver preso il nostro corpo, la nostra carne, la nostra debolezza fino a sperimentare la tentazione, ha operato quel capovolgimento straordinario nel modo di essere il messia e di porsi come dio nel mondo. L’amore donato si rivela nel volto di un servo disposto a soffrire e che viene crocifisso. La spiegazione del dono e del donarsi trova il suo vertice nella Pasqua del Figlio di Dio, donato dal Padre perché gli uomini “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (cfr Gv 3,16 e 10,10). È in
Gesù, Colui che rivela l’uomo all’uomo, che in modo mirabile si realizza l’unione tra dare e dono, tra libertà e gratuità, tra gesto e compimento.
Dopo l’evento della Pasqua del Signore, la cattedra della cultura del dono e della sapienza cristiana, è Cristo Crocifisso che prende su di sé il limite, il male, il peccato e offre la sua vita per tutti (dono universale), quando ancora eravamo peccatori, nella gratuità assoluta spinto dall’amore per l’uomo per il quale, “pur essendo di natura divina… spogliò se stesso assumendo la condizione di servo”(Fil 2,6-7). Ed è la sua morte redentrice a farci il dono straordinario dello Spirito per rimanere con noi e santificare la Chiesa sua sposa. Questa stessa capacità di amare viene
partecipata a noi mediante il dono dello Spirito che è, come dice l’apostolo Paolo: “L’amore di Dio effuso nei nostri cuori” (Rm 5,5).
Pausa di riflessione e/o breve omelia
Preghiera dei fedeli
C. Fratelli carissimi, riuniti nel nome di Cristo, eleviamo con la fiducia di figli la nostra preghiera a Dio Padre, ricco di grazia e di misericordia.
Rit. Ascolta o Signore la preghiera dei tuoi figli.
Per la Chiesa. Animata dallo Spirito di carità sia porto sicuro per quanti cercano la verità e la via che conduce a Dio. Preghiamo.
Per gli ammalati e per quanti soffrono nel corpo e nello spirito. La presenza del Signore che ha preso su di sé le nostre sofferenze e ha portato i nostri dolori sia per tutti motivo di consolazione e speranza. Preghiamo.
Per gli operatori sanitari e pastorali e per quanti sono dediti alla cura dei fratelli ammalati. Lo Spirito Santo riempia il loro cuore dell’amore di Dio e la loro vita cresca sempre più nel dono generoso di sé verso i fratelli più bisognosi. Preghiamo.
Per noi qui presenti. Educati dal Vangelo alla cultura del dono, possiamo andare con coraggio nelle periferie esistenziali ad annunciare l’amore misericordioso di Dio. Preghiamo.
Preghiera per la XXII Giornata Mondiale del Malato
Ti rendiamo grazie e ti benediciamo
Padre santo e misericordioso,
perché hai tanto amato il mondo
da dare a noi il Tuo Figlio.
A te Signore della vita,
che doni forza ai deboli
e speranza a quanti sono nella prova,
ci rivolgiamo fiduciosi.
Manda il tuo Santo Spirito
perché spinti dalla carità di Cristo
che sulla croce ha dato la sua vita per noi
anche noi doniamo la vita per i fratelli.
Giunga a tutti o Padre, la Parola che risana
guarisci i malati, consola gli afflitti,
e con Maria, salute degli infermi,
fa che giungiamo alla gioia senza fine. Amen.
Padre nostro.
C. Preghiamo
Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro,
di godere sempre la salute del corpo e dello spirito
e per la gloriosa intercessione di Maria santissima, sempre vergine,
salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla gioia senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
Benedizione (se presiede un ministro ordinato)
Canto mariano